Quello che è successo al termine dell’undicesima tappa della Vuelta a España 2025 ha sicuramente lasciato strascichi importanti, non solo per quanto riguarda le vicenda della corsa (l’annullamento degli ultimi tre chilometri), ma anche per tutte le numerose polemiche sono scaturite. Ovviamente la forte protesta dei manifestanti pro-Palestina per la presenza in gruppo della Israel-Premier Tech ieri ha portato gli organizzatori a prendere questa decisione.

Sull’argomento è intervenuta anche l’UCI nella figura di uno dei propri dirigenti, Jose Luis López Cerrón, che è intervenuto in una trasmissione a Cadena Cer: “Non capisco perché debba essere il ciclismo, o la stessa Vuelta, a espellere una squadra che si è guadagnata il suo diritto a essere in corsa, quando ci sono squadre israeliane in molti altri sport”.

Cerrón ha parlato anche del possibile paragone con l’esclusione in passato della squadra russa Gazprom: “Non regge, perché in quell’occasione ci furono sanzioni, emesse dagli Stati, che escludevano le realtà russe dalle organizzazioni politiche e sportive. Ma oggi non esiste alcuna sanzione internazionale contro Israele. Se il Governo della Spagna domani non dovesse più permettere alla Israel-Premier Tech di correre la Vuelta, il problema sarebbe risolto”.

Il dirigente dell’UCI è poi entrato ancora di più nel dettaglio della situazione della Israel: “La squadra in questione ha un solo ciclista israeliano in gara e che si è guadagnata comunque il diritto di partecipare in virtù del merito sportivo. Bisogna anche mettersi nei corridori, per i quali il ciclismo è un lavoro e che vivono di quello. Se uno di loro dovesse decidere di ritirarsi senza averlo concordato con il suo capo, si ritroverebbe subito senza stipendio. Ma non credo che i corridori di quella squadra siano felici di questa situazione”.