Dopo Madrid e Melbourne, lo US Open diventa il torneo della redenzione. A Flushing Meadows Jannik ha sistemato alcuni tra i vecchi record negativi: fuori Popyrin, Shapovalov… Ora ha davanti il canadese

Lorenzo Topello

4 settembre 2025 (modifica alle 23:04) – MILANO

Jannik, da buon milanista, saprà che dopo Istanbul c’è sempre Atene. Esiste il ricordo di una sconfitta dolorosa, ma anche la possibilità del riscatto. Della dolce vendetta. Ecco, Sinner potrà raccontare che dopo Madrid e Melbourne c’è sempre… New York. Serviva lo Slam nella Grande Mela per azzannare il suo passato e chiudere i conti con le bestie nere di qualche anno fa. Quelle che non gli avevano dato scampo a inizio carriera: Popyrin prima, Shapovalov poi, Auger-Aliassime adesso. Più che un percorso Slam, pare un cammino di redenzione.

riscatto—  

Già, Sinner negli anni ha sistemato i precedenti negativi con Medvedev (benedetta quella finale di Pechino) e Djokovic (dalla Coppa Davis 2023 in poi Nole non ha più trovato respiro), ma gli era mancata la possibilità di mettere a posto gli incroci con certi scomodi avversari del passato. Gente con cui aveva perso nel periodo prima del grande exploit: nel 2021, quando in bacheca aveva “solo” un paio di titoli da 250, e nel difficilissimo 2022, anno segnato dai problemi fisici. Poi è arrivato questo Us Open che gli ha sistemato sul cammino una serie di incroci che profumavano di grande opportunità: qualcuno ricordava che Jannik fosse in svantaggio nei testa a testa contro Alexei Popyrin? Una partita, una sconfitta. Lo aveva colpito la maledizione del 5 maggio (2021) sulla mai amata terra rossa di Madrid: l’australiano vinse 7-6 6-2 approfittando del vistoso calo alla battuta di Jannik. La vendetta l’ha servita gelida: 6-3 6-2 6-2 nel secondo turno di questo Us Open, in poco più di due ore. Popyrin, prima della partita, ci aveva provato: “Lui è forte, ma io ho un piano”. Saltato.

SVOLTA CONTRO SHAPOVALOV—  

Nella speciale resa dei conti col suo passato, poi, Jannik ha ricevuto in dono dal tabellone quella che finora è stata la sfida più complicata. Il terzo turno contro quel diavolo di Shapovalov che quattro anni fa era il mancino predestinato all’altissima classifica. E sulla strada di Sinner capitò nel momento sbagliato: al primo turno dell’Australian Open 2021, l’azzurro giocava ventiquattr’ore dopo la vittoria nel torneo del 250 sempre a Melbourne. E il canadese ne aveva approfittato. Jannik era caduto e come sempre non aveva cercato alibi: “Per carità, non diamo la colpa alla stanchezza”. Medioevo tennistico dell’azzurro. Tutt’altra cosa rispetto all’età dell’oro che viviamo adesso: Sinner, contro Shapo a New York, ha perso l’unico set della sua campagna fin qua perfetta. Ha sofferto per oltre tre ore, concedendo anche tre palle break nel terzo parziale che ha profumato inevitabilmente di punto di svolta dell’intera sfida. C’è spesso, nel cammino Slam dell’altoatesino, una partita di grossa sofferenza che segna il suo turning point nell’intero torneo: in Australia, a inizio anno, è stata la maratona contro Rune. A Wimbledon, invece, la grande paura contro Dimitrov che si è ritirato mentre era avanti due set a zero. Chissà che a New York non sia stata proprio quella contro Shapo.

OLTRE LA KRYPTONITE—  

E poi ecco servita una stalattite di kryptonite proprio a un soffio dalla finale. Fino a un mese fa il tabù di Jannik si chiamava Felix Auger-Aliassime: due partite, due sconfitte contro il canadese che poteva vantarsi di essere fra i pochissimi del circuito ad aver vinto più di una volta contro l’azzurro. Soprattutto, senza mai perdere. I problemi, per Felix, però erano due. Il primo: i due avevano giocato contro per l’ultima volta nel 2022, anno contraddistinto dagli infortuni di Sinner (non si conta il precedente di Madrid 2024, quando l’azzurro dette forfait prima di scendere in campo) e lontanissimo rispetto all’attuale forma del numero 1. Secondo punto: Jannik si è già preso una parziale vendetta. A Cincinnati, due settimane fa: 6-0 6-2, una passeggiata di salute ai quarti di finale in Ohio e tanti saluti alla kryptonite.

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UN’ALTRA STORIA—  

“Non vedo molti punti di forza nel gioco di Sinner, vero?” ha scherzato il canadese in conferenza stampa, dopo aver strappato un pass per lui preziosissimo come la semifinale a New York. “A volte è davvero imprendibile” ha detto Auger, “Ma non credo che mi concentrerò molto su di lui, quanto soprattutto su di me. Prima di Cincinnati non giocavamo da diversi anni, ora so meglio cosa aspettarmi. Ho capito come gioca oggi Jannik rispetto al 2022”. Sostanzialmente, è un altro tennista. Uno che ha vissuto le sue Istanbul, come tutti. Ma una mano del destino e un colpo d’aria al tabellone, adesso, lo hanno piazzato alle porte di Atene.