Nelle ultime ore sono stati confermati nuovi casi di infezione. Le analisi, condotte presso il laboratorio di virologia dell’Istituto Spallanzani, indicano che tra i contagiati più recenti due pazienti hanno sviluppato una sindrome neurologica, mentre gli altri presentano forme febbrili meno gravi. A scopo precauzionale, è stato disposto anche l’obbligo del test NAT su tutti i donatori di sangue della regione. Estese le prescrizioni di contenimento anche all’Asl Roma 6

Nel Lazio salgono a 28 i casi confermati di infezione da virus West Nile, con sette nuove positività accertate nelle ultime ore dal laboratorio di virologia dell’Istituto Spallanzani. Lo comunica la Regione, precisando che due dei nuovi pazienti presentano una sindrome neurologica, mentre gli altri cinque manifestano forme febbrili meno gravi.

Latina epicentro dei casi

La provincia di Latina è l’epicentro dell’epidemia, con 26 casi, tra cui un decesso avvenuto nei giorni scorsi all’ospedale di Fondi. Gli altri due contagi riguardano la provincia di Roma, nei comuni di Anzio e Nettuno. Nel dettaglio, tra i 28 pazienti: 11 sono ricoverati in reparti ordinari (per altre patologie), 11 sono in cura a domicilio, 3 sono stati dimessi, 2 si trovano in terapia intensiva, uno è deceduto. In provincia di Latina i Comuni di presunta esposizione sono Aprilia, Cisterna di Latina, Fondi, Latina, Pontinia, Priverno, Sezze, Sabaudia. In provincia di Roma i Comuni di presunta esposizione sono Anzio e Nettuno.

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Le misure di prevenzione previste dalla Regione Lazio

Alla luce dell’evoluzione della situazione epidemiologica, la Direzione Salute del Lazio ha deciso di estendere le misure precauzionali anche ai territori dell’ASL Roma 6, che include i Castelli Romani e la fascia costiera a sud della Capitale. La Regione ha inoltre stabilito l’obbligo di sottoporre tutti i donatori di sangue al test NAT, il Nucleic Acid Test per la rilevazione del virus West Nile. Il provvedimento sarà applicato su tutto il territorio regionale fino a nuova comunicazione, ed è in linea con le disposizioni della circolare ministeriale del 5 febbraio 2025 e con le indicazioni del Centro Nazionale Sangue.

epa000236429 (FILES) An undated pictue of a mosquito "Anopheles quadrimaculatus", The authorities of the health department of Florida reported on Tuesday, 20 July 2004, at least four cases of persons infected with the Nile virus in Miami-Dade county. The mosquito ''Anopheles quadrimaculatus'' is the most important vector carrying the malaria virus in the United States, and is a species found in West Nile Virus positive mosquito pools in the USA.  EPA/U.S. Centers for Disease Control and Prevention

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Iss: nel 2025 in Italia 96 casi di dengue e 30 di Chykungunya

Intanto, l’Istituto Superiore di Sanità ha reso noto che allo scorso 22 luglio in Italia sono stati segnalati 96 casi di dengue e 30 di chikungunya, nessuno dei quali letale. Lo rende noto l’Istituto Superiore di Sanità (Iss). La febbre dengue e la chikungunya rientrano tra le arbovirosi, un centinaio di malattie causate da virus trasmessi da animali come zanzare o zecche tramite il loro morso o puntura. In Italia è da tempo attivo presso l’Iss un sistema di sorveglianza che monitora l’andamento di chikungunya, dengue, zika, West Nile, usutu, encefalite da zecca e le infezioni neuro-invasive da virus Toscana. Nell’ultima rilevazione, precisa l’Istituto, per quel che riguarda la dengue, 93 dei 96 casi sono associati a viaggi all’estero, in particolare in Sud America, Africa occidentale e Sud-Est asiatico. L’età mediana delle persone contagiate è 41 anni. Associata a viaggi all’estero anche la quasi totalità delle infezioni da chikungunya (29 su 30); in tal caso l’area di provenienza è soprattutto l’Africa orientale. L’età mediana dei contagiati è di 46,5 anni. Lo scorso anno sono stati registrati complessivamente 741 casi di dengue e 17 di chikungunya. 

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