Pallacanestro Cantù pronta per la stagione di ritorno in LBA: ecco un’analisi tecnico-tattica della squadra guidata da Nicola Brienza.
L’Acqua San Bernardo Cantù prosegue nel suo percorso di preparazione alla prossima Serie A. Con il mercato ormai concluso, fatta salva la questione Riisma che continua a tenere banco, ed i primi allenamenti a Seveso seguiti dal ritiro di Livigno, l’attesa in vista della nuova stagione cresce con il passare dei giorni. Coach Nicola Brienza ha allestito con Sandro Santoro un roster con un parco americani di alto livello ed un gruppo italiani di talento ed esperienza. Il nuovo gruppo si caratterizza di un mix di creatività offensiva, versatilità difensiva e solidità interna. Vediamo dunque insieme come sarà strutturato il roster di Pallacanestro Cantù, in base alle caratteristiche dei singoli e come si potrebbero sposare tra loro.
Il backcourt di Pallacanestro Cantù: regia e creazione dal pick and roll
La squadra passerà molto dalle mani di Jacob Gilyard, regista rapido e tatticamente lucido. La sua abilità nel manipolare le difese sul pick and roll, sia leggendo i cambi difensivi che trovando i tiratori negli angoli, abbinate ad un affidabile tiro dalla lunga distanza, rappresenterà una fondamentale fonte di vantaggi offensivi. Difensivamente porterà pressione costante sul portatore avversario, innescando transizioni rapide grazie alle sue mani rapide e la capacità innata di leggere le linee di passaggio e recuperare palloni. In uscita dalla panchina, poi, ci sarà Andrea De Nicolao, che garantirà ordine nei momenti in cui sarà necessario abbassare la velocità e ragionare. Già nella scorsa stagione di A2 è stato un’arma fondamentale per Cantù nel corso dei playoff dalla panca: quest’anno l’auspicio è che possa esserlo fin da inizio stagione.
Passando al reparto guardie, Giordano Bortolani si propone come principale terminale offensivo sul perimetro tra gli esterni. Dopo 3 anni passati perlopiù in panchina a Milano, il siciliano ha la possibilità di ritrovare un ruolo da protagonista a Cantù. Le sue caratteristiche da realizzatore, capace di colpire in uscita dai blocchi e di creare dal palleggio, lo rendono un giocatore difficile da contenere per le difese, in quanto può offrire diverse soluzioni realizzative ed offensive.
Dovrebbe partire alle sue spalle, quindi, Jordan Bowden. Un’alternativa più istintiva, con minutaggi da specialista: se in giornata dall’arco può cambiare l’inerzia delle partite. La sua pericolosità perimetrale lo rende un’arma letale dalla panchina, decisiva nei finali tirati quando serve la fiammata offensiva in più. Resta un’incognita, invece, la difesa, che potrebbe invece essere il punto debole, dove dovrà dimostrare continuità per guadagnarsi spazio stabile nelle rotazioni.
Le ali della Pallacanestro Cantù: versatilità, punti nelle mani e fisicità debordante
Lo spot di ala piccola, per chiudere il parco esterni, sarà occupato in quintetto dalla punta di diamante del mercato canturino: Xavier Sneed, profilo completo in tutto. Come già messo in mostra con la maglia di Brindisi, l’americano ha doti difensive ed offensive di primo ordine, in grado di prendersi carico del miglior esterno avversario ed allo stesso tempo essere il go-to-guy della squadra quando necessario in fase offensiva, grazie ad un affidabile tiro da 3 punti ed alla sua aggressività ed efficacia nell’attaccare il ferro. Il suo apporto potrebbe essere decisivo in transizione, dove può correre il campo e finalizzare rapidamente con il suo spiccato atletismo.
Alle sue spalle ci sarà Riccardo Moraschini, che torna in LBA dopo 2 stagioni e che offrirà una soluzione diversa. Adattabile su tutti e tre i ruoli del parco esterni, meno esplosivo ma più creativo palla in mano, capace di gestire possessi da creatore secondario e di dare equilibrio nei quintetti più esperti. In uscita dalla panchina, come De Nicolao, può rivelarsi un fattore, come mostrato negli ultimi playoff di A2 con contributi decisivi nei momenti chiave.
