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Maristella De Michele e Alberto Giulini

Il giovane portiere assalito da un genitore della squadra rivale durante una zuffa in campo. La moglie dell’aggressore: «Manipolazione dei fatti, le cose non sono andate in quel modo

«Sto iniziando a riprendermi. Continuo a chiedermi perché quell’uomo sia entrato in campo e se mio padre, al suo posto, avrebbe fatto la stessa cosa». Thomas ha 13 anni, è il portiere del Volpiano-Pianese che domenica è stato aggredito dal padre di un avversario al termine della gara del SuperOscar (categoria Under 14) contro il Carmagnola, nel Torinese.

La frattura

«In quel momento non ho avuto paura, ero più che altro stupito per una situazione che non mi sarei mai aspettato da un adulto. Ho parlato con mio padre, mi ha detto che sarebbe entrato in campo ma solo per dividerci: non avrebbe mai picchiato un ragazzino». Il 13enne, trasportato in ambulanza all’ospedale Martini, ha riportato una frattura al malleolo della gamba sinistra e un trauma distrattivo del rachide cervicale, oltre a varie contusioni.



















































La mamma

«Le conseguenze potevano essere molto più gravi, la cosa più importante adesso è che Thomas sia a casa con noi – racconta mamma Veronica –. È molto provato, deve ancora metabolizzare quello che è successo. Anche noi dovremo farlo e cercheremo di stargli molto vicino. Le sue prime parole? Si è rivolto al padre e ha chiesto: “Papà, avresti mai fatto una cosa del genere?”. Angelo, mio marito, l’ha stretto in un lungo abbraccio, forse in queste circostanze non servono tante parole».

La zuffa in diretta streaming

Al momento dell’aggressione la donna non si trovava sugli spalti, stava seguendo la partita da casa sul suo telefonino, in diretta streaming. «Quando ho visto quell’uomo scagliarsi con violenza contro mio figlio mi sono sentita morire, ho preso le chiavi dell’auto e mi sono precipitata a Collegno. Ho visto Thomas a terra e ho pensato al peggio, temevo di non rivederlo più. È stato davvero terribile».

Le parole di Dino Zoff

I giorni successivi all’aggressione sono caratterizzati da un via vai dall’ospedale dove gli sono state prestate le prime cure. «Abbiamo avuto un lungo colloquio con la psicologa: il percorso sarà lungo, ma ne usciremo. Quello che è accaduto è follia. Ci riteniamo fortunati perché Thomas è a casa con noi. Sarà dura andare oltre, ma siamo consapevoli che sarebbe potuta andare molto peggio. Gesti così non dovrebbero accadere mai, tanto più su un campo da calcio dove giocano ragazzini». Al 13enne non manca la voglia di tornare a giocare e un messaggio speciale è arrivato anche da Dino Zoff, campione del mondo e portiere della Juventus e della Nazionale. «Ne è stato molto contento, mi ha detto con serenità che andrà avanti e passerà questo brutto momento. Thomas non vede l’ora di tornare a giocare, per fortuna. Ci ha detto “lavorerò sulla parte psicologica, perché questo episodio fa male. Ma voglio evitare che mi passi la voglia di giocare: il calcio è la mia vita”».

Il filmato

Un video registrato dagli spalti sta intanto aiutando a ricostruire i concitati istanti che portano dal fischio finale all’aggressione. Un giocatore avversario scatta dalla panchina e lo insulta, Thomas lo colpisce. Scatta un violento parapiglia, sedato dopo pochi secondi dall’intervento di allenatori e dirigenti. Ma quando la situazione sta tornando alla tranquillità, arriva di corsa il padre dell’altro giocatore e colpisce Thomas. Intervengono altri dirigenti a difendere il ragazzo e il 40enne, dopo una quindicina di secondi, viene allontanato. Nel parapiglia c’è anche il padre di Thomas, dirigente e guardalinee che ieri, 2 settembre, raccontata: «Ho visto mio figlio preso a botte e ho fatto quello che avrebbe fatto ogni papà: ho reagito e l’ho difeso. Forse mi prenderò una denuncia anch’io ma non mi importa».

La moglie dell’aggressore: «Quante falsità»

«Quella raccontata finora è una manipolazione, le cose non sono andate in quel modo. Non posso aggiungere altro, ma la verità verrà fuori». È la moglie a prendere le difese del 40enne che domenica ha aggredito un ragazzo di 13 anni, avversario del figlio, dopo un parapiglia in campo. La famiglia si è affidata all’avvocata Beatrice Rinaudo. «Siamo ovviamente molto dispiaciuti per quello che è successo ai ragazzi, tutti — aggiunge la legale —. Ma non c’è stato nessun atterramento e nessun calcio. Gli altri hanno raccontato la loro versione, noi racconteremo la nostra e agiremo in ogni sede».


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3 settembre 2025