“I miei piani di successione consistono in un graduale passaggio dei ruoli di responsabilità che ho sempre ricoperto a chi mi è più vicino, come Leo Dell’Orco, i membri della mia famiglia e l’intero team di lavoro. Vorrei che la successione fosse organica e non un momento di rottura”. Si esprimeva così Giorgio Armani nella sua ultima intervista, rilasciata una settimana fa al Financial Times. Un colloquio nel quale lo stilista ripercorreva la sua vita. “La mia più grande debolezza è che ho il controllo su tutto”, aveva sottolineato, intervistato mentre era in convalescenza nella sua casa di Milano, dopo una malattia che lo aveva costretto a saltare le ultime tre sfilate che aveva organizzato a giugno e luglio. Ma la verità è che non è mai stato solo: da oltre 45 anni al suo fianco si trova il braccio destro Pantaleo (detto Leo) dell’Orco, già presidente dell’Olimpia Milano di basket (che dal 2008 fa capo a Giorgio Armani) e responsabile dell’ufficio stile uomo per il Gruppo dello stilista piacentino. Sarebbe lui, insieme alla nipote Silvana Armani, che il guru della moda minimalista Made in Italy avrebbe individuato come erede spirituale del suo lavoro: lei sulla donna, lui sull’uomo, scriveva Repubblica nel 2023.

Armani: “A Dell’Orco affido pensieri personali e di lavoro”

Classe ’52, di Bisceglie, in Puglia, Dell’Orco è cresciuto a Milano e all’età di 24 anni (all’epoca lavorava a Snam) ha incontrato Armani mentre era a passeggio col cane. Da allora ha iniziato a collaborare con lui, inzialmente come modello per alcune sue sfilate, e poi ha conquistato la sua fiducia sino ad arrivare alla vetta del Gruppo. Come ricorda Fashion United, nella autobiografia di Giorgio Armani, Per amore, edita da Mondadori Electa, Collana Rizzoli Illustrati e pubblicata nel novembre del 2022, Armani parla proprio del suo braccio destro, confidente e amico. “In realtà si chiama Pantaleo… è la persona cui ho affidato i miei pensieri più privati, personali, di lavoro e non, che ha saputo tenere per sé con grande riserbo. Grazie Leo!”. Del lavoro con Armani, Dell’Orco ha detto in un’intervista rilasciata a Repubblica: “Credo che non mi abbia mai detto bravo. Cara grazia se mi ha dato una pacca sulla spalla. Ma non ne soffro, ormai so come ragiona. E un’altra cosa: fosse per lui, farebbe tutto e subito. Non gli si sta dietro”. In 45 anni di amicizia e lavoro insieme, raccontava, ci sono state discussioni che si sono rivelate costruttive: “La cosa più divertente è quando Giorgio mi chiama per un parere mentre lavorano sulla donna. Quando arrivo vedo il terrore negli occhi di tutti, perché sanno che dico sempre quello che penso, e che insisto fino a quando lui non si convince”. Un sodalizio, quello tra Dell’Orco e Armani, durato quasi metà secolo.

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