di
Leonard Berberi

I dati forniti da Cirium mostrano che anche l’Italia, dopo un inizio anno positivo, inizia a soffrire sul mercato transatlantico nel periodo di viaggio luglio-agosto. Cosa dicono i numeri

Le prenotazioni sui voli tra l’Europa e gli Stati Uniti non decollano d’estate, periodo di picco, e si avviano a chiudere in terreno negativo rispetto a un anno fa, cosa che non succedeva da diverso tempo, al netto della pandemia. E se l’Italia finora è stata tra le poche eccezioni di un trend continentale ribassista — un po’ per l’approccio dell’amministrazione americana, un po’ per le incertezze macroeconomiche, un po’ per i timori di essere fermati in dogana — nel bimestre luglio-agosto compaiono segni meno sugli acquisti dei biglietti aerei anche nel nostro Paese. È quanto emerge da alcune cifre fornite dalla piattaforma specializzata Cirium.

Il primo semestre

Nei primi sei mesi di quest’anno, secondo i dati ufficiali di International trade administration, gli ingressi dei cittadini dell’Europa occidentale sono in calo dell’1,9% rispetto allo stesso periodo del 2024. Tra questi se aumentano, di poco, i visti per affari e per studio (rispettivamente +1,1 e +2,1%), calano del 2,6% gli arrivi per turismo. Con alcuni picchi negativi, tra i visitatori, della Danimarca (-16,4%), della Germania (-11,1%) e della Francia (-9,3%). L’Italia (+9,4%) va in direzione esattamente opposta.



















































Le prenotazioni

Per il bimestre estivo si notano segni meno importanti. Anche per l’Italia. Almeno a leggere i dati parziali raccolti da Cirium sulle prenotazioni anticipate ed effettuate tra il 31 gennaio e il 30 giugno per viaggi previsti a luglio e agosto. La piattaforma specializzata precisa che i numeri provengono da svariate fonti terze (principalmente agenzie di viaggio online) e quindi non includono informazioni dirette sulle prenotazioni da parte delle compagnie. Di conseguenza servono a mostrare una tendenza.

Cali a doppia cifra

Cosa dicono questi valori? Che per i voli dall’Europa al Nord America (Usa, Canada) le prenotazioni in media sono inferiori del 13% rispetto a un anno fa. Tra febbraio e aprile gli europei sembrano in generale aver sospeso l’acquisto di viaggi con una destinazione oltreoceano. Cirium è andata più nel dettaglio e ha notato che sono negative pure le prenotazioni da Milano/Roma per gli Usa con un calo del 15% dei biglietti comprati nel primo semestre sulle piattaforme web per viaggiare a luglio-agosto. Un po’ meglio della Germania (Francoforte e Monaco, -19,6%), peggio della Francia (Parigi) che segna +3%, ma qui c’è anche l’effetto dei francesi che tornano a muoversi dopo essere stati nel Paese a godersi i Giochi olimpici.

Oltre 25 milioni di posti in vendita

Tutto questo a fronte di un’offerta di posti sui collegamenti diretti Europa-Nord America (Usa, Canada), nel bimestre estivo, che supera i 25 milioni di sedili, ma s’è smussato, con un incremento complessivo del 3,5% rispetto a un anno fa, secondo Cirium. Un’analisi ulteriore del Corriere su questi numeri evidenzia che se l’offerta dei vettori oltreoceano aumentata del 6,3%, quella degli europei di solo l’1,5%.

Tariffe «piatte»

E le tariffe? Quelle sviscerate fino ad aprile, ultimo dato disponibile sulla piattaforma Cirium, mostrano un quadro ancora più problematico. Perché nel quarto mese di quest’anno, il biglietto medio in classe Economy è stato di 442 dollari, poco più dei 436 euro del 2024 (al netto delle tasse aeroportuali), senza quindi aver «beneficiato» delle vacanze pasquali che nel 2025 sono cadute ad aprile inoltrato, mentre un anno prima il picco era stato il 31 marzo. Lo stesso per i sedili di Business che hanno toccato i 1.936 euro, quattordici più di aprile 2024.

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25 luglio 2025