Dopo anni di silenzio, archiviazioni e sospetti mai sopiti, la procura di Bordeaux ha ufficialmente riaperto l’inchiesta sulla morte di Krisztina Rady, ex moglie del cantante Bertrand Cantat, trovata impiccata – dal figlio dodicenne – nella casa di famiglia il 10 gennaio 2010. A spingere i magistrati a riaprire il fascicolo è stata la visione della docu-serie Netflix Il caso Cantat, che, come dichiarato dalla procura, contiene «diverse dichiarazioni e testimonianze non incluse nei procedimenti giudiziari archiviati».

Una decisione clamorosa che arriva a distanza di quindici anni da quello che, almeno all’epoca, fu archiviato come un suicidio.

Nel 2003, Bertrand Cantat, all’epoca voce dei Noir Désir, fu condannato a otto anni (di cui solo quattro scontati in carcere) per aver picchiato a morte l’attrice Marie Trintignant, figlia di Jean-Louis Trintignant. L’aggressione avvenne a Vilnius, in Lituania (dove la donna soggiornava mentre girava un film), durante una lite in una stanza d’albergo. Marie entrò in coma e morì pochi giorni dopo.

Proprio nel 2003, Cantat si separò da Krisztina Rady, che all’epoca era incinta del loro secondo figlio. Eppure, dopo la scarcerazione, lei lo accolse di nuovo in casa. Il loro legame si riannodò, fino a quella tragica mattina del gennaio 2010.

Secondo la ricostruzione ufficiale, Krisztina Rady si tolse la vita mentre Cantat dormiva al piano di sopra. L’autopsia escluse segni di violenza, confermando l’ipotesi del suicidio. Ma nel tempo la vicenda è stata oggetto di molte ombre. A partire da chi ha sempre sostenuto che quella morte fosse il frutto di anni di sopraffazione psicologica.

Una delle voci più attive è quella di Yael Mellul, presidente dell’associazione Femme et Libre ed ex avvocata dell’ultimo compagno di Rady. Per Mellul, si tratta da sempre di «un suicidio forzato». Ed è proprio da sue denunce che, tra il 2013 e il 2018, furono aperti altri tre procedimenti, tutti archiviati. Ma oggi qualcosa è cambiato.

Nella serie Netflix emerge, tra le altre, la testimonianza anonima di un infermiere, che secondo Mellul rappresenterebbe «un nuovo elemento» utile a dimostrare che Krisztina Rady «è stata vittima di violenza domestica». Un’affermazione che potrebbe rimettere tutto in discussione.

Le dichiarazioni contenute nella docu-serie non comparivano nei fascicoli delle precedenti inchieste. Da qui la decisione della procura: riesaminare il caso alla luce di quanto non era stato preso in considerazione all’epoca. Una fonte giudiziaria ha confermato che le nuove indagini mirano a verificare «possibili atti di violenza intenzionale» da parte di Cantat nei confronti della ex moglie.

Contattato dall’agenzia Afp, l’avvocato di Cantat, Antonin Lévy, ha dichiarato: «Non siamo a conoscenza della riapertura dell’indagine su questo caso». Nessun commento aggiuntivo. Nemmeno il cantante ha rilasciato dichiarazioni.