«La comodità è alla base, l’eleganza un must, ma l’emozione viene prima di ogni cosa», afferma Jean-Marie Massaud, che da oltre trent’anni propone l’eleganza dell’abitare, un’eleganza al servizio del benessere psico-fisico. «Il mio è un approccio olistico, dove rigore e armonia sono evocati a ogni livello dello scenario di vita. Mi piacciono le cose belle che durano. Dopo l’ondata di oggetti star, interrotta dalla moda del lifestyle prêt-à-consommer, seguita oggi da una saturazione di oggetti déco, abbiamo bisogno di un ritorno a un approccio autentico e coerente». Al Salone del mobile presenta l’intera collezione indoor per Poliform: «Andiamo sempre oltre nella ricerca di un vero comfort della vita. Un dialogo tra sensualità e brutalismo, semplicità e scultoreità, complicità e atemporalità. La quotidianità non è né banale né una dimostrazione di status. Immagino la casa Poliform come un luogo amichevole, fertile, illuminato, persino spontaneo, in una naturale raffinatezza ed estrema eleganza. Il desiderio di dare al marchio un approccio più couture». La nuova collezione è la combinazione eclettica e armoniosa di oggetti competenti e socievoli, come li definisce Massaud: «Un dialogo fecondo tra un divano archetipo del comfort, complementi brutalisti, un programma di mensole cartesiane decostruite… l’opposto del total look. Tutto ciò compone un’atmosfera cozy-chic perché abbiamo bisogno di comfort ed eleganza». Tra le ispirazioni, la moda per i tagli puliti, le linee organiche e i dettagli sartoriali: «Tra i miei riferimenti, Hubert de Givenchy, la scuola giapponese, Maria Grazia Chiuri e Jacquemus. La moda riesce, con una semplice cucitura in sbieco o un’elegante sproporzione, a valorizzare un abito o una giacca banale, è una raffinatezza che cerco di infondere nel mondo degli imbottiti tanto quanto su scala architettonica».

La poltrona Owen, con schienale che sembra avvolgersi su se stesso come un nastro di Möbius trasformandosi in bracciolo

La poltrona Owen, con schienale che sembra avvolgersi su se stesso come un nastro di Möbius trasformandosi in bracciolo

 

Tra le novità, la seduta Owen: «Illustra la nuova dimensione couture pensata per il brand. Un comfort avvolgente, una forte sensualità, una raffinata scultoreità con un potente mix di modernità e artigianalità artistica per un carisma senza tempo». E il divano Joan: «È un lavoro sull’archetipo e la proporzione. L’archetipo del comfort: il cuscino. La proporzione del comfort: l’orizzontalità. Si combina in piccole “isole” con una geometria pura ma avvolgente».

Il triangolo magico di Poliform

Manuela Mimosa Ravasio

10 Settembre 2021

Massaud lavora con Poliform dal 2010: «È una delle poche grandi e belle aziende italiane ancora possedute e gestite dalla famiglia fondatrice. Condividiamo con entusiasmo la cultura dell’esigenza, bellezza e qualità, proporzione e durata. Ogni progetto è un dialogo appassionato, a volte persino animato, come le conversazioni italiane. Ogni incontro di revisione del prototipo mi sembra un pit-stop ai box della scuderia Ferrari nei suoi anni d’oro, tutto è preciso, riuscito e coinvolgente, un grande team».

Il divano Joan si compone di diversi elementi con cui creare soluzioni personalizzate, dalle più ampie a quelle più compatte

 

Il divano Joan si compone di diversi elementi con cui creare soluzioni personalizzate, dalle più ampie a quelle più compatte

 

 

Il designer vive a Saint-Paul de Vence, un borgo medievale nella costa Sud della Francia, un tempo rifugio di Prévert e Chagall: «La mia casa è sia un nido sia un luogo dove ricevo. È un paesaggio informale e accogliente vestito di bianco sporco, legno chiaro e finiture rustiche, molti libri, prototipi, mobili e oggetti acquistati nei mercatini delle pulci o durante i viaggi, un mix naturale dallo spirito provenzale-giapponese. Pochi pezzi noti, una poltrona di Pierre Paulin accostata ad arredi anonimi in legno di montagna, un tavolo di Saarinen, una sedia di Rietveld, oggetti d’arte di amici artisti, tre pezzi di Guillaume Bardet. Un landscape in continua evoluzione, caldo, leggero, sereno». Ma cosa avrebbe voluto essere Massaud, se non avesse fatto il designer? «Il rugbista o il surfista, ma non ero abbastanza bravo e libero. Oppure il compositore: la musica è per me l’arte più espressiva, la più emozionante».

Uscire è sempre una bella scoperta

Sara Conte

17 Giugno 2023