La protesta dei detenuti nel carcere di Marassi si è allargata. Partita dal reparto di alta sicurezza da una cinquantina di detenuti, si è ora diffusa in tutto il penitenziario Da sette giorni le gavette vengono sbattute sulle inferriate delle celle. A fornire alcuni aggiornamenti è Fabio Pagani, segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria.

Protesta nel reparto alta sicurezza del carcere: da tre giorni stoviglie sbattute sulle sbarre

“Il colloquio di venerdì scorso tra una delegazione di detenuti, comandante e vice direttore non sembra servito a nulla. Pare che le risposte siano state rinviate all’arrivo del direttore, previsto per martedì” spiega il sindacalista, che poi lancia un grido di allarme: “Bisogna evitare un altro 4 giugno, giorno della rivolta, perché la già martoriata polizia penitenziaria non si trovi ad affrontare ulteriori disagi”. 

La protesta, come detto, è cominciata il 26 agosto da parte dei detenuti ad alta sicurezza e va ormai avanti da una settimana: “Si poteva evitare – sostiene Pagani -, a Marassi la gestione della sicurezza è fallimentare e i vertici non sono all’altezza della situazione. Non possono sempre affidarsi al coraggio della polizia penitenziaria. Quanto descritto, oltre a condizioni penitenziarie d’invivibilità che nei soli primi otto mesi del 2025 hanno fra l’altro prodotto 57 suicidi fra i detenuti e 3 fra gli operatori, fa sì che le carceri siano teatro di violenze (2.000 le aggressioni agli agenti nell’anno in corso), risse, stupri, evasioni, traffici illeciti e molto altro ancora. In altre parole, una situazione d’illegalità diffusa tanto da porre in serio dubbio persino la sussistenza dei presupposti giuridici per il loro mantenimento”. 

Infine le richieste: “Servono immediate misure deflative della densità detentiva, per potenziare gli organici della polizia penitenziaria, ristrutturare gli edifici, garantire gli equipaggiamenti, assicurare l’assistenza sanitaria e psichiatrica e avviare riforme complessive. Il ministro della giustizia, Carlo Nordio, e il governo Meloni ne prendano coscienza, prima che sia davvero troppo tardi”.

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