Un improvviso lutto che ha colpito il presidente del collegio, Marco Cossu, ha fatto saltare l’udienza che era in programma per oggi per il processo a Tempio Pausania nei confronti di Ciro Grillo e di altri tre suoi amici, Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria, Edoardo Capitta, accusati di violenza sessuale di gruppo. Oggi era attesa la sentenza. Ancora da definire la data del rinvio.
La fase finale del processo
Il figlio di Beppe Grillo, fondatore del M5s, e i suoi tre amici sono accusati di violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza, 19enne all’epoca dei fatti, e di una sua coetanea. La principale accusatrice oggi avrebbe voluto essere presente in aula, anche se l’avvocato Giulia Bongiorno, che la rappresenta nel processo, era stata cauta su questa possibilità: “Sono incerta su che cosa le consiglierò di fare. Questa è una vicenda estremamente dolorosa perché quando si fa una denuncia per violenza sessuale purtroppo, spesso, la vittima non solo viene messa sul banco degli imputati, ma viene radiografata come se si facesse una tac con il mezzo di contrasto”, aveva detto.
Il Pm ha chiesto 9 anni di condanna
La sentenza di oggi avrebbe dovuto chiudere un dibattimento durato tre anni che è arrivato a sei anni dai fatti contestati, la notte tra il 16 e 17 luglio 2019 nella villetta della famiglia Grillo a Porto Cervo. Sul verdetto, Bongiorno aveva detto di aspettarsi “una sentenza nella quale sia riconosciuto che questa denuncia così difficile, sia una denuncia non solo corretta, ma un vero riscontro al fatto che la scelta di denunciare in Italia ha un senso ancora oggi”. Il procuratore Gregorio Capasso, che aveva parlato in sede di replica, non ha dubbi: gli imputati sono inattendibili, “hanno adattato la loro versione a seconda delle indagini”, la ragazza invece, “ha sempre ripetute le stesse cose” senza mai cambiare le sue dichiarazioni. Per il pm questa è la chiave di lettura del processo, per questo ha ribadito la contestazione di violenza sessuale di gruppo per tutti – compreso Corsiglia, l’unico che in aula ha ammesso un rapporto sessuale, ma consenziente con la principale accusatrice, negando però di aver abusato di lei e della sua amica insieme agli altri – e le richieste di condanna: 9 anni ciascuno.
Polemiche sul caso
Intanto, sul caso, si sono accese le polemiche dentro e fuori dall’aula del tribunale, per l’ipotesi di proseguire domani il processo, a sole 24 ore dalla morte improvvisa del figlio di Marco Contu, avvenuta nella Capitale. “È inaccettabile poter pensare che una persona, non solo un magistrato, che ha perso un figlio possa serenamente venire in udienza domani ad ascoltare qualunque cosa rispetto alla morte del figlio è sicuramente una sciocchezza – ha detto prima in aula e poi ai cronisti fuori l’avvocato Alessandro Vaccaro che difende Lauria – Io non mi sarei sentito in grado di discutere un processo parlando di cose futili rispetto al lutto che lo ha colpito”. L’udienza, al momento, è stata rinviata al 22 settembre con la richiesta al Csm dell’applicazione del giudice a latere Alessandro Cossu che nei prossimi giorni prenderà servizio ad Asti. “Il 22 faremo quello che avremo dovuto fare oggi sperando che nel frattempo il presidente si sia ripreso. Sinceramente non riuscirei neanche a pensare di chiedere ad un padre a chi è morto un figlio di venire in udienza oggi o domani”, ha commentato Vaccaro rispetto all’ipotesi ventilata in aula dopo che il presidente Contu ha dato la disponibilità a presiedere l’udienza anche domani alla presidente del tribunale Caterina Interlandi. “Abbiamo apprezzato il senso del dovere del presidente ma proprio per questo abbiamo detto no grazie”, ha aggiunto Giulia Bongiorno. “A nome mio e di tutta la Procura ci stringiamo attorno al presidente Marco Contu”, ha concluso il procuratore capo Gregorio Capasso.
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