Stefano Domenicali, quando parla ed esprime concetti, può essere divisivo (soprattutto per i fan della F1 di vecchia data), ma non è mai stato banale. Anzi.

Nell’intervista rilasciata a un gruppo ristretto di testate giornalistiche – tra cui Motorsport.com – l’attuale presidente e amministratore delegato della Formula 1 ha toccato diversi temi destinati a trovare consensi, ma anche altrettante critiche e perplessità.

Uno di questi è senza dubbio legato ai Gran Premi della domenica. O meglio, alla loro durata. La F1 è sempre più focalizzata nell’attrarre nuovo pubblico, da affiancare ai fan di lungo corso e che prediligono i capisaldi su cui il Circus iridato si basa da decenni.

Per fare questo si è valutato cosa possa attrarre il nuovo pubblico tanto ricercato. I risultati dell’indagine hanno mostrato come diverse persone prediligano la visione esclusiva dei momenti salienti delle gare, che oggi sono di 300 chilometri e che durano dall’ora e mezza (su pista asciutta) alle due ore con il bagnato o avvenimenti di una certa portata (incidenti, bandiere rosse, ecc…).

“C’è anche il tema della durata delle gare: crediamo che per i giovani sia un po’ troppo lunga. Stiamo vedendo su molti dei nostri canali che le sintesi riscuotono un grande successo, magari per noi che siamo nati con questo format va tutto bene così, ma c’è una grande fetta di pubblico che vuole vedere solo i momenti salienti”, ha dichiarato in modo diretto l’ex presidente della Lamborghini.

“Oggi sta andando tutto molto bene, ma proprio per questo non dobbiamo sederci sugli allori ma pensare a quale sarà il prossimo passo da fare”.

Una frase, in realtà, molto breve. Ma che ha già scatenato diversi commenti e sta facendo discutere. Accanto a questa ammissione legata alla gara domenicale, l’amministratore delegato della F1 ha anche espresso un altro pensiero delicato: il possibile aumento delle gare Sprint e la conseguente diminuzione delle sessioni di prove libere.

La partenza del GP d'Olanda

La partenza del GP d’Olanda

Foto di: Gabriele Lanzo / Alessio Morgese / NurPhoto via Getty Images

C’è un tema sul tavolo che riguarda il futuro del format che sarà utilizzato nei prossimi anni, ad iniziare dai weekend sprint. Dobbiamo capire se aumentare questi fine settimana, come aumentarli e se utilizzare dei format diversi rispetto agli attuali. Ci sono un po’ di discussioni con le squadre per capire quale sarà la direzione da prendere per il futuro. Devo dire che a parte qualche appassionato più attempato, il pubblico chiede sempre più i weekend sprint, i promotori spingono per avere questo format e ora c’è interesse anche da parte dei piloti”.

“Bisogna considerare che oggi le squadre hanno incredibili strumenti di simulazione, tante cose possono essere fatte in maniera differente rispetto a qualche anno fa, dobbiamo immaginare ciò che sarà possibile fare nella preparazione delle monoposto con l’implementazione sempre maggiore dell’intelligenza artificiale. Quindi, tornando al pubblico, credo che tutti vogliano vedere i piloti in pista che corrono per un risultato, che sia una qualifica, una gara sprint o un Gran Premio”.

“I promotori e i tifosi vogliono vedere azione, e ora che hanno iniziato a capire che si può fare, i nostri sondaggi ci dicono che la stragrande maggioranza del pubblico vuole vedere i piloti contendersi un risultato, per dirla in termini banali, si sono stancati delle prove libere. Questo è un dato oggettivo che non possiamo ignorare”.

All’orizzonte si prospetta dunque una Formula 1 sempre più veloce. Ma non tanto nei tempi sul giro, quanto nel prodotto da proporre ai fan. In un mondo che si basa su contenuti che hanno la stessa vita di un battito di ciglia o poco più, anche la Formula 1 potrebbe andare verso quell’orizzonte: emozioni concentrate in un tempo minore.

Viene però da chiedersi se in un tempo ridotto ci possa essere la finestra per proporre lo stesso numero di emozioni che regala una gara di 300 chilometri. Ma, almeno al momento, è un discorso ancora prematuro.

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