di
Adriana Logroscino

L’ex sindaco a cena con oltre mille sostenitori: «La mia reputazione è tutto»

DALLA NOSTRA INVIATA
PESARO – «Li scaccerò, l’esercito delle sette nazioni non mi può trattenere attaccandomi alle spalle». Matteo Ricci attraversa trionfante la bella Baia Flaminia di Pesaro, sulle note di Seven nation army, canzone dei The white stripes che è tutto un inno alla riscossa. Si dedica ai sostenitori che lo aspettano a due passi dal mare per cenare con lui. Li sorprende mentre sono già al secondo — niente pesce ma roast beef — stringe mani, promette che non mollerà, sorride a tutti. Non che la tensione sia passata, ma rispetto all’evento pubblico di due giorni fa, quando la notizia dell’inchiesta che lo coinvolge era freschissima, è più rilassato. Molto confortato da due novità delle ultime 24 ore: la presa di posizione di Elly Schlein e soprattutto le parole lasciate filtrare da Giuseppe Conte, lette come un’apertura di credito. «Le ho molto apprezzate» dichiara. Poi la riunione che ha tenuto nel pomeriggio con i vertici regionali di tutti i partiti della coalizione, M5S incluso. «Tutti mi dicono di andare avanti con la campagna». Quindi, parlando coi suoi prova a infondere coraggio: «Possiamo farcela, senza paura».

Certo, lo scoglio affiora chiaramente nel tratto che lo separa dal voto di fine settembre: Ricci mercoledì risponderà agli inquirenti, ai quali ribadirà la sua difesa. Cioè che non conosceva i dettagli, che mai ha interferito con le procedure di affidamento di incarichi e che se uno o più suoi collaboratori hanno sbagliato, lui non c’entra. Una tesi respinta dagli esponenti del centrodestra di Pesaro che ieri hanno veicolato alcuni provvedimenti della giunta, titolando la comunicazione con un esplicito «Ricci sapeva».



















































I pesaresi all’ex sindaco sembrano rimproverare, tutt’al più, un eccesso di ambizione e di sicurezza che l’avrebbe spinto ad abbassare la guardia, a non vigilare abbastanza. Sarà per quello che sul palco di Baia Flaminia, Ricci per prima cosa si dichiara «fragile». E spiega: «Qualcuno mi ha suggerito di non nascondere le mie fragilità. Beh, io ne ho una molto grande: ho il terrore che qualcuno, in maniera infida, colpendo alle spalle, possa fare qualcosa per sporcare la mia reputazione, quella della mia famiglia. La mia reputazione per me è tutto».

Offerto, quindi, questo squarcio di intimità, Ricci insiste: «Non mi sono mai occupato di appalti o affidamenti — urla dal palco —, non spetta a un sindaco che deve occuparsi di dare l’indirizzo politico non della gestione che è affidata alla struttura amministrativa. Se rispondo di qualcosa è di aver sbagliato a fidarmi di un collaboratore». Il collaboratore è Massimiliano Santini, «il giovane creativo amico di tutti, al quale abbiamo affidato l’organizzazione di eventi, che regolarmente sono stati organizzati, ma che se ha sbagliato ne risponderà». Ricci, davanti ai concittadini, difende invece l’ex capo di gabinetto, pure lui indagato: «Franco Arceci meriterebbe una medaglia per la sua dedizione». Incita all’orgoglio pesarese, attacca gli avversari, «i soliti squadristi», che dimostrano «più cattiveria di quanta me ne aspettassi». E come orchestratore di quello che definisce un colpo alle spalle, questa volta indica esplicitamente Italo Bocchino, consulente per la comunicazione dell’avversario Francesco Acquaroli: «Bocchino è un avvelenatore di pozzi, un inventore di fake news».

I sostenitori che l’avevano pazientemente atteso (tra loro l’intero stato maggiore del Pd regionale, sindaci, ex sindaci, assessori, ex assessori) mettendosi in fila davanti agli eroici volontari per pagare i 20 euro e sedersi a tavola con il candidato, applaudono e ringraziano, dispensano «buu» agli avversari «che ora fanno le verginelle» e agitano le torce dei telefoni per accendere la scritta Marche sulla spiaggia. Interpellati spiegano: «Certo che continuiamo a sostenere Matteo alla presidenza della Regione». Poi però aggiungono: «Conosce le Marche? Ricci è il meno peggio». L’inchiesta non sembra turbarli granché.


Vai a tutte le notizie di Roma

Iscriviti alla newsletter di Corriere Roma

25 luglio 2025