“La legittimità della valanghe di “avvisi”, spesso anche esosi, che la Regione Emilia-Romagna ha spedito ai propri utenti per il pagamento dei ticket sulle prestazioni di pronto soccorso da loro fruite negli anni 2019-2020 non esiste”, così il consigliere comunale di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi apre la sua interrogazione al sindaco. 

“I ticket sanitari sono una tassa imposta ai beneficiari di un servizio a domanda individuale. Secondo la legge nazionale e la Cassazione civile, gli avvisi di pagamento dei tributi devono essere motivati, in primis, dal presupposto di legge che li giustifica. Ebbene, tutti gli avvisi di pagamento dei ticket in questione spediti dalla Regione Emilia-Romagna citano come loro presupposto non una norma di legge, ma una deliberazione della Giunta regionale. Basta ciò per contestarne la nullità per difetto di motivazione, scrivendo all’indirizzo indicato dalla Regione stessa: recuperoticket.ra@auslromagna.it. Se ciò si ripetesse con un atto di liquidazione/cartella esattoriale dell’Agenzia delle Entrate, basterebbe presentare ricorso alla Corte di Giustizia locale”, spiega Ancisi.

“Ci può essere, alla base dei ticket sul pronto soccorso partoriti dalla Regione Emilia-Romagna, un qualche presupposto di legge dimenticato negli avvisi di pagamento? La deliberazione non aiuta, citando solo una norma della legge finanziaria 2007 che prevede esclusivamente una ‘quota di partecipazione’ per “prestazioni erogate in regime di pronto soccorso ospedaliero non seguite da ricovero, la cui condizione è stata codificata come codice bianco, ad eccezione di quelli afferenti al pronto soccorso a seguito di traumatismi ed avvelenamenti acuti”, per cui “gli assistiti non esenti sono tenuti al pagamento di una quota fissa pari a 25 euro”. Niente di più. Ovviamente, la legge nazionale ammette che le Regioni impongano ulteriori ticket alle prestazioni di pronto soccorso, ma con disposizioni di legge delle proprie Assemblee legislative/Consigli regionali, non certo con deliberazioni delle Giunte esecutive, che nessuno è tenuto a conoscere”, continua Ancisi.

“Ci sono molte altre ragioni da contestare. Mi sembra tuttavia necessario, per ora, chiedere al sindaco, qualche membro della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria dell’Ausl Romagna, di accertare se e come i ticket del pronto soccorso imposti da tale azienda ai cittadini ravennati siano supportati da giustificazioni di legge, oppure no”.