di
Maria Volpe

Un’inchiesta del New York Times conferma la crisi al botteghino dei film. Le case di produzione puntano a sequel, prequel, spin-off e saghe

Un reportage del «New York Times» conferma che gli incassi cinematografici non brillano come un tempo. Hollywood contava molto sull’estate 2025 per una ripresa totale, post-pandemia, ma è rimasta delusa. L’obiettivo non è stato centrato. Ciò che ormai salva il cinema sono i sequel, prequel, spin-off, saghe che hanno un pubblico consolidato. I mesi estivi per esempio, come incassi, sono stati salvati da «Lilo e Stitch» e «Superman». Adam Aron, amministratore delegato di AMC Entertainment, il più grande operatore cinematografico del continente, a maggio aveva annunciato che i film estivi di Hollywood sarebbero stati «un successo dopo l’altro». Ma a quanto pare gli spettatori non la pensavano così. 
I multisala negli Stati Uniti e in Canada hanno registrato la loro peggiore estate dal 1981, al netto dell’inflazione e degli anni della pandemia di Covid, quando molti cinema sono rimasti chiusi per lunghi periodi. E così Hollywood si chiede: torneranno mai gli spettatori persi? Quel 20-25 % di pubblico che si è perso per strada negli ultimi anni.

Le vendite settimanali dei biglietti, durante l’estate, evidenziano la preoccupazione. Ci sono state solo due settimane in cui i cinema in Nord America hanno incassato più di 300 milioni di dollari. Quest’anno, sono stati due i titoli con grandi guadagni: «Lilo e Stitch» e «Superman». Lo stesso è accaduto nel 2024: le vendite totali di biglietti per l’estate sono state più elevate, per poco più di tre settimane, grazie a grandi successi, tra cui «Inside Out 2» e «Deadpool & Wolverine». Nel 2023 è volata «Barbie»; nel 2022 «Thor: Love and Thunder». Nel 2019 il merito è andato a «The Lion King» (in questo caso addirittura sono state superate le nove settimane con più di 300 milioni di dollari).
In tutto ciò, grande peso ce l’ha il marketing: raggiungere un vasto pubblico con la pubblicità di nuovi film è diventato più difficile, a causa della frammentazione dei media. Per far fronte alla situazione, le case di produzione hanno aumentato il franchise cinematografico (un insieme di prodotti basati su un unico marchio o universo, come una serie di film con gli stessi personaggi o una saga che si espande attraverso prequel, sequel e spin-off), proprio per avere un pubblico consolidato.
Durante l’estate, 26 film hanno incassato almeno 20 milioni di dollari in Nord America, e di questi 26, 20 erano franchise di qualche tipo. Una pratica ormai usurata. E infatti più della metà di questi sequel, prequel, spin-off sul grande schermo quest’estate hanno avuto incassi peggiori rispetto alle precedenti edizioni. 



















































Ma nonostante tutto, vista la crisi del box-office, il franchise funziona ancora. La Disney ha seguito questa via in estate con «Lilo & Stitch», un film ibrido tra animazione e live-action che ha beneficiato della domanda repressa(il predecessore del franchise è uscito nel 2002.) La Disney ha anche riavviato con successo la sua serie di film di supereroi con «I Fantastici Quattro», sebbene su scala più modesta. E se è vero che «Superman» non ha avuto lo stesso successo di «L’Uomo d’Acciaio», – il precedente film del super eroe – è vero anche che ha incassato tantissimo (circa 352 milioni di dollari negli Stati Uniti): un guadagno che giustifica un altro capitolo. E infatti la Warner Bros. ha accelerato la produzione di un sequel di «Superman».
Dunque la strategia di Hollywood non si ferma: gli studi cinematografici hanno in programma almeno 14 film in franchising per l’estate 2026.

4 settembre 2025