di
Paolo Valentino

Un progetto pilota del governo tedesco ambisce a creare entro il 2026 dei luoghi in cui i cittadini possano proteggersi da missili e droni

Erano un simbolo della Guerra Fredda in Germania Ovest, avamposto della Nato sulla linea di contatto con il Patto di Varsavia. Prima della caduta del Muro ce n’erano oltre duemila sparsi in tutto il Paese, in grado di ospitare milioni di persone in caso di attacco deciso dal Cremlino. Ma, meno di vent’anni fa, le autorità tedesche considerarono così basso il rischio di un’azione militare contro la Germania, che decisero di dismettere i bunker antiaerei ancora esistenti. A oggi, nessuno o quasi dei 580 rifugi rimasti è operativo, cioè regolarmente provvisto di attrezzature, acqua, stock medici o alimentari. Contrordine. Ora che la minaccia russa è di nuovo concreta e gli esperti militari ritengono possibile un attacco già a partire dal 2028, la Germania corre ai ripari.

Un progetto pilota del governo ambisce a creare nuovi bunker per un milione di persone entro il 2026. Decisa ad essere «combat ready» prima della fine del decennio, la Germania ha varato il più grande piano di riarmo difensivo della sua storia repubblicana. Ma non si tratta solo di acquistare aerei, costruire carri armati, droni e quant’altro, bensì anche di assicurare che la popolazione civile sia adeguatamente protetta nel caso di aggressione militare. La scelta del cosiddetto Operationsplan Deutschland, tuttavia, è di non ristrutturare i bunker ereditati dalla Guerra Fredda, che sarebbe molto costoso e richiederebbe tempi più lunghi, ma di costruirne nuovi o trasformare edifici esistenti, di tipo diverso: da quelli super-rinforzati a grande profondità per assicurare che le attività di governo possano continuare, ai rifugi più essenziali in grado di proteggere la popolazione da missili e soprattutto droni, considerarti l’arma dei futuri conflitti. In questo secondo caso, rispetto ai grandi bunker in grado di accogliere migliaia di persone, la preferenza va a strutture più piccole disseminate sul territorio e raggiungibili in pochi minuti da quando scatta l’allarme.



















































L’esperienza ucraina, secondo le autorità tedesche, dimostra che il rischio principale per i civili è quello di essere colpiti appunto da schegge di missili o da droni. Il ministero dell’Interno e la Protezione civile tedeschi stanno lavorando a individuare strutture che si prestano a essere trasformate, da garage sotterranei a stazioni di metropolitana, e dotate di letti da campo, servizi sanitari, filtraggio dell’aria, magazzini per cibo e medicinali. Una volta realizzato, il piano verrebbe riprodotto su scala più grande. «Una protezione civile robusta è anche un buon deterrente, per segnalare che prendiamo molto sul serio la minaccia della Russia», spiega Tim Stuchtey, che dirige l’Istituto del Brandeburgo per la Società e la Sicurezza.

25 luglio 2025