Non è più così tardivo, come in passato, l’avvio delle donne al consumo di bevande alcoliche, non sono più così modeste le quantità utilizzate. È piuttosto aumentata la pericolosità della modalità di assunzione (vere e proprie abbuffate), la rapidità dell’instaurarsi della dipendenza patologica e lo spettro delle possibili conseguenze alcol-correlate a cui finiscono per esporsi.

I dati Oms

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) pone le donne, unitamente a giovani e anziani, tra i target più sensibili rispetto all’alcol.

Lo sono perché presentano una massa corporea inferiore rispetto a quella degli uomini e una concentrazione minore di acqua nel corpo, così come una capacità di metabolizzazione dell’etanolo ridotta rispetto a quella fisiologicamente a disposizione del corpo maschile, determinando, a parità di consumo, livelli alcolemici più elevati. Tanto che sono circa 3200 i nuovi casi di cancro l’anno collegati al consumo di alcol tra le donne in Italia.

La fascia d’età 20-40

Specificatamente nella fascia di età 20-40 anni, l’attività enzimatica gastrica dell’ADH (Vasopressina) è più bassa, contribuendo ulteriormente ad un aumentare i livelli di alcol in circolo.

I principali ormoni femminili (estrogeni e progesterone), poi, oltre ad influenzare l’attività dell’alcol deidrogenasi ne accentuano sensibilità e vulnerabilità soprattutto in alcuni specifici momenti del mese e delle diverse età della vita.

Nella fase premestruale e in quella ovulatoria, per esempio, la concentrazione ematica di alcol è più alta, producendo effetti più rapidi e più facilmente percepibili.

Pur attenuando i sintomi premestruali e quelli del periodo della menopausa, però, non può essere assegnata all’alcol la funzione (indirettamente) terapeutica che evidentemente non ha. Anzi.

Le donne che consumano bevande alcoliche hanno maggiori probabilità di sviluppare patologie, tra cui numerosi tipi di cancro (in particolare quello della mammella), osteoporosi, riduzione della fertilità e complicanze legate alla gravidanza (aborti spontanei e neonati affetti da sindrome feto alcolica).

Alcol e cancro

L’International Agency for Research on Cancer (IARC) stima in oltre 3200 i nuovi casi di cancro causati dall’alcol tra le donne in Italia, di cui 1400 (45% del totale) determinati da quantità inferiori ai 20 grammi di alcol al giorno (2/3 bicchieri di vino da 125 ml), e solo 197 casi per consumi superiori ai 60 grammi al giorno.

Tumore al seno, 2.400 casi per colpa dell’alcol

di Erica Manna

11 Giugno 2025

Tumore al seno, 2.400 casi per colpa dell’alcol

Sono 2300 i nuovi casi stimati di cancro al seno attribuibili all’alcol. Un secondo bicchiere ne può incrementare il rischio di insorgenza (fino a +27%), così come un consumo precoce e prolungato, sebbene secondo la stessa OMS non esistono quantità sicure.

Le donne corrono anche più rischi rispetto agli uomini di sviluppare più rapidamente malattie cardiache e danni cerebrali alcol-correlati. Inoltre, in adolescenza il consumo può interferire con lo sviluppo del sistema nervoso centrale, intaccando aree fondamentali quali l’ippocampo.

Oltre ai rischi legati alla salute, l’alterazione delle capacità cognitive, dell’umore, dell’attenzione, espone a ulteriori pericoli come incidenti stradali, lavorativi e domestici, rapporti sessuali non protetti, gravidanze indesiderate, molestie e violenze.

Resta ancora poco praticata la lettura vittimogena, ancor meno la solidarietà a fronte di un pervicace stigma e del consueto ricorso al giudizio morale in caso di abusi e violenze sessuali su donne in stato di ebrezza alcolica.

In un panorama in cui le giovanissime (18 e i 25 anni) stanno superando i coetanei maschi nel binge drinking – assunzione in un’unica occasione di consumo di oltre 6 Unità Alcoliche – le preferenze ricadono sui cocktail a base di gin, vodka o rum perché ubriacano più rapidamente e sono più gradevoli da bere.

Più informazione sui rischi

Se l’incremento del valore nazionale della produzione venduta (+50% negli ultimi anni) può dirsi una buona notizia per il PIL, rispetto a chi consuma sarebbe necessaria più attenzione e più informazione specificatamente orientata al genere, unitamente a una più puntuale regolamentazione del marketing e della lettura culturale dell’uso di alcol.

Nella consolidata narrazione comune, infatti, la donna che passa all’uso problematico e alla dipendenza patologica si ritrova ancora a pagare il grande prezzo della stigmatizzazione e della marginalizzazione, con un bagaglio di esperienze che si fa via via più complesso e carico di dolore.

Seno: sai misurare il tuo rischio legato all’alcol? Te lo insegna una app

di Tiziana Moriconi

10 Gennaio 2025

Seno: sai misurare il tuo rischio legato all’alcol? Te lo insegna una app

La domanda di sostegno e trattamento diventa così articolata che, spesso, va ben oltre le risorse di cui oggi dispone la rete dei Servizi.

Soggiogate dal giudizio- anche quello che in prima persona riservano a sé stesse – se arrivano a chiedere aiuto non sempre riescono a raccontarsi profondamente e a fidarsi autenticamente. Non sono quasi mai autonome ma quasi sempre accompagnate da partner con problematiche simili, divergono dal bisogno d’amore sessualizzando le relazioni. La seduttività è lo strumento a cui di frequente ricorrono per assumere un minimo di controllo sulla propria vita e su quella degli altri.

Spesso si omologano alle aspettative, piegandosi allo stereotipo, contribuendo implicitamente a perpetuarlo.