Professioni al restyling, dai commercialisti agli avvocati, passando per le professioni sanitarie, i ministeri si sono messi al lavoro. Escono però con il disco verde del Consiglio dei ministri solo il disegno di legge delega in materia di professioni sanitarie. 

Sono passati sul tavolo del Cdm uno schema di disegno di legge delega al governo per la riforma dell’ordinamento forense, uno per la riforma della disciplina dell’ordinamento della professione di dottore commercialista e di esperto contabile e lo schema di disegno di legge delega in materia di professioni sanitarie e disposizioni relative alla responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie.

Ordinamento della professione di dottore commercialista 

Allo studio del Consiglio dei ministri c’è adesso la riforma della disciplina dell’ordinamento della professione di dottore commercialista e di esperto contabile. La premessa al testo spiega come “considerati il mutato contesto sociale ed economico del Paese e le nuove esigenze del mercato delle professioni, occorre affrontare questioni rilevanti per garantire la sostenibilità della professione e la sua futura evoluzione al fine di renderla più attuale e competitiva ed in grado di ‘attrarre’ i giovani”.

Nel disegno di legge delega all’articolo 1 è prevista la delega al Governo da realizzare con decreto legislativo da emanare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore. All’articolo 2 si evidenziano i principi e criteri direttivi, con l’obiettivo di “riorganizzare le attività oggetto della professione, anche al fine di riordinare le disposizioni vigenti”. 

La nuova legge delega per i dottori commercialisti punta a riformare la professione, aggiornando regole e competenze per renderle più moderne ed efficaci. Tra gli obiettivi principali c’è la revisione delle incompatibilità nell’esercizio dell’attività, con la possibilità di deroghe temporanee, e una disciplina più chiara sul conferimento degli incarichi e sulla determinazione dei compensi. Viene confermato il principio dell’equo compenso, proporzionato a quantità e qualità delle prestazioni, con parametri fissati dal Ministero su proposta del Consiglio nazionale.

Ci sono poi anche novità anche per i praticanti: il tirocinio di 18 mesi potrà essere svolto già durante la laurea magistrale, riducendo i tempi per l’abilitazione. Infine, si ipotizzano forme di assicurazione collettiva per la responsabilità civile, a tutela dei clienti e dei professionisti.

Scudo penale per i medici

Il disegno di legge delega sulle professioni sanitarie punta a rispondere alle carenze di personale nel Servizio sanitario nazionale (SSN) e a migliorare l’attrattività del settore. L’obiettivo è rafforzare le competenze del personale, ridurre le diseguaglianze territoriali e garantire una distribuzione più equilibrata di medici, infermieri e altre figure sanitarie, con attenzione alle specializzazioni strategiche come medicina d’emergenza, anatomia patologica e radioterapia.

Uno dei punti principali riguarda la punibilità dei medici solo per “colpa grave”, tenendo conto anche del contesto operativo e della “scarsità delle risorse umane e materiali disponibili”. Si introdurrebbe così in maniera strutturale il cosiddetto scudo penale per i medici, già previsto durante la pandemia di Covid-19.

Il disegno di legge delega prevede poi incentivi per trattenere il personale, sviluppo di carriera, lavoro flessibile e premi legati alla performance. Si punta a semplificare le procedure amministrative, ridurre le liste d’attesa e migliorare sicurezza e produttività. Inoltre, si promuove un sistema nazionale di certificazione delle competenze e si prepara l’adozione dell’intelligenza artificiale in sanità. La delega mira anche a rafforzare il ruolo degli Ordini professionali, migliorandone efficienza, governance e rappresentatività, per garantire servizi più efficaci e vicini ai cittadini.

Ordine forense 

La riforma dell’ordinamento forense che arriva sul tavolo della riunione del Consiglio dei ministri prevede anche una riforma organica del sistema disciplinare.

La riforma dei procedimenti disciplinari degli avvocati punta a rendere il sistema più efficiente, e trasparente. I consigli distrettuali di disciplina (Cdd) manterranno la funzione giudicante, ma con maggiore autonomia e separazione dalle attività ordinarie. Il procedimento sarà più snello e proporzionato alla gravità del fatto: condotte lievi potranno essere trattate con un rito semplificato e richiamo verbale, mentre per i casi più complessi sarà applicato il rito ordinario. La novità principale riguarda il consigliere istruttore, che potrà gestire l’istruttoria e formulare l’incolpazione senza approvazione preventiva. Saranno previste garanzie procedurali come comunicazione immediata della segnalazione, termini certi per deduzioni e citazione a giudizio dettagliata. Introduzione anche della riabilitazione per gli avvocati sanzionati, esclusi i radiati, ottenibile una sola volta. Il sistema prevede durata triennale dei mandati dei consiglieri, rispetto dell’equilibrio di genere e limiti alle rielezioni. 

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