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Parma, bambino nasce senza gambe: «Ai genitori risarcimento da 350.000 euro, i medici non hanno capito le ecografie. La madre poteva abortire»
SSalute femminile

Parma, bambino nasce senza gambe: «Ai genitori risarcimento da 350.000 euro, i medici non hanno capito le ecografie. La madre poteva abortire»

  • 3 Settembre 2025

di
Vincenzo Brunelli

All’ospedale di Parma il parto di un bambino che ora ha 11 anni venne seguito da un medico che era coinvolto in un altro parto problematico

Durante l’intera gestazione le avevano detto che il figlio stava bene, che era tutto a posto, ma non era così e il figlio è nato senza gambe. Ora il medico che non si è accorto di nulla dovrà risarcire la madre e il padre del ragazzo che ora ha 11 anni.

I fatti risalgono alla notte di Natale del 2015 quando all’ospedale di Parma il piccolo Bryan venne al mondo privo delle gambe, dal ginocchio in giù, dopo tutte le rassicurazioni precedenti ricevute dai medici durante la gravidanza. 



















































Il bambino nato senza gambe a Parma: al causa dei genitori

Per il Tribunale di Parma non ci sono dubbi e nei giorni scorsi con un’ordinanza ha accolto le tesi dei legali della famiglia parmense, gli avvocati Silvia Gamberoni e Alessandro Falzoni, stabilendo che il ginecologo deve pagare alla famiglia circa 350 mila euro, tra danni e spese legali, più interessi. 

Nel contenzioso giudiziario, infatti, è venuto fuori che praticamente tutte le ecografie sono state interpretate male dai medici che invece avrebbero dovuto accorgersi di una malformazione così macroscopica e grave. Ma questo non è avvenuto e quindi la donna «è stata privata del suo diritto di decidere se abortire o meno, e entrambi i genitori hanno subito danni morali per lo choc al momento del parto e per non esseri potuti preparare emotivamente e psicologicamente a un evento del genere».

Il giudice Cristina Ferrari del Tribunale civile di Parma dopo aver ascoltato testimoni, disposto una perizia medico-legale, e acquisito tutta la documentazione medica, è arrivata quindi alla conclusione che risulta provata una responsabilità professionale dei medici che hanno seguito la donna durante la gravidanza. 

I due parti che sconvolsero Parma: Elena morì a 4 anni

Bryan come detto era nato senza gambe nella notte di Natale. Nel 2003 anche  Elena nacque con un grave problema psicofisico per poi morire a 4 anni. Due storie diverse, ma altrettanto drammatiche, e accomunate dal fatto di essere avvenute entrambe all’ospedale Maggiore di Parma e, soprattutto, legate al nome di un medico di base, T. B., ginecologo che lavora in un piccolo centro della provincia. In entrambi i casi, infatti, T.B. avrebbe seguito le mamme.

La sentenza: «Nessuno dei medici ha capito le ecografie»

Si legge nell’ordinanza: «È altrettanto pacifico e documentato che nessuno dei medici coinvolti nella vicenda avesse rilevato prima della nascita del bambino l’esistenza della malformazione, nonostante durante la gravidanza la donna si fosse sottoposta a plurimi esami, dapprima presso il proprio ginecologo di fiducia, poi presso il consultorio dell’Ausl di e infine in ospedale». 

Un errore diagnostico dunque che poteva e doveva essere evitato perché secondo il giudice esisteva la possibilità di accorgersi prima della grave malformazione del feto. 

Il risarcimento alla famiglia: «La madre avrebbe abortito»

«La mancata diagnosi della malformazione del feto durante la gravidanza – scrive il Tribunale di Parma – e la sua scoperta al momento della nascita del bimbo ha drammaticamente fatto andare in pezzi l’immagine che la donna sia era creata e sognata nei nove mesi precedenti». 

Un caso di malasanità che ha provocato, stando al resoconto processuale, un vero e proprio stravolgimento dell’esistenza di tutta la famiglia «in cui era ed è presente la figlia primogenita dei ricorrenti, all’epoca dei fatti ancora in tenera età (sei anni) e necessitante di costante attenzione, supporto e cura dei genitori». 

L’ordinanza del giudice infine dà conto anche della volontà espressa dalla madre, che unitamente ai numerosi disagi subiti hanno portato alla condanna: «Con elevata probabilità la donna avrebbe abortito se avesse avuto tempestiva notizia della malformazione del feto».


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3 settembre 2025 ( modifica il 3 settembre 2025 | 18:16)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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