Più di 200 persone in fila in attesa di farsi prelevare il Dna che andrà poi confrontato con quello trovato sul corpo della 18enne che ha denunciato una violenza sessuale avvenuta nei pressi della stazione di San Zenone al Lambro sabato sera. I carabinieri della Compagna di San Donato hanno analizzato ogni singolo ospite della ‘Casa di solidarietà papa Francesco’ del Comune milanese, un centro accoglienza che ospita migranti a meno di mezzo chilometro da luogo della violenza.
Le indagini
Le indagini hanno puntato sin da subito alla struttura e ai suoi ospiti, perché la vittima – tra i ricordi confusi di quella drammatica sera – ha riferito ai militari che il suo aguzzino avrebbe avuto i tratti di un uomo nordafricano, con i capelli ricci e la carnagione scura. Nessuno in quel centro d’accoglienza si è sottratto al prelievo del Dna. Tutti si sono messi in fila e volontariamente hanno accettato l’esame. Saranno ora i Ris di Parma a effettuare il confronto.
Ragazza violentata a San Zenone: le indagini
L’incubo della giovane è iniziato poco prima delle 23 in un sottopassaggio ferroviario di via del Bissone. La ragazza stava per prendere il treno delle 23.04 diretto verso la periferia nord di Milano, quando è stata sorpresa da un uomo che l’ha afferrata per il braccio e trascinata con la forza. La violenza si è consumata tra il guardrail e il muro di cemento che costeggia la strada da Ceregallo a Sordio, al confine tra le province di Milano e Lodi. La vittima è rimasta in balia dello sconosciuto per diverso tempo prima che l’uomo si rivestisse e fuggisse via.
L’appello: “Chi ha visto qualcosa”
Intanto la procuratrice di Lodi Laura Pedio, che coordina l’inchiesta con la pm Martina Parisi, ha lanciato un appello: “chi ha visto qualcosa” o chi “rivedendo le proprie telecamere private” ha trovato immagini che potrebbero essere utili si faccia avanti e segnali il materiale agli inquirenti. Potrebbero esserci dei fotogrammi utili a rintracciare l’uomo.