Da Nedved a Del Piero, da Ronaldo a Van Basten, da Michael Jordan a Stephen Curry e Rafa Nadal: tra uno swing e l’altro, il green è diventato il luogo perfetto per continuare a sfidarsi… con stile
Oscar Maresca
19 luglio – 17:04 – MILANO
Un campo da golf ha cambiato per sempre la carriera di Pavel Nedved. Estate 2001, la Juventus ha appena ceduto Zidane al Real Madrid per 75 miliardi di lire. Marcello Lippi è alla ricerca di un sostituto: il centrocampista ceco è l’uomo giusto. Gioca con la Lazio, il presidente Cragnotti si convince. Ma il giocatore frena. A Roma si è innamorato del green dell’Olgiata. Luciano Moggi sa cosa fare: “Gli spiegai che i campi, bellissimi, c’erano anche al parco della Mandria, dove risiedeva Umberto Agnelli. Lo invitai a visitarli in segreto per poi decidere. Lui accettò. Com’è andata a finire, lo sappiamo tutti”. Ventiquattro anni dopo, la passione è rimasta: tanto che l’attuale direttore generale della nazionale ceca ha scelto di vivere immerso nel verde tra querce secolari e decine di buche. Il golf ha sempre appassionato i calciatori. Nel Milan degli Invincibili giocavano tutti: da Gullit a Rijkaard, passando per Van Basten e Baresi. Roberto Donadoni era il più forte con bastone e pallina. Lo swing è rimasto, anche da allenatore. Ai tempi del Parma, tra il 2012 e il 2015, durante il ritiro invitava i suoi ragazzi sul green. Così ha iniziato pure l’ex Roma Aleandro Rosi: “Eravamo io, Galloppa e Palladino. Il mister ci sfidava, ma vinceva sempre. Adesso che ho smesso con il pallone sono tornato a divertirmi grazie al golf. Ho già partecipato ad alcuni tornei. Fare buca non è come segnare un gol. Il calcio resta la passione più grande. Però centrare il putt è una grandissima emozione”.
DAL CAMPO… AL GREEN—
Sono sempre di più gli ex giocatori che scelgono il golf come sport di riferimento della loro nuova vita. C’è chi come Alessandro Del Piero a Los Angeles incrocia spesso il campione Francesco Molinari e chi come Gareth Bale continua a vincere pure sul prato. Il fuoriclasse gallese con cinque Champions League in bacheca, nel 2023 ha trionfato nell’All Star Match alla Ryder Cup di Roma. Battendo un altro grande campione come Andriy Shevchenko: Pallone d’oro nel 2004 e grande appassionato. Così tanto che all’Olimpiade di Rio de Janeiro 2016, quando il golf è tornato a essere riammesso dopo un secolo, pensava addirittura di provare a qualificarsi. In quella formazione di “sconfitti” c’era anche Carlos Sainz, pilota di F.1 per lavoro e golfista nel tempo libero. La lista dei big del pallone che oggi indossano polo e cappellino è lunghissima: Michel Platini, Ian Rush, Gabriel Batistuta, Wayne Rooney, Steven Gerrard, Michael Owen soltanto per citarne alcuni. Il green mette tutti d’accordo. Un visionario come Guardiola lo ha definito “lo sport più giusto di tutti perché non ci sono gli arbitri”. Per Bale è stata una certezza a cui aggrapparsi nei momenti difficili: “Il golf mi ha salvato la vita, è stato il mio rifugio dalle pressioni che mi dava il calcio. È più complicato del football, ma è davvero stupendo”.
NON SOLO CALCIATORI—
Si può giocare a golf alla vigilia di una semifinale di Champions League? Ronaldo il Fenomeno lo ha fatto. Era il 2 maggio 2007, il giorno successivo il Milan di Ancelotti avrebbe sfidato il Manchester United di Sir Alex Ferguson e Cristiano Ronaldo. La gara d’andata a Old Trafford era terminata 3-2 per i Red Devils, ai rossoneri serviva un’impresa. Il fenomeno brasiliano era fuori dai convocati perché infortunato, ma invece di fermarsi in ritiro con il resto del gruppo decise di partecipare a un torneo sul green insieme ad alcuni giornalisti. Quel gesto fece mormorare società e tifosi, come sempre. Senza di lui, la squadra superò con un netto 3-0 CR7 e compagni: in gol Kakà, Seedorf e Gilardino. Ad Atene poi arrivò la gioia più bella. Questo sport non ha appassionato soltanto i calciatori. Michael Jordan ha speso oltre 20 milioni di dollari per costruire un country club esclusivo con un campo da 18 buche. Si chiama The Grove XXIII ed è situato a Hobe Sound, in Florida. Chi ha avuto la fortuna di poterci entrare racconta di droni che portano cibo e bevande ai soci durante i tornei. È un golfista per passione anche la stella Nba Stephen Curry, che con diverse attività imprenditoriali da anni supporta l’integrazione e la diversità: “Non ho idea di quale sia il percorso che intraprenderò, ma quando avrò finito con il basket metterò tutto me stesso nel golf. Mi impegno a creare percorsi per i giovani che arrivano da contesti meno avvantaggiati affinché possano accedere alle opportunità che la disciplina offre. Tra borse di studio universitarie, sviluppo professionale e seminari”. Impossibile non citare, tra gli appassionati, anche l’ex campione di nuoto Michael Phelps e Rafa Nadal. Il maiorchino ha già disputato (e vinto) numerose competizioni amatoriali dopo aver lasciato il tennis.
UNA VERA PASSIONE—
Il golf entusiasma pure la Serie A. Qualche mese fa, gli interisti Stefan De Vrij e Joaquin Correa hanno fatto visita a La Pinetina Golf Club insieme al preparatore atletico nerazzurro Fabio Ripert. Restando in Italia, il ds del Bologna Marco Di Vaio e l’attuale allenatore del Catanzaro Alberto Aquilani sono tra i più attivi. “Giochiamo insieme tutti i giorni”, racconta Aleandro Rosi, oggi 38enne. “A casa ho installato un simulatore con una rete gigante con cui allenarmi. Coordinazione e concentrazione sono aspetti fondamentali. Il vero problema però è la pratica. Per chi è abituato a correre su e giù per il campo rimanere fermo con il bastone e colpire in maniera precisa la pallina resta uno sforzo importante”. Il golf è uno sport individuale, ma può essere condiviso anche con famiglia e amici: “I miei figli si divertono molto e si sfidano, vince chi riesce a imbucare per primo. Condividere insieme interi pomeriggi è bellissimo. Peccato che in Italia non sia tanto praticato come invece avviene all’estero. Per i bambini non dovrebbe esistere solo il calcio. Sul green serve disciplina, un aspetto imprescindibile nella formazione dei più giovani”. Chiunque può provarci, è sufficiente avere un buono swing: “Stare a contatto con il verde e muoversi sul prato è riconciliante. Mette in ordine i pensieri”. Anche Pavel Nedved se n’è accorto un’estate di 24 anni fa.
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