di
Marco Calabresi

Il canadese ha eguagliato il suo miglior piazzamento in uno Slam e torna nel tennis d’alta quota. Ma a Cincinnati è stato dominato da Jannik

Da quella semifinale allo US Open contro Daniil Medvedev, la prima e unica in uno Slam fino a quella di domani sera contro Jannik Sinner, sono passati quattro anni. A Felix Auger-Aliassime, per quanto il tempo sia passato, la faccia da ragazzino è rimasta, ma nel frattempo il tennis è andato avanti, e Felix – capace di raggiungere la sesta posizione del ranking Atp nel novembre del 2022 – non sempre è riuscito a stare al passo. Poi però, all’improvviso, riecco New York, il torneo che lo consacrò e che gli dà un’altra possibilità di raggiungere la prima finale in un Major. Chissà se una possibilità gliela darà Jannik Sinner: neanche un mese fa, a Cincinnati, più che una partita fu una mattanza, una delle tante del numero 1 del mondo, che gli lasciò due game mostrando una superiorità schiacciante.

Felix, nato lo stesso giorno di Roger Federer (8 agosto) ma nel 2000, è però in fiducia: il clic del suo torneo è arrivato al terzo turno, quando con una prestazione mostruosa dal secondo set in poi (50 vincenti complessivi) ha eliminato Sascha Zverev, quello che da tabellone sarebbe dovuto essere l’avversario di Sinner. E invece, dopo il tedesco, nella trappola del canadese con origini togolesi sono finiti anche Andrei Rublev e Alex De Minaur. «Ma la fiducia in me stesso c’è sempre stata – aveva raccontato qualche settimana fa in una intervista al sito dell’Atp –. La gente mi ha visto salire in cima molto velocemente, qualcuno ha pensato che fosse tutto facile per me. Non è così, tutti attraversano alti e bassi. Da bambino ero molto emotivo, volevo sempre compiacere gli altri, fare del bene, e se non ci riuscivo mi sentivo frustrato, triste. Ma nel corso degli anni ho imparato che bisogna mantenere la calma. Tutti sognano di vincere tutto. Ma bisogna continuare a lavorare, a impegnarsi». 



















































Il pericolo, semmai, sarà lo stesso che si è materializzato nel braccio di un esausto Flavio Cobolli contro Lorenzo Musetti: Jannik ha superato un altro turno giocando giusto due ore battendo proprio Lorenzo, Felix è dovuto rimanere in campo più del doppio del tempo contro De Minaur, e alla fine della seconda settimana di uno Slam conta anche questo.

Il best ranking al numero 6, si diceva: Auger-Aliassime – grande appassionato di pianoforte – lo ha raggiunto nel 2022, vincendo tre tornei in tre settimane (più la Coppa Davis), cosa che neanche Sinner è mai riuscito a fare, ma semplicemente perché i Masters 1000 sono ormai per la maggior parte allargati a 12 giorni. Firenze, Anversa e Basilea uno dietro l’altro, tre come le finali raggiunte nel 2025, tutte a inizio stagione, tutte sul cemento. Vittorie ad Adelaide e Montpellier, sconfitta a Dubai. Quattordici, invece, sono le posizioni in classifica già guadagnate con l’exploit di Flushing Meadows: aveva iniziato il torneo da numero 27, è già sicuro di finirlo al numero 13, con la prospettiva di salire ancora in caso di vittoria contro un giocatore contro cui resta avanti nei precedenti (2-1) nonostante la disfatta di Cincinnati. E ci sarebbe anche una terza vittoria contro Jannik anche se per forfait, quando nel 2024 a Madrid l’azzurro fu costretto a rinunciare al match per il problema all’anca che gli avrebbe fatto saltare anche gli Internazionali.

Uno dei segreti della rinascita, e lo ha detto lui stesso, è la compagna, l’amazzone Nina Ghaibi, conosciuta quando aveva solo 18 anni: «E’ sempre straordinaria nel capire cosa dovevo affrontare. Mi sostiene, mi ascolta e mi dà anche ottimi consigli, che si tratti di tennis o meno. Cerchiamo davvero di sostenerci a vicenda in ogni cosa e, allo stesso tempo, siamo migliori amici. È la cosa più bella che abbia mai avuto». Un’altra cosa bella l’ha invece fatta lui dal 2020: il progetto #FAAPointsForChange, attraverso il quale Felix devolve 5 euro per ogni punto nei tornei (e altri 15 vengono donati da Bnp Paribas, che supporta il progetto) a iniziative per la crescita dei giovani in Togo. I primi fondi raccolti hanno finanziato iniziative volte a migliorare le condizioni dei giovani nella regione di Kara, mentre dal 2025 si è passati a potenziare il programma per sostenere gli studenti più avanti nel loro percorso accademico, in particolare studenti meritevoli provenienti da contesti rurali svantaggiati. Un impegno, questo, che gli è valso l’Atp Humanitarian Award nel 2023, premio intitolato ad Arthur Ashe, proprio come lo stadio di New York che domani lo rivedrà in campo in una semifinale Slam, quattro anni dopo.

4 settembre 2025