Tre medaglie d’oro e la ciliegina del bronzo nella velocità. I mondiali juniores su pista ad Apeldoorn hanno mostrato l’esplosione di tutto il talento di Matilde Cenci, arrivata in Olanda quasi da sconosciuta per poi guadagnarsi l’ammirazione anche delle delegazioni straniere. E’ una delle tante storie belle del ciclismo, che spesso fa sbocciare dal nulla autentici campioni: Matilde è giovanissima, non ancora maggiorenne e se sarà una campionessa assoluta solo il tempo potrà dirlo, ma le premesse ci sono tutte.
Matilde con le compagne iridate nel team sprint, Campana, Fiscarelli e Trevisan (foto UCI)
Matilde con le compagne iridate nel team sprint, Campana, Fiscarelli e Trevisan (foto UCI)
Proviamo allora a scoprire con chi abbiamo a che fare, alla storia di questa ragazza di Romano d’Ezzelino: «Farò 18 anni il prossimo 14 novembre. Da piccolina facevo ginnastica artistica, ma mi sono fatta male al legamento del ginocchio. Nel frattempo mio fratello correva in bici al Veloce Club Bassano, così ho conosciuto i suoi compagni, ho fatto amicizia e ho deciso di provare a correre in bici perché la ginnastica artistica a quel punto non era più la mia strada. A proposito di strada, correvo e qualche risultato lo coglievo, ma assolutamente niente di eccezionale. In pista però andavo sempre forte, al velodromo Mercante che è diventato la mia seconda casa. Il bello è che avevo iniziato con una caduta, ma non ci sono stata tanto a pensare: subito in piedi e poi in sella…».
Quindi un destino praticamente segnato…
Per certi versi sì, la differenza di rendimento c’era così con i dirigenti del team e il cittì Quaranta abbiamo deciso di dedicarci interamente alla pista. Su strada non corro più. Un pochino mi manca quella possibilità che la pista ti dà di rifarti subito dopo una gara andata male, perché il calendario è ricchissimo, ma la pista mi piace enormemente di più.
La bassanese ha scelto di non correre più su strada. Da quest’anno fa parte delle Fiamme Oro (foto Instagram)
La bassanese ha scelto di non correre più su strada. Da quest’anno fa parte delle Fiamme Oro (foto Instagram)
Il tuo passato nella ginnastica artistica ti è stato utile per affrontare proprio questo specifico settore della velocità?
Secondo me non ero ancora a un livello tale da poterne avere un beneficio, perché ero davvero piccolina. Ho iniziato con il ciclismo a 10 anni e mezzo, e devo dire che mi ha preso subito come la ginnastica non era riuscita a fare.
Come ti sei innamorata poi della velocità, che cos’è che ti attrae particolarmente?
A me sono sempre piaciute le discipline veloci, dinamiche, che ti tolgono il respiro perché sei sul filo del rasoio, ti giochi tutto sui millesimi. E poi anche per come sono io fisicamente, sono più portata per le prove di potenza che per le endurance. Poi mi ha sempre appassionato il mondo della velocità, era la disciplina che mi attirava di più.
Fra le varie discipline tu hai vinto tre medaglie d’oro e una di bronzo, ma qual è quella che ti piace di più?
Il keirin, in assoluto, anche se ad Apeldoorn quella che ho vissuto con più emozione è stata il team sprint. Perché è stata una vittoria di squadra e quindi abbracciare le mie compagne, essere consapevoli di aver vinto qualcosa tutti assieme, aver fatto un lavoro di squadra è stato bellissimo.
Nel chilometro da fermo la veneta è andata ad appena 70 millesimi dal record mondiale di categoria (foto Instagram)
Nel chilometro da fermo la veneta è andata ad appena 70 millesimi dal record mondiale di categoria (foto Instagram)
Quaranta raccontava che tu hai vinto la medaglia d’oro nel keirin in maniera quasi inusuale, addirittura facendo un giro e mezzo davanti a tutte…
Io sono arrivata al keirin che era il mio quinto giorno di gara, ero stremata, penso più di testa che di fisico. Inoltre ricordavo l’europeo dove avevo sbagliato tutto, era la gara alla quale tenevo di più. Ad Apeldoorn nelle qualificazioni ho sbagliato ancora e non mi sono qualificata, ma poi ho vinto i ripescaggi e in semifinale sono riuscita a entrare nelle tre per la finale. Prima della gara ero proprio tranquilla, forse perché avevo già vinto nella rassegna. Ivan mi ha detto di pensare solo a divertirmi, magari evitando di farmi male… Quindi io sono salita in bici che avevo il cuor leggero. Mi sono fatta guidare dall’istinto. Ho visto la tedesca che partiva e l’ho seguita, è suonata la campana e sono partita senza starci a pensare ed è andata bene.
Cosa rappresenta per te Miriam Vece?
E’ un punto di riferimento, anzi ormai è anche un’amica perché ci alleniamo assieme a Montichiari. A noi “piccole” ci supporta sempre, al mondiale ci scriveva ogni giorno e ci dava consigli. Lei è un pozzo di esperienza, un aiuto indispensabile.
La vittoria nel keirin è stata la più sorprendente, con il giro finale sempre in testa (foto UCI)
La vittoria nel keirin è stata la più sorprendente, con il giro finale sempre in testa (foto UCI)
Quaranta ha già detto che l’anno prossimo vuole provare a farvi correre con lei per il team sprint…
Noi abbiamo già corso con Miriam lo scorso inverno, anche agli europei. Ma eravamo, io e la mia compagna, ancora troppo piccole, dovevamo ancora crescere molto fisicamente. Quest’anno ci riproveremo a febbraio con gli europei e poi vedremo il cammino di qualificazione olimpica. Di certo Los Angeles è un obiettivo, a lungo termine. Non abbiamo, tra virgolette, il fiato sul collo. Non sentiamo la pressione, ma è un pensiero che abbiamo tutti chiaro in testa.
Lavorare in palestra ti pesa?
Assolutamente no, quest’anno ho cambiato preparatore e devo dire che ha un metodo di lavoro completamente diverso da ciò che io avevo provato prima di lui, mi sto trovando molto bene anche proprio a livello interpersonale. E’ super disponibile, abbiamo un feedback praticamente istantaneo con lui, ci corregge i lavori. E’ un rapporto ideale.
Il bilancio della Cenci è stato di 3 ori e un bronzo. Agli europei aveva vinto il bronzo nel team sprint (foto UCI)
Il bilancio della Cenci è stato di 3 ori e un bronzo. Agli europei aveva vinto il bronzo nel team sprint (foto UCI)
Come riesci a conciliare il tanto lavoro che c’è da fare su pista con la scuola?
Io quest’anno ho dovuto cambiare scuola, mi sono dovuta trasferire in una scuola online, perché stando a Montichiari, dal lunedì al venerdì, per me era impossibile frequentare la scuola in presenza a Bassano. Continuo nel mio indirizzo, scienze umane e terminate le superiori voglio fare l’università, quindi non ho certo preso lo studio alla leggera. Così però posso gestire meglio il tempo e seguire le lezioni nell’orario in cui voglio io.
Che obiettivi ti sei posta adesso, soprattutto dopo che adesso chiaramente hai un po’ più di fari dell’attenzione addosso?
Intanto penso ai campionati italiani di ottobre a Noto, poi a lungo termine c’è il passaggio di categoria. So che sarà molto dura, correrò con atlete con più allenamenti di me, che sono più forti di me, ma tra le under 23 l’anno prossimo mi piacerebbe riuscire comunque a far sentire il mio nome, a far capire che ci sono anch’io, che sto arrivando…