L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha fatto sapere che farà ricorso alla Corte Suprema contro la decisione di un tribunale di dichiarare illegali molti dei dazi imposti negli ultimi mesi. Lo aveva stabilito venerdì la Corte d’appello federale degli Stati Uniti, che si occupa dei ricorsi nei casi che riguardano il commercio internazionale, che aveva anche chiesto di annullare i dazi. Aveva però rimandato il loro annullamento a metà ottobre, dando il tempo all’amministrazione statunitense di fare ricorso alla Corte Suprema.
Secondo la Corte d’appello Trump non aveva il potere di imporre dazi così estesi a decine di partner commerciali senza l’approvazione del Congresso, a cui la Costituzione conferisce il potere di imporre le tasse, inclusi i dazi. Alcune leggi negli Stati Uniti permettono al presidente di imporre dazi in autonomia, ma in modo più limitato di quanto ha fatto Trump. Per aggirare questa limitazione Trump aveva invocato l’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA): è una legge del 1977 che permette al presidente di regolare il commercio in una situazione di «emergenza nazionale», e che però non parla mai di dazi. Era stata usata più che altro per imporre sanzioni o l’embargo nei confronti di paesi nemici degli Stati Uniti.
Se i giudici della Corte Suprema dovessero respingere l’appello, i dazi potrebbero interrompersi il 14 ottobre. La Corte Suprema è composta per la maggioranza da giudici favorevoli alle posizioni di Trump, ma non è scontato che si pronuncino a suo favore, visto che in questi mesi diversi avvocati e accademici esperti, anche conservatori, avevano a loro volta definito illegale il modo in cui Trump aveva introdotto i dazi.