La vendita di San Siro si concretizzerà? Non è ancora detta l’ultima parola ma, tra tanti ostacoli, si procede con qualche passo in avanti. Il più importante degli ultimi mesi è stato compiuto dal Comune di Milano.

Mano testa a Inter e Milan per quanto riguarda le spese per l’acquisto dell’impianto, così come delle aree limitrofe. Sappiamo infatti che la valutazione del “pacchetto” da parte dell’Agenzia delle Entrate equivale a un totale di 197 milioni di euro. Cifra che non verrà saldata totalmente dai due club. La città interverrà coprendo quasi il 20% della cifra.

Vendita San Siro, il Comune partecipa alla spesa

In maniera del tutto sorprendente, come riportato dal Corriere della Sera, il Comune di Milano ha optato per una compartecipazione alle spese per l’acquisto di San Siro. La somma che uscirà dalle casse è di 36 milioni di euro.

Inter e Milan andrebbero dunque a spendere “soltanto” 161 milioni, a patto che l’iter riesca a finalizzarsi. Scendendo nel dettaglio della vicenda, che sta già sollevando polemiche, occorre sottolineare come il Comune abbia deciso di far valere una clausola di “eran out”.

È spesso parte delle grandi operazioni di compravendita di aziende. Prevede che una porzione del prezzo d’acquisto venga pagata unicamente nel caso in cui la società ceduta raggiunga determinati obiettivi futuri.

Con riferimento a San Siro, qualora Inter e Milan dovessero rivendere nei primi 5 anni dalla stipula del rogito, saranno costrette a risarcire il Comune per un totale del 50% della plusvalenza. Una cifra decisamente importante, considerando come l’intero investimento del progetto delle società cugine si aggira intorno al miliardo di euro.

Difficoltà politiche

La delibera è in fase di definizione della bozza, con la vicesindaca Anna Scavuzzo e l’avvocato Alberto Toffoletto che dovranno spiegare i contenuti della trattativa che si imposterà con Inter e Milan. Quando verrà approvata? Non si ha una data precisa ma si torna a parlare dell’11 settembre, già al centro di una nuova diffida giunta al Comune.

Il sindaco Sala, intanto, spegne le polemiche sul presunto “sconto” ai club, definendolo pari a zero. Esiste solo una compartecipazione, che “deriva o da quello che dice la legge sulle bonifiche o da nostre richieste, come lo spostamento dello stadio”.

Intanto l’accordo per la vendita viene messo a punto e l’obiettivo è completare l’iter entro settembre. È però giunta un’altra lettera a Palazzo Marino. A inviarla è stato il Comitato promotore del Referendum per San Siro. Si richiede di non proseguire con l’iter di cessione dell’impianto e delle aree limitrofe.

Ed ecco che si parla di 11 settembre, sottolineando come da questa data in poi “anche il secondo anello dello Stadio San Siro risulterà senz’altro sottoposto a vincolo architettonico e non potrà essere alienato in assenza della verifica di interesse culturale.

Tramite il proprio rappresentate legale, il Comitato chiede anche l’intervento di altri enti, come il ministero della Cultura, così da vigilare sulla correttezza dell’operato. Nel dettaglio, la vendita viene definita:

  • atto amministrativo illegittimo;
  • insanabilmente nulla;
  • causa di un rilevante danno erariale.