I rossoneri hanno investito più di quanto hanno ricavato. A parte i club di Premier, solo Leverkusen e Atletico Madrid hanno un dato più alto alla voce spese


Andrea Ramazzotti

Giornalista

4 settembre – 07:29 – MILANO

Investimenti per 165 milioni, neppure un euro proveniente dalle cessioni (160 milioni) messo in banca e stipendi aumentati del 10%. L’età media degli acquisti di 26 anni e mezzo, considerando anche l’innesto del quasi quarantenne ex Pallone d’oro Luka Modric, certifica che sono arrivati calciatori per far bene subito, non in futuro. E nello spogliatoio un patrimonio di esperienza, leadership e abitudine alla vittoria rappresentato dai 69 trofei che i nuovi rossoneri Modric (34), Rabiot (21) e Nkunku (14) hanno alzato nella loro carriera. Analizzando il suo mercato estivo da undici volti nuovi e diciannove operazioni in uscita, il Milan è convinto di avere un organico più snello (obiettivo prefissato, complice anche la mancata partecipazione alle coppe europee), ma anche (e soprattutto) più qualitativo ed esperto. Il tutto grazie a investimenti importanti e a cessioni mirate: un mix che ha permesso di centrare quasi tutti gli obiettivi stabiliti a giugno e poi rimodulati dopo il summit di mercato di fine agosto (con conseguente passaggio al 3-5-2) tra la dirigenza e Massimiliano Allegri. Manca all’appello solo un difensore centrale di esperienza, al posto del quale ne è arrivato uno di prospettiva come il tedesco Odogu.

il milan terzo—  

 Lasciando da parte le squadre della Premier League, che visti i ricavi (soprattutto legati ai diritti tv) fanno corsa a sé, tra i club di Liga, Bundesliga, Serie A e Ligue 1 il Milan è terzo come investimenti fatti. Ovvero 165 milioni. Chi ha speso di più? L’Atletico Madrid e il Bayer Leverkusen. I rossoneri hanno potuto permettersi operazioni in entrata così importanti (Nkunku pagato 37 milioni, Jashari 34, Ricci 23 ed Estupinan 18, solo per fare alcuni esempi) perché sono stati bravissimi a vendere. Tra i titolari del 2024-25 sono partiti “solo” super-Rejinders e un Theo Hernandez reduce da una stagione disastrosa, oltre che a un anno dalla scadenza del contratto. Per il resto circa 90 milioni sono stati “spremuti” dalle partenze di Thiaw, Kalulu, Okafor, Morata, Emerson Royal, Pellegrino e Pobega, ovvero giocatori riscattati, in prestito o fuori dal progetto con l’arrivo di Allegri. A questi vanno aggiunti i soldi dei prestiti di Musah, Jimenez e Chukwueze. Tre operazioni che, in caso di riscatto, porterebbero altri 70 milioni nelle casse di via Aldo Rossi. Una somma che verrebbe reinvestita nel 2026-27.

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monte ingaggi milan—  

Dal mercato estivo, guidato dal ds Igli Tare, in sintonia con Allegri, e avallato dall’ad Giorgio Furlani, è uscita una squadra con un centrocampo top, un reparto con più qualità e scelta rispetto alla scorsa stagione: Reijnders, Bondo e Musah sono stati sostituiti da Modric, Rabiot, Jashari e Ricci. In più è tornato Saelemaekers, rivitalizzato dopo le esperienze in prestito al Bologna e alla Roma. Tra i nuovi acquisti Ricci, De Winter, Saelemaekers, Rabiot e il secondo portiere Terracciano hanno tutti profonda conoscenza della Serie A. Particolare non secondario: non hanno bisogno di tempo per inserirsi e capire il nostro calcio. Athekame e Odogu sono, invece, investimenti di prospettiva, giovani di qualità da far crescere senza eccessiva fretta. Come è successo con Thiaw e Kalulu. E poi c’è Nkunku che in via Aldo Rossi e a Milanello considerano un top player reduce da un anno al di sotto del suo standard al Chelsea, ma che era nel mirino — anche questa estate — di diverse società che partecipano alla prossima Champions. Il monte stipendi è aumentato del 10%, segno che il Milan vuole investire nel progetto sportivo. Il totale degli ingaggi potrebbe diminuire nei prossimi giorni se Bennacer e Adli troveranno una sistemazione nei mercati ancora aperti, dall’Arabia Saudita alla Turchia. Ma c’è di più: adesso il club non ha più contratti che avrebbe dovuto rinnovare in fretta come quelli di Hernandez e Thiaw, ma vincoli più lunghi con giocatori che possono fare in rossonero una carriera importante. La convinzione della dirigenza, insomma, è di aver fatto il massimo possibile. Ora la palla passa al campo.