Il capitano dell’Italvolley femminile: “Questo torneo è troppo lungo e noioso”


Davide Romani

Giornalista

3 settembre 2025 (modifica alle 11:31) – MILANO

Dalla scorsa estate Julio Velasco l’ha scelta come capitana delle ragazze d’oro. Con 251 presenze in maglia azzurra, Anna Danesi è una delle senatrici del gruppo. Il 26 agosto a Phuket contro il Belgio ha fatto preoccupare tutti per un episodio di tachicardia. Negli ottavi contro la Germania è tornata più forte di prima e oggi alle 15.30 guiderà la Nazionale nei quarti del Mondiale contro la Polonia (diretta su Rai 2 e Dazn).

“Bene, mi sono ripresa. Sono tranquilla. Certo, non nego che un po’ mi sono spaventata ma è una situazione che mi capita ogni tanto, quindi non è stata una sorpresa”.

Ottenuta la terza laurea a luglio (l’ultima in Psicologia, le prime due in Scienze motorie e Scienze dell’alimentazione) ora non ha più esami da preparare. Come passa il tempo libero durante i collegiali e le manifestazioni con la Nazionale?

“Ho letto molti libri di Carrisi, faccio le parole crociate e poi gioco a burraco”.

La stessa passione di Sinner?

“Magari io vinco l’oro mondiale e lui gli Us Open e poi lo sfido a carte… (ride). E comunque so giocare anche a tennis”.

Il 2018, l’anno dell’argento mondiale, rappresenta il punto di partenza per questo gruppo. In 6 eravate presenti in Giappone. Come racconterebbe l’evoluzione di questa squadra? 

“È stato un viaggio sulle montagne russe. Abbiamo vissuto delle gioie e delle delusioni clamorose ma alla fine siamo riuscite a trovare la nostra stabilità, il nostro equilibrio. Ricordo quel periodo difficile comunque con gioia perché è servito per tornare più forti. Abbiamo sofferto troppo, abbiamo lasciato indietro troppo in questi anni ma dall’arrivo di Velasco c’è stato quel salto in avanti che ci mancava: ora questa squadra ha una maturità pazzesca”.

Che effetto le fa vedere Nervini, la cucciola del gruppo, essere così decisiva?

“In lei rivedo la spensieratezza mia, di Egonu, Sylla, Fahr, che nel 2018 giocavamo con grande serenità e leggerezza. Stella si è ritrovata catapultata in questo Mondiale. Dalla possibile esclusione dalle 14 al ruolo di titolare”.

Nei quarti c’è la Polonia. Che partita si aspetta? 

“Spererei con lo stesso andamento della semifinale di Nations League, ma ne dubito (successo azzurro per 3-0, ndr). Loro hanno Stysiak e Smarzek che sono due buoni opposti. E poi al centro Korneluk a muro spesso fa ombra a chi attacca. Dovremo essere brave a sfruttare i loro punti deboli. Attaccare dalla parte della palleggiatrice quando sarà in prima linea a muro e poi battere bene per sfruttare al meglio il nostro sistema di muro-difesa”.

Come sta vivendo questo torneo così lungo? 

“Non mi piace. Gli anni scorsi c’erano meno squadre e durava meno (da questa edizione si è passati da 24 a 32 squadre, ndr). Soprattutto le pause tra una partita e l’altra sono troppo lunghe. Diventa noioso. E poi la novità di calendarizzare i Mondiali ogni due anni fa perdere valore alla manifestazione”.

Estati sacrificate per la maglia azzurra… 

“Da quando ho 14 anni questa stagione dell’anno la trascorro così. E ora ne ho quasi 30. L’idea è quella di arrivare a Los Angeles 2028, se sarò ancora integra e se il ct mi convocherà. Questo è il mio obiettivo futuro e ne parlerò anche con le mie compagne. Ma ora non è il momento, c’è un Mondiale da concludere al meglio”.

“Ci vorrebbe un po’ di vacanza e invece dal 17 settembre si torna in palestra con il club. Dovevano essere solo 7 giorni di stacco e invece siamo riuscite a ottenerne 10”.