di
Flavio Vanetti
La Nazionale era già qualificata prima della palla a due e vince una partita di carattere, trascinata da Diouf e Niang
TBILISI Risalendo dall’inferno di una partenza da incubo, avendo perfino la forza di giocare per vincere nonostante fosse già certa della promozione alla fase finale (regalo della Bosnia Erzegovina, che ha sconfitto la Grecia priva dell’Antetokounmpo «vero» e di Larentzakis), l’Italia ha rimontato e sconfitto la Spagna: 67-63, l’estasi dopo il buio. E’ una condanna durissima per la squadra di Sergio Scariolo, formalmente campione in carica ma ora in piena fase di ricambio e dunque priva di quella malizia che sarebbe servita anche per scacciare la prospettiva di una clamorosa eliminazione: si verificherebbe se non battesse la Grecia nell’ultimo turno e se la Bosnia superasse la Georgia; in tal caso passerebbero i caucasici come quarti, avendo vinto lo scontro diretto.
Per una volta tanto sono guai altrui, mentre sul fronte azzurro dobbiamo davvero affezionarci a questa squadra dalle pecche infinite – si può vincere solo con il 35% al tiro? Sì, si può, soprattutto se prendi 49 rimbalzi contro 43 – ma dal cuore infinito. E dalla capacità di ruggire nel quarto tempo, di nuovo il luogo di accelerazioni vincenti e di una difesa capace di costringere al digiuno l’attacco avversario.
Tutto era cominciato con una situazione irreale (0-13 7’20 senza segnare), poi in qualche modo il sarto azzurro ha sistemato le toppe – mira pessima, con Fontecchio di nuovo in difficoltà, problemi nel creare vantaggi, nervosismo – e ha fatto sì che la situazione rimanesse su scarti minimi (da 4 a 6 punti), per quanto endemici. Detto che Pozzecco non s’è fatto mancare il solito fallo tecnico, che Procida ha visto finalmente in campo (con tripla immediata, quella del 47-47), serviva la spallata. E questa è venuta da due «atletoni» che un tempo non avevamo: Niang (spaventoso negli zompi, ma si è infortunato alla caviglia: da valutare), e Diouf (top scorer italiano con 14 punti, seguito da Ricci con 11), colui che alla fine ha dettato legge sotto canestro. Ci sono voluti quasi 30’ per il primo sorpasso (Niang, 49-47), poi nel quarto tempo Azzurra ha costruito un +5 (62-57) che Aldama ha annullato con l’ultimo guizzo della Spagna.
Quindi di nuovo un finale di grinta e volontà, con Spissu sugli scudi a prendere falli (anche un antisportivo decisivo) e a risolvere dalla lunetta. A Riga andremo o da secondi o da primi, se la Spagna piegherà la Grecia, dando già per acquisito il nostro successo su Cipro. E poi si scruterà l’epilogo del girone D, dove le quattro elette ci sono già (Francia, Israele, Polonia, Slovenia) ma dove resta da stabilire, nella giornata conclusiva, il loro ordine nella classifica. Magari con eventuali «scelte» dell’avversario da incrociare, perché non ce la raccontano che certe cose non si fanno.
2 settembre 2025 ( modifica il 2 settembre 2025 | 23:15)
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