di
Andrea Pasqualetto
Da Vicenza a Bucarest, spunta il video choc dell’ex capitano dell’esercito americano. L’ex moglie: «Mi ha rubato il figlio portandolo via senza documenti. Possibile che la giustizia non si muova?»
Prima ha ingaggiato Jay, un veterano dell’esercito britannico specializzato nel recupero di bambini stranieri all’estero. Poi Fabrizio, titolare di una grossa agenzia di investigazioni che ha subito sguinzagliato un paio di detective in Romania. Infine Giorgio, il suo istruttore di volo, perché il piano prevedeva pure l’uso di un Piper. E con questa squadra speciale il capitano Nicholas C. D., 40enne ufficiale dell’esercito americano di stanza a Vicenza, ha messo a segno un blitz degno di James Bond. Obiettivo: riportare in Italia il figlio di sei anni sottratto due mesi prima dalla moglie fuggita con il piccolo in Romania con l’intenzione di restarci.
La scena ripresa
L’operazione è scattata il 30 luglio dello scorso anno e quel che è successo nella capitale romena è ben documentato nelle immagini di una telecamera di videosorveglianza che ha ripreso la scena: papà Nicholas si apposta all’angolo, il bambino arriva, lui lo prende sottobraccio e scappa, inseguito inutilmente dalla madre. Si sa che poi carica il piccolo su una Toyota e si invola a gran velocità verso l’aeroporto bulgaro di Ruse, a un’ora e mezza da Bucarest. Dove ad attenderlo c’è il Piper pilotato dall’istruttore. Decollo, rilassamento muscolare e rientro in Italia. Così, l’anno scorso.
Ora il bambino vive con lui e con la nuova compagna. «Dovevo farlo. Per mio figlio, per il suo futuro. Se avessi aspettato troppo sarebbe stato sempre più difficile. Già aveva iniziato a dire che non mi riconosceva come papà. Nessuna istituzione muoveva un dito, né l’esercito, né l’ambasciata americana, né le autorità italiane. E allora ci ho pensato io — spiega Nicholas che da qualche mese ha lasciato l’Army per fare l’avvocato, il suo primo lavoro —. Il bambino è felice in Italia, ha iniziato a frequentare la seconda elementare». Questa la sua versione.
L’ex moglie: l’ho denunciato
E l’ex moglie, la quarantasettenne romena Roxana, che un tempo dirigeva negozi di beauty, come la pensa? «Io l’ho denunciato alla polizia di Bucarest ma la giustizia romena non può procedere perché è un militare americano — sospira Roxana che nel frattempo è tornata in Italia e ha qualcosa da dire —. Io sono stata costretta ad andare in Romania con il bambino perché, dopo la fine del nostro matrimonio per un suo tradimento, non sapevo più come mantenermi. Vorrei ricordare che prima di partire il tribunale italiano aveva deciso che nostro figlio vivesse con me nella nostra casa, dalla quale però ero stata sfrattata. Non avevo soldi, non avevo residenza e nessuno mi dava lavoro. Cosa potevo fare? Avrò anche sbagliato a portare il piccolo in Romania ma non avevo alternative… E poi dietro a tutto questo c’è anche un problema di alcol, Nick beveva e non ci trattava bene…».
Lui smentisce seccamente: «Non è vero, né che lei fosse sul lastrico, visto che la famiglia ha varie proprietà, né che io fossi alcolizzato. Più semplicemente non accettava la fine del nostro rapporto e così mi ha creato molti problemi anche con l’esercito americano, ben sapendo che dicendo certe cose io avrei avuto delle conseguenze. Ho dovuto implorare l’esercito, al quale ho dedicato dieci anni di servizio senza macchie, di credermi».
Il tribunale: affido esclusivo al padre
La lunga battaglia legale ha un punto fermo nella decisione del Tribunale di Vicenza del 17 luglio dello scorso anno, che ha ribaltato la situazione dopo la fuga di Roxana: «Si affida il figlio minore in via esclusiva e rafforzata al padre con collocamento dello stesso presso la sua residenza in Italia e con previsione che lui possa prendere da solo le decisioni di maggior importanza per il figlio relative all’istruzione, all’educazione, alla salute del minore».
È sulla base di quel pronunciamento favorevole che il capitano Nick ha iniziato a pianificare «militarmente» l’incredibile recupero del bambino.
Costo dell’operazione, chiamata dal padre «Gardaland» come il parco giochi preferito dal piccolo: 40mila euro, fra aereo privato, veterano e agenzia di investigazione. «Se qualcuno mi avesse fermato in Romania sarebbe fallita e addio figlio». Roxana può ora vederlo in videochiamata e in presenza una volta alla settimana con gli assistenti sociali.
Il bimbo sottratto due volte
«E secondo lei può bastare un’ora a settimana a una madre? Lui ha bisogno di me e io di lui — si strugge —. Lui ha rubato mio figlio come uno 007, l’ha portato via senza documenti con un aereo privato: com’è possibile che la giustizia non faccia nulla?».
Il capitano ha la sentenza dalla sua: «Il bambino è affidato a me in via esclusiva».
Da una parte lei, dall’altra lui. E in mezzo il figlio, sottratto due volte, prima dalla madre, poi dal padre. «Emerge una spirale di invischiamento che espone il bimbo a soddisfare le esigenze degli adulti, mentre gli adulti sono incapaci di comprendere le sue», ha concluso la psicologa Barbara Bonomi, incaricata dal giudice di Vicenza di sciogliere il groviglio. È la guerra del capitano e della sua ex per il loro bimbo.
3 settembre 2025 ( modifica il 3 settembre 2025 | 09:36)
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