Il tuo manager mi ha raccontato di come hai comprato casa: la trovi, ti piace rimani a piedi perché in Gresini arriva Marc Marquez e tu firmi il rogito. Poi in Qatar vinci la gara, continui in MotoGP. Di fatto ti sei comprato una casa correndo in moto. Come hai fatto secondo te a comprarti una casa correndo in moto? E questa storia, come è andata?

“Io mi impunto tanto nelle cose, sono veramente testardo e cerco di portare questa testardaggine nel positivo, nel senso che se mi metto in testa una cosa veramente passo sopra a tutto e tutti per arrivarci. E ho scoperto che è un po’ la mia chiave per arrivare a quello che voglio. La vita ci mette davanti a delle situazioni in cui, beh, non è facile credere in sé stessi. Però nella mia vita, nelle mie esperienze, ho sempre provato a scommettere su di me, a mettermi una sfida in più, trovare un modo in più per riuscirci. Quella volta ero in un limbo, avrei potuto comprare una casa, anzi avrei dovuto comprarla. E anche Diego (Il manager, ndr) mi diceva di stare attento, magari di prenderne una più piccola prima di sapere quale sarebbe stato il mio futuro. Però c’era questa casa che mi piaceva particolarmente, che poi è quella che ho comprato… io sinceramente in quel momento non sapevo come pagarla. Quindi mi sono detto io la compro, poi in qualche modo ci riesco. Non posso dire che sia stato quello ad avermi fatto vincere, magari però ha aiutato”.

Sì o sì, come dicono in Spagna. Senti, parlami un pilota che hai incontrato nella tua carriera che oggi avrebbe dovuto essere qui e che invece non c’è.

“Secondo me c’è un pilota, più grande di me, che quando eravamo piccoli andava veramente forte, poi non so per quale motivo non corre più. Pagliani, Manuel. Pensa, ci conosciamo da una vita. C’ho dei piccoli ricordi con lui e Luca Marini, nei camper dell’uno o dell’altro a giocare a Need for Speed Most Wanted, dove cercavo di comprare quella cavolo di Audi TT rossa. I pomeriggi li passavamo così, a giocare. E Manuel è sempre andato forte: nelle minimoto, nelle MiniGP, in Moto3… poi purtroppo si è un po’ perso, non so come e perché. È un peccato, credo che sarebbe stato un gran bel pilota qui”.

Come vivi i social? Li guardi, li soffri?

“Ovviamente ho i social, cerco di seguire le cose che mi interessano e mi ispirano. Poi penso siano una grande distrazione e ne sto facendo sempre meno uso a livello personale, ovviamente tutti noi in MotoGP abbiamo un account e lo usiamo per comunicare, però cerco sempre di disintossicarmi tanto quando sono a casa. Ci sono cose belle e cose brutte. Mi capita di leggere quelle brutte, ma sai: da un certo punto di vista mi danno una grande carica, faccio dei grandi screenshot e magari un giorno li tirerò fuori tutti. Molti pensano che tu non li possa leggere, invece quando mi capita gli metto pure un mi piace per far capire che l’ho visto. Mi spiace che molta roba sia scritta da profili falsi, a me piacerebbe che la gente ci mettesse un po’ più la faccia: io accetto le critiche, è giusto avere pareri negativi. Magari ti fanno pure crescere. Però mettici la faccia: dal vivo chi lo fa? Nessuno. E questo fa perdere molto valore, molta importanza ai social”.