Al centro il segretario alla Salute degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy junior (Ansa)

Il segretario alla Salute statunitense ha licenziato in tronco la responsabile dei centri per la prevenzione delle malattie. Fuori anche il medico attivista Lgbt+ voluto da Biden.Ci sono due modi per affrontare le indicibili verità della gestione pandemica: continuare a indugiare e tergiversare come la magistratura italiana o prendere il toro per le corna e fare pulizia all’interno della cupola sanitaria, come stanno facendo Robert F. Kennedy junior e Donald Trump negli Stati Uniti. Il terremoto che sta scombussolando l’organizzazione della salute pubblica americana nasce, ça va sans dire, dalla vaccinazione, presidio che in Italia continua a essere ritenuto un tabù intoccabile. Kennedy è partito proprio da qui, licenziando a giugno i 17 componenti del comitato di esperti in vaccini dei Cdc, i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti. Ad agosto ha dirottato i 500 milioni di dollari di finanziamenti destinati ai vaccini mRna (Pfizer e Moderna, per intenderci) a piattaforme vaccinali più sicure. Nei giorni scorsi, ha revocato l’autorizzazione all’uso di emergenza dei vaccini anticovid per i bambini di età inferiore ai 5 anni: i preparati non figurano più nel calendario vaccinale pediatrico stilato dai Cdc. Dietro queste importanti decisioni, che influenzano la gestione della salute pubblica non soltanto in America ma in tutto il mondo occidentale, c’è una guerra feroce che si sta consumando tra l’amministrazione Trump e i Cdc. Qualche giorno fa, la direttrice Susan Monarez è stata licenziata e sostituita da Jim O’Neill, viceministro della sanità. Monarez, microbiologa con una lunga storia di legami con la Bill & Melissa Gates Foundation, è stata sostituita per aver cercato di mantenere le vaccinazioni a mRNA nel programma vaccinale pediatrico. Non sono piaciute, inoltre, le sue dichiarazioni a seguito della sparatoria dell’8 agosto vicino al campus dei Cdc ad Atlanta: secondo Monarez, a causare la sparatoria è stata la «promozione della disinformazione». Dopo le sue dimissioni, altri dipendenti hanno lasciato l’incarico. La rinuncia più rumorosa è stata quella di Demetre Daskalakis, direttore del Centro nazionale per l’immunizzazione e le malattie respiratorie dei Cdc con uno stipendio di 260.718 dollari annui, che in una esplosiva lettera su X ha accusato l’Acip (corrispondente al Nitag italiano) di non agire secondo criteri scientifici. Daskalakis, in qualità di responsabile Cdc della collaborazione con l’Acip, avrebbe in realtà occultato gli eventi avversi sui neonati provocati dall’anticorpo monoclonale Clesrovimab di Sanofi, in particolare i rischi neurologici e le convulsioni, che nei neonati sono risultate quasi quattro volte superiori subito dopo l’inoculazione. Il farmaco sarebbe dunque stato approvato senza adeguati controlli. L’uomo, molto attivo e influente nella comunità Lgbtq+, nominato dall’amministrazione Biden, avrebbe anche manipolato i rischi del Covid su bambini e ragazzi, gonfiando il livello di minaccia per i bambini al fine di estendere la raccomandazione ad un uso più ampio dei vaccini aggiornati. «Non vogliamo queste persone nella nostra amministrazione», ha chiarito Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca accogliendone le dimissioni. La notizia del licenziamento di Monarez e delle dimissioni di Daskalkis ha tuttavia sconvolto gli ultimi irriducibili della gestione Italia del covid, ad esempio Gianni Rezza, ex direttore generale della Prevenzione sanitaria presso il ministero della Salute durante la pandemia, ora riconvertito alla sanità privata nella veste di professore straordinario di Igiene all’università San Raffaele di Milano. «La vicenda delinea forti ingerenze della politica sulla scienza», ha commentato il testimone oculare dell’indecente resa della scienza alla politica in pandemia, come emerso nei video delle riunioni del Cts pubblicati in esclusiva dalla Verità. Secondo Rezza, che partecipò a tutte le riunioni del Cts, «desta inquietudine l’approccio ideologico nei confronti dei vaccini». Sic.

(Totaleu)

Lo ha dichiarato l’europarlamentare della Lega Roberto Vannacci durante un’intervista al Parlamento europeo di Bruxelles.