Un giro d’Italia, da Sud a Nord, in 33 tappe per descrivere i luoghi cruciali per lo sviluppo della scienza nello Stivale. Si potrebbe riassumere così «La scienza nascosta nei luoghi d’Italia», volume pubblicato da Il Bo Live (quotidiano online dell’Università di Padova) che verrà presentato giovedì 4 settembre alle 18.30 al Museo Egizio. Insieme a Daniele Mont D’Arpizio, curatore insieme a Elisabetta Tola, ci saranno Stefania Pizzimenti, docente del dipartimento di Scienze Cliniche di Unito e Federico Zaina, responsabile del dipartimento Collezione e Ricerca dell’Egizio.

Tra intuizioni e fallimenti

Tra scoperte che hanno rivoluzionato la storia dell’umanità, intuizioni geniali e fallimenti, le 300 pagine ricostruiscono i casi in cui la scienza non è rimasta confinata all’interno dei laboratori, ma si è intrecciata con il pensiero e la cultura di tutto il Paese. Gli autori la definiscono “guida turistico-scientifica”, che in più di un’occasione illumina luoghi e storie poco conosciuti, di certo lontani dalle mappe tradizionali della scienza. «Oltre che un viaggio nello spazio, è anche un viaggio nel tempo, lungo 25 secoli – sottolinea il giornalista Daniele Mont D’Arpizio –: si parte dalla Siracusa di Archimede per arrivare alle architetture di Pier Luigi Nervi».

Passando per Torino

Alla sua penna è affidato il capitolo «Torino e la sua cattedrale della scienza», un viaggio che parte dall’unicità del Museo di anatomia umana “Luigi Rolando”. «Torino stava cercando una rinascita dopo il trasferimento della capitale del Regno d’Italia a Firenze e si dotò di strutture all’avanguardia per l’epoca – ragiona –. Un investimento che negli anni porterà a tre Premi Nobel per la Medicina». Una lezione che può tornare utile oggi che Torino sta cercando la sua nuova vocazione: «Durante la mia visita ho visto una città preoccupata ma che vuole riflettere su se stessa e reagire», aggiunge il giornalista. Tra le tante figure raccontate nelle pagine del libro c’è Giulio Bizzozzero, patologo a cui si deve la scoperta delle piastrine. Un protagonista di quella “capitale del positivismo italiano”, come Norberto Bobbio definiva Torino.

La scienza

«Siamo abituati ad associare l’Italia all’arte, al gusto, al lifestyle come si direbbe oggi. Ma tutto ciò è stato possibile perché per secoli siamo stati una potenzia scientifica», conclude Mont D’arpizio. La scienza, aggiunge, è ovunque. «Basti pensare alla Mole, costruita con soluzioni ingegneristiche d’avanguardia: un esempio da manuale di come la scienza possa determinare il paesaggio di una città e dei suoi simboli».

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