Il confronto dei dati diffusi da Istat ed Eurostat: il numero dei senza lavoro in Italia più basso dal 2007. Il problema dei giovani senza impiego e gli stipendi ancora bassi
Il tasso di disoccupazione a luglio cala al 6% (-0,3 punti rispetto a giugno), il livello più basso dal giugno 2007. Quello giovanile scende al 18,7% (-1,4
punti). Numeri dell’Istat che sottolinea come nel mese i disoccupati sono diminuiti di 74mila unità, calo che riguarda entrambe le componenti di genere ed è diffuso in tutte le classi d’età. I disoccupati sono un milione e 532mila (qui la nota integrale appena diffusa dall’Istat). Nell’area euro invece a luglio 2025 il tasso di disoccupazione è al 6,2%, in calo rispetto al 6,3% di giugno 2025 e il 6,4% di luglio 2024, stando agli ultimi dati Eurostat. L’ufficio statistico europeo stima che ci siano 10,8 disoccupati nell’eurozona, circa 170 mila in meno rispetto a giugno 2025 e 161 mila rispetto a luglio 2024. L’Italia, appunto, si colloca sotto la media europea.
Il dato dei giovani
I disoccupati under 25, a luglio sono circa 2,8 milioni nell’eurozona, un tasso di 13,9% nell’area euro, circa 64mila in meno rispetto a giugno e 155mila in meno rispetto all’anno scorso. L’Italia si colloca ben sopra la media europea al 18,7% (251mila giovani), dato inferiore al 20,1% di giugno 2025 (271mila) e al 21,4% di luglio 2024 (308.000) Cala la disoccupazione femminile, al 6,4% contro il 6,5% di giugno, e decresce leggermente anche quella maschile al 6,1% contro il 6,2% mese su mese. I dati italiani segnano 6,7% per la disoccupazione femminile (era al 7% a giugno 2025, 6,9% a luglio 2024) e collocano quella maschile al 5,4% (5,7% a giugno, 6,1% a luglio 2024). Rispetto a luglio 2024, cala sia il numero di persone in cerca di lavoro (-6,9%, pari a -114mila unità) sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,7%, pari a -81mila). Commenta l’Istat che «aumentano i dipendenti permanenti (16 milioni 448mila) e i dipendenti a termine (2 milioni 567mila), mentre diminuiscono gli autonomi (5 milioni 202mila)».
Stipendi bassi
Ma l’Italia è anche il Paese del G20 dove i salari hanno subito la più forte perdita di potere d’acquisto dal 2008 a oggi: -8,7%. In Francia, nello stesso periodo, c’è stato un aumento di circa il 5%, in Germania di quasi il 15%. Sono i dati contenuti nel focus sull’Italia del Rapporto mondiale sui salari 2025-26, dell’Oil (qui il link al rapporto), Organizzazione internazionale del lavoro. Negli ultimi tre anni, dopo un calo dei salari reali del 3,3% nel 2022 e del 3,2% nel 2023, nel 2024 c’è stato comunque un aumento del 2,3%, comunque insufficiente a recuperare la perdita di terreno rispetto all’inflazione, che nel 2022 aveva raggiunto il picco dell’8,7%. Proprio l’inflazione, che penalizza maggiormente le retribuzioni più basse, ha avuto un peso nel determinare la cattiva performance delle retribuzioni in Italia, insieme a una serie di fattori strutturali, a cominciare dal nanismo della struttura produttiva, dalla bassa produttività, in particolare nei servizi, dagli scarsi investimenti in innovazione tecnologica e formazione dei lavoratori (ne abbiamo scritto qui).
1 settembre 2025 ( modifica il 1 settembre 2025 | 14:25)
© RIPRODUZIONE RISERVATA