LA PLAGNE (Francia) – Con i 20 punti conquistati nella volata al chilometro 12,1 e scalati quelli per il terzo posto di Pogacar, il vantaggio di Milan su Tadej nella lotta per la maglia verde è ora di 80 punti. Ad assistere al traguardo volante di Villard sur Doron c’erano anche Luigi Marchioro ed Eugenio Alafaci, i due massaggiatori della Lidl-Trek incaricati dell’arrivo. “Gigio” peraltro è anche il massaggiatore del friulano, per cui quando ci raggiunge ai 500 metri dall’arrivo, il suo sorriso è di quelli ottimisti (in apertura, i due sono insieme subito dopo la vittoria di Laval). Il vantaggio è grande, non ancora matematico, ma quasi. Nel frattempo in cima al monte ha iniziato a piovere e provvidenziale si rivela l’ombrello tenuto da Alafaci. La corsa è annunciata a 65 chilometri dal traguardo, c’è il tempo per farsi raccontare il “suo” Milan.

Nella carriera precedente, “Gigio” è stato il massaggiatore di Sonny Colbrelli. Quando poi nel 2021 alla Bahrain Victorious arrivò il velocista friulano, che a quel tempo era più un pistard che un grande stradista, gli fu affidato l’incarico di massaggiarlo.

«La prima volta che me lo sono trovato sul lettino – sorride – ho pensato: mamma mia che gambe, c’è tanto da lavorare! Aveva 21 anni ed eravamo in Belgio. E gli ho detto una cosa: “Quando scendi dal lettino, fatti una foto intera delle gambe e ogni anno continua a farla e vedrai lo sviluppo”. Fino all’anno scorso lo ha fatto di sicuro, perché me lo raccontava. Johnny è buono, è una persona speciale, con cui è nato un rapporto di grande fiducia».

L’incontro con Gigio (e con lui Alafaci), a pochi metri dal traguardo di La Plagne

L’incontro con Gigio (e con lui Alafaci), a pochi metri dal traguardo di La Plagne

A parte le foto, hai visto cambiare le sue gambe?

Anno dopo anno, è sempre meglio. Dall’anno scorso, da quando è entrato qua in Lidl-Trek, c’è stato un cambiamento ulteriore dovuto alla preparazione, all’età e anche alla testa. Vive per il secondo anno in una squadra che punta su di lui e gli dà gli uomini per fare lo sprint: crescere è davvero inevitabile.

L’altro giorno gli abbiamo chiesto se gli sia sembrato più duro il Mont Ventoux oppure le Tre Cime di Lavaredo del 2023, quando arrivò in cima in maglia ciclamino dopo aver avuto la febbre. Che cosa sono per lui queste salite?

Un handicap tremendo. Mi ricordo anche l’anno scorso quando al Giro fecero per due volte il passaggio del Monte Grappa, potevano fare anche la terza… Quando tratti un velocista puro dopo una tappa con tanta salita, le gambe sono belle toste, dure, incatramate. Però è un gusto massaggiarlo, perché ti fa lavorare bene. In più, come tutti gli altri ragazzi della nostra squadra – che siano italiani, francesi o belgi – quando finisci di fargli il massaggio, anche Milan ti mette la mano sulla spalla e ti dice grazie. E quella è una soddisfazione.

Com’è fatto il massaggio di Jonathan Milan?

Un massaggio bello, profondo, intenso, perché a lui piace così. La durata varia fra un’ora e un’ora e un quarto. Lui si rilassa, il bello è quello. Soprattutto quando si gira con la pancia in giù. Mi dice: “Guarda che adesso sto pensando”. E di solito significa che sta per addormentarsi (sorride, ndr).

La salita per un atleta imponente come Milan (1,96 per 87 kg) è un supplizio: le gambe dopo le tappe più dure richiedono grande lavoro

La salita per un atleta imponente come Milan (1,96 per 87 kg) è un supplizio: le gambe dopo le tappe più dure richiedono grande lavoro

Un massaggio tutto manuale oppure anche con qualche macchinario?

No, manuale. Poche volte con la Tecar, diciamo che all’80-90 per cento è sempre manuale. Dopo aver massaggiato Johnny per un’ora, anche io mi faccio i muscoli (ride, ndr).

Si massaggia tutto il corpo in modo omogeneo oppure ci sono delle differenze?

