Ferrari ripete il doppio zero della Cina, ma questa volta parliamo di due incidenti. Il primo nasce da un’ingenuità di Lewis, che arriva troppo forte in curva 4. Leclerc è invece speronato da Antonelli. Il monegasco, piuttosto che prendersela con l’italiano (reo colpevole) punta il dito sulla strategia della Rossa, sulla quale ancora una volta non era affatto d’accordo. Scenario che si ripete quasi ogni domenica…

L’ingenuità di Lewis

Un po’ di contesto risulta utile per capire la situazione. Da qualche giro Hamilton stava cercando di avvicinarsi a Russell. La numero 44 aveva più passo, ma non c’era modo di superare. Per questo, in radio, l’inglese ha suggerito di provare una strategia anticipando la sosta per passare l’ex compagno di squadra. Nei giri precedenti le gomme posteriori dell’inglese erano in overheating, lo stesso Lewis ne ha parlato.

Per correggere questa tendenza, assieme al muretto ha scelto di non spingere troppo in curva 8 e 9. Una volta rientrato in un regime accettabile, vedendo che non c’era modo di passare George, si è studiato un’handling differente per favorire il sorpasso. Tuttavia, nemmeno il tempo di parlare delle coperture e l’inglese perde la vettura e si sbatte con l’anteriore contro le barriere. Un incidente che di fatto gli costa la gara.

R.A: “Frena 50 metri prima in curva 14 per avere una fase di accelerazione migliore.”
L.H: “Dovremmo fare un undercut per passare. Siamo vicini.”
R.A: “Ci stiamo lavorando.”
L.H: “Le gomme sembrano ok.”
R.A: “Sei ok?”
L.H: “Sì… sono molto spiacente ragazzi.”

La proverbiale sfortuna di Leclerc

Quando si tratta di Ferrari, la sfiga ci vede benissimo. Alla riga infinita di esempi si unisce quello del Gran Premio d’Olanda. L’incidente di Lewis costringe la direzione gara all’utilizzo della Safety Car. Gran parte dei piloti non aveva ancora realizzato la sosta. Uno di questi era George Russell che, potendo sfruttare il doppio regime di bandiera gialla, si riprende la posizione su Leclerc che aveva appena realizzato il cambio di compound.

Il monegasco lascia trasparire la sua frustrazione via radio. Lo fa mentre sottolinea come la sfortuna sia sempre presente con lui. Sul canale di comunicazione della numero 16 si sfoga per poi chiedere subito i riflessi di questa jella relativi alle possibili posizioni in pista che avrebbe perso.

C.L: “Nooo! Questa è… Siamo troppo sfortunati. Non ci posso credere.”
R.A: “Eh sì… comunque lavora sulle gomme e imposta la modalità di ricarica su on.”
C.L: “Quante posizioni rischiamo di perdere?”
R.A: “Probabilmente perderai solamente una posizione, quella su George Russell. Ti tengo informato.”

Charles non voleva fermarsi

E come se non bastasse, nell’ultima parte della corsa la malasorte abbraccia ancora Charles. Sì… perché il ferrarista si vede costretto ad abbandonare la gara dopo il contatto con Kimi Antonelli. Il bolognese lo centra in pieno con una manovra azzardata e lo mette fuori combattimento, oltre a danneggiare irreparabilmente la sua vettura e compromettere le prestazioni della W16.

Poco prima era andato in scena uno scambio di informazioni in Ferrari. Il muretto avvisa la sosta imminente di Antonelli che, in quel momento, con la strategia sul pit stop, poteva passare Charles realizzando un undercut. Per questo il muretto indica al ferrarista di rispondere al cambio di pneumatici, sebbene Charles fosse convinto che restare in pista fosse la mossa migliore, per poi eventualmente sostituire dopo le coperture.

Bozzi chiede lumi sulla tattica del suo pilota ma non la concorda. Per questo costringe la numero 16 a recarsi ai box per permettere ai meccanici di montargli un nuovo set di coperture Pirelli cerchiate di Rossa. La ragione è chiara per il remote garage: coprire la mossa di Kimi ed evitare di perdere la posizione sull’italiano. Tornato in pista si ritrova davanti Antonelli che in curva 4 si butta all’interno della traiettoria sino al contatto.

Il ferrarista in radio esprime molta delusione e sopratutto non dimentica il suo ragionamento sulle gomme: Charles ribadisce che le coperture erano ancora in buono stato e la sosta si poteva tranquillamente evitare in quel momento. Era meglio attendere per poi prendere una scelta. Non possiamo parlare di polemica, ma la precisazione dopo l’incidente fa capire il suo punto di vista sulla strategia contrario a quello del team italiano.

C.L: “Penso che tutto questo non fosse affatto necessario. Non sapremo mai come sarebbe andata, ma onestamente penso che le gomme erano ancora buone. Comunque… ora scendo dalla macchina…”