Nel front-court, il ruolo di ala forte vedrà ancora come protagonista Grant Basile, la vera stella della Pallacanestro Cantù nella passata stagione. Per l’italo-americano questa sarà la prima vera stagione in LBA, dopo la mezza stagione (da aprile a novembre) con le maglie di Tortona e Pistoia. Reduce da una stagione da MVP in A2, promette molto bene in vista dell’impatto al piano di sopra. Con la sua capacità di aprire il campo grazie al suo mortifero tiro da tre punti, obbligherà i centri avversari a uscire dal pitturato, liberando spazio per le penetrazioni delle guardie e per le ricezioni profonde di Ballo. Non è però un lungo solo perimetrale: Basile sa rollare, giocare spalle a canestro, contribuire a rimbalzo, mettere palla per terra ed attaccare dal palleggio. Insomma, se dovesse confermarsi sui livelli della scorsa annata, il classe 2000 ha tutto per essere una delle rivelazioni del campionato.
Grant Basile sarà al centro del progetto della Pallacanestro Cantù anche in Serie A
Un altro giocatore che tanto bene ha fatto nella scorsa A2 è Ife Ajayi. L’ex Torino si può considerare una riserva di lusso alle spalle di Basile, in grado di portare grande energia dalla panchina. Atleta esplosivo, forte a rimbalzo ed una mano morbidissima da tre punti, potrà dare a Cantù intensità e fisicità sul perimetro ed anche sotto canestro. Potrebbe quindi agire non solo come 4, ma anche come lungo contro centri di bassa statura, che potrebbe contenere grazie al suo tonnellaggio. Occhio anche ad una potenziale soluzione come ala piccola, in virtù del suo ottimo atletismo, della succitata mano da 3 punti e di un buonissimo ball-handling per la sua stazza.
I centri della Pallacanestro Cantù: l’impatto di Ballo ed il rilancio di Okeke
Il riferimento nel reparto 5 sarà Oumar Ballo, lungo dominante per stazza e presenza fisica con i suoi 213 centimetri per 118 chilogrammi. Non ci sono dubbi in merito al suo compito sul parquet: sarà un pilastro della difesa brianzola in quanto rim-protector di razza, mentre in attacco potrà sfruttare situazioni di post basso e soprattutto la verticalità come potenziale rollante sul pick&roll, sul quale può essere un fattore importante sia come attaccante che come difensore grazie alle sue lunghe leve. Come dimostrato ad Afrobasket con il suo Mali, giunto alla finalissima, può risultare decisivo e trascinatore in partite di alto livello nonostante la giovane età (si vedano i 19 punti e 7 rimbalzi nella semifinale contro la Costa d’Avorio).
Da non sottovalutare, infine, il cambio Leonardo Okeke: quest’ultima estate è stata la prima di lavoro completo degli ultimi 2 anni, senza infortuni o relative riabilitazioni che ne hanno limitato parecchio la crescita. Okeke avrà il compito di portare energia, rimbalzi e minuti di qualità per far rifiatare Ballo. Un ruolo simile, se vogliamo, a quello avuto negli ultimi mesi qui a Cantù alle spalle di Hogue, ma con la prospettiva di alzare ulteriormente il livello per dimostrare di poter essere il giocatore da Nazionale che molti indicavano qualche tempo fa.
Rotazioni e gestione dei minuti
L’idea di base per le rotazioni dovrebbe prevedere un quintetto titolare formato da Gilyard, Bortolani, Sneed, Basile e Ballo. Difficile azzardare una distribuzione precisa, poiché coach Brienza ha dimostrato come la sua gestione delle rotazioni sappia garantire spazio quasi a tutti i membri del roster, adattandosi di volta in volta all’avversario e allo stato di forma dei singoli. Sulla carta, Gilyard è destinato a guidare stabilmente il quintetto, con De Nicolao a fornire esperienza e gestione in uscita dalla panchina.
Più incerta la situazione tra le guardie: Bortolani parte come prima opzione offensiva, mentre Bowden rappresenta un’alternativa credibile e in grado di cambiare le gerarchie in base al rendimento. È probabile che proprio in questo ruolo si sviluppi il ballottaggio più combattuto per un posto da titolare.