Dipende dalla tappa. Dopo una crono, sono uno che lavora sia sulle gambe sia sulla schiena. E dipende anche dalla tappa che è stata fatta il giorno prima della crono. Perché magari lavori già sulla schiena per dare un po’ più di elasticità. E la stessa cosa si fa dopo la crono, perché la posizione non è delle più comode e bisogna rimettere in sesto la schiena.

Il primo Tour è stato una prova anche dal punto di vista muscolare? L’hai sentito diverso rispetto ad altre corse?

Sì, assolutamente, il primo Tour è tutto diverso. Fisicamente, ma anche psicologicamente. Jonathan era venuto qua con l’ambizione di vincere la prima tappa, che avrebbe significato avere la maglia gialla. Non è andata bene, ma non per colpa sua, quanto per quel ventaglio. L’obiettivo è rimasto quello di vincere più tappe possibili e prendere la maglia verde. Diciamo che siamo vicini all’averlo centrato, con due vittorie e due secondi posti, che sarebbero potuti essere anche delle vittorie.

In questa foto fornita dallo stesso Gigio, un momendo di massaggio e relax con Jonathan Milan

In questa foto fornita dallo stesso Gigio, un momendo di massaggio e relax con Jonathan Milan

Il massaggio del friulano è intenso e profondo: dura fino a un’ora e 15 minuti

Il massaggiatore è ancora oggi il vero confidente del corridore o sono abitudini superate?

Secondo me, se il corridore ha fiducia nel suo massaggiatore, si confida su tutto. Sapete benissimo che ho seguito Colbrelli e ho notato la stessa cosa che ora accade con Johnny. Non è che gli chieda qualcosa, è lui che spontaneamente inizia a parlare. Forse c’entra l’età, visto che potrei essere suo padre.

Un altro dei punti fermi di una volta recita che il massaggiatore riesca a capire dalle gambe se il corridore ha il grande risultato in arrivo.

Io penso sempre che il massaggiatore sia una figura importante per il corridore. Senti il muscolo, però senti anche come ti parla, la differenza tra un giorno e l’altro. Quando è arrivato secondo era furibondo, ma il giorno prima di vincere ancora, l’ha detto: “Domani non c’è Merlier che tenga, io domani vinco!”. Johnny è un po’ un testone, ma quando le dichiara, sbaglia poche volte.

Ti ha proposto Johnny di seguirlo alla Lidl-Trek?

Sì, è andata così. Eravamo nuovamente in Belgio e mi ha chiesto se volessi seguirlo. Io ero in scadenza di contratto con la Bahrain. Mi avrebbero tenuto, ma quando Johnny me l’ha chiesto ho avuto pochi dubbi: se ti trovi bene, non c’è motivo di interrompere la collaborazione. In più c’era anche un discorso legato alla sua famiglia, che per lui è fondamentale. E a casa sua avevano notato tutti che quando ci sono io, lui è sereno e tranquillo. E da lì è nato tutto, anche per fare un’esperienza nuova in una grande squadra.

Stamattina la Lidl-Trek ha preso in mano la corsa e lanciato Milan verso la vittoria del traguardo volante di Villard sur Doron, al km 12,1

Stamattina la Lidl-Trek ha preso in mano la corsa e lanciato Milan verso la vittoria del traguardo volante di Villard sur Doron, al km 12,1

Com’è quando ti arriva addosso al traguardo?

Che vinca, che perda o che arrivi a 45 minuti, la pacca sulla spalla si dà sempre, assolutamente. Perché io penso sempre che lui faccia più fatica di quello che vince, come tutti. Arriva e dice: “Quanta fatica anche oggi, quanta fatica anche oggi!”. E io gli rispondo: “Tieni duro, che fra poco è finita. Tieni duro, che fra poco è finita”. Cosa vuoi fare? L’abbraccio è sempre affettuoso e serve per dargli un po’ di carica, di fiducia, di sostegno. Vale per qualsiasi corridore, ieri sono andato a fare i complimenti anche a Simone Consonni, perché ho visto la sua fatica.

Secondo te Milan sta soffrendo più per la maglia verde o fu più dura con la prima ciclamino, soprattutto dopo che era stato male?

Bella domanda! Secondo me, sta soffrendo più per la maglia verde. E’ un simbolo che vuole portare a casa a tutti i costi. Per questo penso che oggi all’arrivo sarà contento.