Il mercato degli affitti brevi vede numeri in riduzione. Gli annunci online sono in calo. In leggera discesa anche il tasso di occupazione. Come leggere questi numeri
Ma allora in Italia c’è l’overtourism o le spiagge sono vuote? Al tormentone di questa estate, che ha soprattutto il grave difetto di mettere tutto nello stesso calderone (le città d’arte e/o vocate al business come Milano sono un conto, le località di villeggiatura stagionale un altro e i luoghi da un selfie e via un altro ancora) si aggiunge un interessante contributo in termini di dati numerici forniti dal Sole 24 ore sul mercato degli affitti brevi nella stagione estiva. La fonte del quotidiano economico è l’Associazione dei gestori affitti brevi Aigab che si basa sulle analisi di Airdna sugli annunci pubblicati. Secondo questi dati in Italia nei mesi estivi si è registrato un lieve calo.
Nel trimestre giugno-agosto gli annunci sono ammontati a 508mila unità, 10 mila in meno rispetto ad agosto 2024 e 14 mila sul dato massimo di 522 mila registrato a giugno 2024. In leggera discesa anche il tasso di occupazione, passato dal 64 al 63%. L’andamento non è omogeneo su tutto il territorio nazionale, con la Sardegna che tiene i livelli del 2024 mentre la Liguria vede una netta discesa. E in calo anche Emilia Romagna e Toscana. Diminuisce anche la permanenza media degli ospiti, in linea peraltro con quanto accede negli alberghi. In crescita invece quasi ovunque le tariffe e una correlazione con il calo delle occupazioni potrebbe anche esserci. Non si può però escludere che settembre, mese che consente di spendere decisamente meno in vacanza, porti a una ripresa. Siccome gli annunci sono contati non ci sono dubbi sul fatto che i dati siano reali ma non significano necessariamente che ci siano meno affitti brevi almeno nelle località turistiche; a differenza di quanto succede a Milano dove la diminuzione della disponibilità di case appare assodato.
Il presidente Aigab Marco Celani sottolinea che la diminuzione della disponibilità di case in affitto è dovuta anche al fatto che molti proprietari scelgono di utilizzare direttamente le abitazioni. Non è però detto, aggiungiamo noi, che lo facciano per le proprie vacanze. Secondo stime della stessa Aigab le abitazioni disponibili per gli affitti brevi in Italia sono circa 640 mila e di queste solo 200 mila sono date in gestione. Nelle località turistiche molto spesso l’inquilino è fidelizzato e viene tutti gli anni, nulla vieta, soprattutto a chi gestisce in proprio la casa, di accordarsi con l’ospite per affittare senza passare per le piattaforme di intermediazione: basta fare a mezzo del risparmio e l’operazione è win win dal punto di vista economico. In questo caso niente annuncio e soprattutto niente ritenuta d’acconto del 21% sul canone. Il proprietario (ci si consenta di aggiungere un “forse”) liquiderà direttamente l’importo della cedolare secca o dell’Irpef nel raro caso in cui optasse per la tassazione ordinaria.
Inoltre le incombenze introdotte dalle norme e l’aumento della cedolare, passata dal 21 al 26% hanno probabilmente dissuaso alcuni proprietari dal proseguire un’attività che comunque a oltre agli adempimenti fiscali e burocratici è spesso molto onerosa in termini di tempo da seguire in proprio.
2 settembre 2025
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