Sull’ala piccola non ci sono dubbi: il titolare sarà Xavier Sneed. Il classe 1997 avrà un impatto decisivo su entrambe le metà campo, rendendosi l’ago della bilancia dello scacchiere canturino. Alle sue spalle, Moraschini garantirà versatilità e potrà adattarsi a seconda delle necessità, trovando spazio anche da guardia.
Discorso simile per Basile, cardine nel ruolo di ala forte, con Ajayi pronto a subentrare per dare energia e intensità, potendo anche adattarsi da centro all’occorrenza. Infine, Ballo rappresenta il punto fermo sotto canestro, mentre Okeke partirà con un ruolo più contenuto ma con possibilità di crescita progressiva nel corso della stagione.
Le varianti tattiche
Oltre al quintetto base dunque, Brienza potrà modulare le rotazioni in funzione degli avversari, sfruttando alcune varianti tattiche particolarmente interessanti.
Una prima opzione è quella del quintetto difensivo, con De Nicolao al fianco di Moraschini e Sneed sul perimetro, Ajayi da 4 e Ballo centro. Si tratta di una lineup capace di abbassare drasticamente l’efficienza offensiva degli avversari, grazie a fisicità, durezza e lettura delle linee di passaggio. È un quintetto pensato per rallentare il ritmo, controllare i rimbalzi e proteggere il ferro, anche se inevitabilmente limita le soluzioni offensive. Pur contando su Sneed come go-to-guy, sulla perimetralità di Ajayi e Ballo come opzione stabile sotto canestro.
Un’altra soluzione è il quintetto offensivo, con Gilyard in regia affiancato da Bowden e Bortolani sugli esterni, Basile da ala forte e Ballo da centro. In questa configurazione lo spacing è massimizzato. Bortolani e Bowden possono aprire il campo dall’arco, Basile trascina fuori il lungo avversario e Ballo ha corsie libere per rollare forte verso il ferro. È un quintetto che può creare break offensivi importanti, ma che al tempo stesso espone la squadra a qualche vulnerabilità dietro. Soprattutto contro ali fisiche e lunghi mobili.
Interessante anche la possibilità di schierare una big lineup, con Moraschini guardia con Sneed ala piccola. Questa soluzione aumenta la taglia fisica su ogni ruolo e garantisce un dominio potenziale a rimbalzo, oltre a più corpi per contestare i tiratori avversari. È però un quintetto che paga in termini di rapidità e circolazione di palla. Se Sneed e Moraschini non riescono a colpire con continuità dall’arco, gli spazi offensivi rischiano di intasarsi.
Un’ulteriore opzione è il quintetto oversize con Ajayi, Basile e Ballo. Una lineup di grande impatto fisico che può dominare a rimbalzo e proteggere il ferro con continuità. Se da un lato garantisce solidità difensiva e presenza interna, dall’altro rischia di soffrire in termini di spaziature offensive, affidandosi quasi esclusivamente al tiro di Basile per aprire il campo. Attenzione anche ad un quintetto “small ball” con Gilyard e De Nicolao in regia, Sneed da ala forte e Basile da centro, affiancati da tre esterni: una soluzione votata alla corsa, alla pressione difensiva ed al tiro rapido.
Infine, c’è l’opzione del doppio playmaker, con Gilyard e De Nicolao insieme sul parquet. È una variante utile contro difese particolarmente aggressive, perché permette di avere due creatori di gioco contemporaneamente, riducendo la pressione sui portatori di palla. Inoltre consente a Gilyard di muoversi anche senza palla, sfruttando la sua rapidità per ricezioni dinamiche.
Parola al campo
La Pallacanestro Cantù che ci aspetta quindi è una squadra pensata per essere solida ma allo stesso tempo dinamica, con quintetti intercambiabili e gerarchie piuttosto definite. L’equilibrio tra esperienza, talento offensivo, fisicità e solidità interna dà a coach Brienza un ampio ventaglio di soluzioni per affrontare la prossima LBA. Ora la parola passa al campo: dopo il test contro l’Urania Milano, sarà la Valtellina Summer League a fornirci le prime indicazioni.