di
Viviana Mazza
La telefonata dopo il vertice dei Volenterosi: «Visioni lontane. Zelensky e Putin dovranno fare concessioni»
DALLA NOSTRA INVIATA
WASHINGTON – Quando Macron e i Volenterosi ieri lo hanno chiamato, Donald ha detto loro che «l’Europa deve smetterla di acquistare petrolio russo che sta finanziando la guerra, visto che la Russia ha ricevuto dall’Ue 1,1 miliardi di euro in un anno per la vendita di carburanti», ha dichiarato un funzionario della Casa Bianca ai giornalisti dopo la telefonata. «Il presidente ha sottolineato inoltre che i leader europei devono fare pressione economica sulla Cina per aver finanziato gli sforzi bellici russi».
La telefonata è stata cordiale, ma diretta. E fa capire che, mentre i leader europei sperano che approvi nuove sanzioni secondarie contro Putin, la Casa Bianca trasferisce sull’Europa questa responsabilità. Secondo il funzionario, la telefonata avrebbe inoltre rivelato «visioni divergenti» tra i leader europei su come affrontare il conflitto: una «mancanza di unità» che «rende più difficile» porre fine alla guerra.
Il funzionario ha sottolineato che gli Stati Uniti «non vogliono essere trascinati in una guerra dall’altra parte dell’oceano» e che il presidente ha già detto che il «conflitto non è solo responsabilità di Biden, ma anche di Zelensky e di Putin, ed entrambi dovranno fare concessioni» per porvi fine.
Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni secondarie contro l’India per l’acquisto di petrolio russo, ma non sulla Cina, l’altro principale acquirente. Già la scorsa settimana era emerso che la Casa Bianca aveva chiesto al dipartimento del Tesoro di compilare una lista di sanzioni che potrebbero essere imposte dall’Europa contro la Russia. L’Ue ha ridotto in modo sostanziale l’acquisto di petrolio e gas russi dall’inizio della guerra e sta preparando un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia (non la Cina). I principali acquirenti di petrolio russo nell’Ue sono l’Ungheria e la Slovacchia, «esenti dai divieti di importazione dell’Ue e con leader amici di Trump», nota Tatiana Mitrova del Center on Global Energy Policy della Columbia University, sul sito Axios. Alcuni prodotti petroliferi raffinati in Paesi come Turchia e India finiscono inoltre sul mercato dell’Unione.
Intanto, il Financial Times rivela che alla fine della scorsa settimana alcuni funzionari del Pentagono hanno annunciato in un incontro con diversi diplomatici europei che gli Stati Uniti non finanzieranno più programmi per l’addestramento e l’equipaggiamento militare nei Paesi dell’Europa dell’Est al confine con la Russia.
Questa spesa ricade nella cosiddetta «sezione 333» e va approvata dal Congresso, ma l’amministrazione non ha richiesto altri soldi. I fondi già approvati saranno disponibili entro la fine di settembre 2026. Un funzionario della Casa Bianca ha spiegato che la mossa è in linea con gli sforzi di per «rivalutare e riallineare» gli aiuti all’estero ed è stata «coordinata con i Paesi europei»: mira ad «assicurarsi che l’Europa si assuma una maggior responsabilità per la sua difesa».
Questo programma aveva destinato 1,6 miliardi di dollari all’Europa tra il 2018 e il 2022 (il 29% della spesa totale della sezione 333). I Paesi che ne hanno tratto beneficio includono Estonia, Lituania e Lettonia. Anche la Baltic Security Initiative, programma separato creato nel 2020 per aiutare le forze armate di quei tre Paesi nell’addestramento e nel costruire infrastrutture militari sembra destinato ad essere tagliato.
Qualcuno vi legge un tentativo degli Usa di spingere i Paesi europei più ricchi a spendere di più per la difesa delle nazioni in prima linea nell’Est. Jeanne Shaheen, senatrice democratica che presiede la Commissione Esteri, ha detto che questi tagli «mandano proprio il segnale sbagliato mentre cerchiamo di costringere Putin a negoziare e di creare deterrenza contro l’aggressione russa».
David Baker, il capo della politica del Pentagono per l’Europa e la Nato, ha informato gli europei dei tagli, secondo il Washington Post. Baker è allineato a Elbridge Colby, sottosegretario alla Difesa per la Politica, che da tempo sostiene che la spesa Usa per l’Europa non è sostenibile e bisogna spendere di più nell’Indo-Pacifico per prevenire una guerra con la Cina.
5 settembre 2025 ( modifica il 5 settembre 2025 | 07:11)
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