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Scoperto enorme giacimento di Torio in Cina
L’Uranio, il pericoloso minerale radioattivo utilizzato dal secondo dopoguerra per alimentare, oltre all’industria bellica, anche le centrali nucleari ha sempre avuto un “fratello” meno cattivo presente in natura e mai utilizzato per ragioni storiche, politiche ed economiche, più che scientifiche. Il Torio, che a differenza dell’uranio, non avrebbe potuto essere utilizzato per costruire bombe atomiche e quindi di scarso interessa per le potenze militari e in più non essendo fissile da solo, avrebbe richiesto tecnologie troppo complesse all’epoca per essere trasformato in combustibile. Con il tempo si è creata così una filiera industriale ed economica interamente basata sull’uranio e cambiare strada sarebbe stato troppo costoso.
Ma adesso la storia potrebbe essere riscritta. La recente scoperta di enormi giacimenti di Torio in Cina, nel complesso minerario di Bayan Obo nella Mongolia Interna affiancata alla necessità di una maggiore attenzione verso i problemi di inquinamento ambientale, potrebbe rappresentare una vera rivoluzione nel campo dell’energia. Parliamo di oltre 1 milione di tonnellate di questo elemento, una quantità capace secondo gli esperti di garantire energia pulita alla Cina per circa 60.000 anni. Il torio offre numerosi vantaggi come combustibile nucleare rispetto all’uranio tradizionale, è più abbondante, fino a 3/5 volte più dell’Uranio e facilmente reperibile, non può essere usato per costruire armi nucleari, produce scorie radioattive con vita molto più breve e quindi più gestibili e può generare molta più energia a parità di massa. Inoltre i reattori progettati per usarlo, cosiddetti “a sali fusi“, sono intrinsecamente più sicuri, perché non richiedono raffreddamento ad acqua e riducono il rischio di fusione del nocciolo. Inoltre, l’uso del torio riduce drasticamente l’impatto ambientale del nucleare, offrendo una fonte di energia pulita, sostenibile e praticamente inesauribile, in grado di supportare a lungo termine la transizione verso un futuro energetico meno dipendente da combustibili fossili. Certo ci sono sfide importanti, l’estrazione del torio richiede l’uso di acidi e molta energia e servono nuove infrastrutture per gestire i reattori sperimentali. Ma se la Cina ha già acceso un piccolo reattore sperimentale al torio nel deserto del Gobi e punta ad ampliarlo nei prossimi anni, vuol dire che c’è tutta l’intenzione di farlo diventare il nuovo protagonista della rivoluzione energetica.