La propaganda pro-Pal ha invaso le menti e le coscienze degli occidentali. Si parla solo di Gaza, dove sarebbe in arrivo una “carestia” che ucciderà per fame sempre più persone. Eppure nella Striscia entrano quotidianamente migliaia di tonnellate di aiuti umanitari: di questo non si parla, perché la narrazione ufficiale vuole che ci siano bimbi affamati e morti, appunto, di fame. È un vero orrore sapere, invece, che quanto sta entrando a Gaza ogni giorno supera di gran lunga la quantità di cibo che si riesce a mandare in tutta l’Africa Centrale in un mese.

La vera missione

Non c’è più margine di recupero, e una flotta (che non è una semplice flotilla) è stata allestita da “pacifisti” provenienti da oltre 40 Stati; il 31 agosto è partita da vari porti europei e, con più di 80 imbarcazioni, vuole forzare il blocco navale per portare aiuti a Gaza. Premesso che entrando nella Striscia questi signori vedrebbero la vera situazione, compreso il fatto che stanno portando una goccia nel mare di aiuti che già ci sono, è chiaro che non vogliono entrare: anzi, sperano di essere fermati prima, magari con feriti (o addirittura morti) in modo da buttare un’altra tonnellata di fango su Israele, forse la definitiva. Questa è una follia, è una vera provocazione che rischia di trasformarsi in tragedia e che può esporre ancora di più lo Stato ebraico alla rabbia dell’Occidente. Il Tempo da settimane sta portando avanti un’inchiesta giornalistica per dimostrare che un certo signor Hannoun, vicino ad Hamas, va a braccetto con la sinistra italiana; si sarebbe mosso anche per l’organizzazione della Freedom Flotilla, il che dimostra ancora di più la pericolosità di questa insidiosissima “missione”.

La presenza di Hamas nella Striscia

Ormai si sta facendo di tutto per criminalizzare Israele, fino alla sua delegittimazione totale. Ma perché non si tiene conto di cosa rappresenti veramente Hamas nella Striscia e di come questa presenza sia percepita in Occidente? Si può dimostrare che la popolazione di Gaza è un tutt’uno con chi la governa, mentre si cerca di sostenere che tutti i civili siano oppressi e manovrati da Hamas. Se così fosse, ci sarebbe stata qualche manifestazione popolare, tipo quelle che stanno avvenendo in Israele o come quella di piazza Tienanmen in Cina di 36 anni fa, mentre ciò non è avvenuto e non avviene.

La compartecipazione

Per quanto riguarda la compartecipazione della popolazione, il 7 ottobre 2023 ben 100mila gazawi hanno contribuito a completare i massacri e le spoliazioni dei cadaveri. A proposito, domenica è stato ucciso il “portavoce” di Hamas, Abu Obeida, che ha organizzato tutte le manifestazioni e messe in scena che hanno favorito la propaganda dei terroristi fin dall’inizio. La stessa popolazione ha partecipato alla riconsegna di alcuni ostaggi in un tripudio di folla, la stessa folla che era presente il 7 ottobre e che ha assistito allo spettacolo degli ostaggi catturati portati in giro come trofei.

Le risorse energetiche

Ormai è chiaro che le risorse energetiche fanno gola, in particolare a Francia e Inghilterra, che già si stanno contendendo le risorse di Egitto, Gaza e Libano. I bombardamenti continui, poi, fanno il resto e così il “genocidio” è servito. E nulla vale considerare che in realtà la percentuale complessiva dei morti rispetto alla popolazione è di appena il 2,4 per mille, mentre la percentuale dei morti israeliani senza l’Iron Dome sarebbe stata di oltre il 15% (un altro ordine di grandezza).

Tutto al bando

In Europa ormai viene messo al bando tutto ciò che è ebraico e, in Italia specialmente, la causa di Hamas, alfiere dei palestinesi, sta entrando non più nella testa ma nella pancia del popolano e del colto professore. Si moltiplicano per clonazione spontanea le iniziative di Regioni e Comuni, associazioni di tutti i tipi, dalle bocciofile per anziani alle Università. Tutti chiedono la sospensione di qualsiasi rapporto con Israele.

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Redazione