La nona serata del Festival del Cinema di Venezia 2025 ha ribaltato ancora una volta le aspettative. Stavolta a brillare sono state soprattutto le italiane, capaci di spiazzare la concorrenza con eleganza autentica e scelte stilistiche di livello. Da Barbara Ronchi a Valeria Golino, passando per Emanuela Fanelli e Eleonora Abbagnato, il red carpet si è trasformato in una passerella dove il buon gusto ha finalmente avuto la meglio. Non sono mancati, certo, scivoloni clamorosi: tra lingerie mal riuscite, abiti che sembrano travestimenti e tentativi di stupire finiti male, la serata ha regalato un mix irresistibile di glamour e trash.

Anna Foglietta, bianco simbolico e attivismo. Voto: 10

Anna Foglietta sceglie il total white, morbido e fluido, con camicia maschile e lunga gonna plissé. Un look minimalista, arricchito dalla kefiah sulle spalle e dal pugno alzato: la moda che si trasforma in messaggio politico.

La sua presenza sul red carpet non è stata solo estetica. Poco prima dell’arrivo all’Excelsior, Foglietta era a bordo della lancia insieme alla street artist Laika per presentare l’opera We Are Coming, a sostegno della Global Sumud Flotilla diretta a Gaza. Sventolava la bandiera palestinese quando le forze dell’ordine hanno fermato l’imbarcazione, sequestrando bandiera e opera d’arte. Da quel gesto è nata la polemica politica, con l’opposizione che ha chiesto chiarimenti al Viminale.

L’arte oggi è un’azione pacifica e non violenta di sostegno alla Flotilla”, ha detto l’attrice, ribadendo che il silenzio, di fronte a certi drammi, equivale a complicità. Un intervento coraggioso, che ha trasformato il suo look in atto di militanza. Non solo eleganza, ma coerenza e capacità di sfruttare la propria visibilità per una causa sociale. A Venezia, non c’è stato gesto più potente: 10 pieno, per stile e coscienza.

Valentina Melpignano, regina in nero. Voto: 9

Valentina Melpignano incanta con un look che sembra disegnato per lei. L’abito nero, con spalle scoperte e maniche lunghe che terminano in uno strascico di chiffon, crea un movimento fluido e sensuale a ogni passo.

È una sensualità matura e consapevole, che non ha bisogno di spacchi profondi o trasparenze per farsi notare. Il collier di diamanti illumina il décolleté con discrezione, mentre il raccolto sleek aggiunge rigore e modernità. La sua presenza sul tappeto rosso è quella di una diva senza tempo: austera e insieme magnetica, capace di dominare la scena con la sola eleganza.

Barbara Ronchi, delicata e sofisticata. Voto: 8,5

Barbara Ronchi sceglie un romanticismo calibrato: un abito nei toni pastello, punteggiato da micro-cristalli che catturano la luce e da tagli studiati per lasciare intravedere senza mai esagerare.

Il trucco nude e i capelli lasciati morbidi bilanciano la luminosità del vestito, evitando l’effetto eccessivo. È un look che brilla di misura: raffinato, moderno, adatto a un’attrice che preferisce raccontarsi con discrezione piuttosto che con clamore. Non c’è la volontà di stupire, ma la consapevolezza che la vera classe risiede nell’armonia.

Emanuela Fanelli, nero d’autore. Voto: 7

Emanuela Fanelli sceglie la via del minimalismo drammatico: un abito lungo nero, dalle linee nette e rigorose, con scollatura quadrata che incornicia il décolleté e mette in risalto la postura elegante.

Niente fronzoli né dettagli ingombranti, solo la forza della semplicità. Il tessuto opaco accentua la severità dell’insieme, mentre lo styling – capelli sciolti con onde naturali e trucco leggero – alleggerisce il tutto. È un look che racconta intensità e coerenza con la sua personalità d’attrice: funziona per carisma, ma manca quel dettaglio scenografico che avrebbe potuto trasformarlo in un momento memorabile.

Eleonora Abbagnato, luce da étoile. Voto: 9

L’étoile Eleonora Abbagnato incanta con un abito nude interamente ricamato di perline e cristalli, che catturano la luce dei flash e la riflettono con eleganza.

La linea morbida con maniche ampie si sposa alla perfezione con lo scollo a V profondo, che aggiunge sensualità senza intaccare la raffinatezza. È un look che parla di danza: leggero, armonico, costruito sul movimento. Il raccolto pulito e i gioielli ridotti al minimo confermano la scelta di affidarsi alla sua naturale grazia scenica. Una presenza che trasforma il red carpet in palcoscenico.

Valeria Golino, spirito rock. Voto: 8

Valeria Golino non delude chi si aspetta da lei un twist fuori dagli schemi. L’abito argentato dalle geometrie ipnotiche riflette la luce in maniera magnetica, trasformandola in una figura vibrante. Le maniche morbide ammorbidiscono la rigidità delle linee, creando un equilibrio tra movimento e struttura.

Il beauty look naturale e i ricci spettinati le conferiscono quell’aria ribelle e autentica che la caratterizza da sempre. Un’apparizione rock, audace, che dimostra come si possa osare senza perdere coerenza con la propria personalità.

Sylvie Lubamba, disastro fashion. Voto: 1

Paillettes, bustier militare, cintura con maxi fibbia, persino un borsello in vita: l’abito di Sylvie Lubamba sembra uscito da un collage senza direzione.

L’idea di mixare army e glamour poteva avere potenziale, ma il risultato è caotico e incoerente, soprattutto su un red carpet solenne come Venezia. Lei resta radiosa, con un sorriso che illumina, ma l’outfit non le rende giustizia. L’occhio non sa dove posarsi e l’effetto complessivo è stonato. Una delle scelte peggiori viste in questa edizione.

Hana Mai, minimal con accento strong. Voto: 8

Hana Mai sceglie un lungo abito nero dalle linee essenziali, quasi liquid dress, sostenuto da sottilissimi spaghetti straps. La silhouette esalta la verticalità della figura, mentre il dettaglio più sorprendente è la cintura metallica dorata: un colpo di design che spezza il minimalismo e regala carattere.

Il make-up deciso e i capelli sciolti con riga laterale rafforzano un’immagine grintosa, ma il rischio è che l’insieme risulti troppo freddo e poco scenografico per un red carpet come Venezia. Funziona l’idea di essenzialità, ma manca l’allure da “wow effect”.

Margherita Molinari, romanticismo burro. Voto: 7,5

Margherita Molinari si affida a un abito in pizzo color burro, tono amatissimo nelle ultime stagioni couture. Il collo alto e la linea dritta costruiscono un’allure quasi regale, elegante ma forse un po’ troppo rigida per il suo fisico.

La palette cromatica, però, è perfetta sulla sua carnagione e trasmette purezza e delicatezza. È un look che convince più per la scelta del colore che per la costruzione: romantico e sofisticato, ma con margine di crescita.

Giulia Piscina, eleganza couture. Voto: 8

Giulia Piscina sfoggia un abito nero a sirena con corpetto ricamato e fiocco centrale che spezza la rigidità della silhouette. L’effetto è raffinato e potente, valorizzato dallo styling minimal: capelli sleek, make-up luminoso e gioielli scelti con misura. La linea allunga la figura e il risultato è un manuale di red carpet impeccabile. Mancano forse il guizzo e la sorpresa, ma l’eleganza resta indiscutibile.