Tra il 9 e il 30 agosto almeno 15 barche, per lo più a vela, sono state colpite e in alcuni casi danneggiate dalle orche lungo le coste della Galizia, in Spagna. Gli attacchi hanno danneggiato gli scafi e i timoni di alcune imbarcazioni, rendendo necessario l’intervento della guardia costiera e del soccorso marittimo. Il fenomeno si ripete da qualche anno lungo parte della costa atlantica della penisola iberica e non sono ancora chiare le sue cause. L’ipotesi prevalente tra gli esperti è che per le orche sia un gioco, più che un comportamento aggressivo nei confronti degli umani.

Uno dei tre membri dell’equipaggio di una barca colpita al largo del porto galiziano di Portonovo ha raccontato alla televisione spagnola RTVE che la loro imbarcazione ha rischiato di affondare a causa dei danni causati dalle orche: «Le abbiamo avvistate a circa 800 metri di distanza e, nel giro di pochi minuti, si sono avvicinate e ci hanno attaccati. Hanno rotto il timone e ci hanno lasciato senza possibilità di governare la barca. Ci hanno colpito altre tre o quattro volte, ed è stato a quel punto che si è aperta una falla». L’equipaggio ha chiamato i soccorsi, che sono intervenuti in circa un’ora evitando che la barca affondasse.

Nelle ultime settimane ci sono stati diversi altri racconti simili, che hanno riferito più o meno le stesse modalità di attacco delle orche. Due o tre individui puntano un’imbarcazione, la raggiungono velocemente e iniziano a speronarla, provando a colpire soprattutto il timone. In molti casi restano poi nei paraggi dell’imbarcazione dopo averla danneggiata, magari seguendola per diversi chilometri mentre viene riportata in porto. È successo per esempio lo scorso 21 agosto in un attacco che ha riguardato una barca a vela nella Ría di Vigo, un’insenatura nella provincia di Pontevedra.

Il particolare comportamento delle orche in quest’area dell’Atlantico è studiato da almeno cinque anni da alcuni gruppi di ricerca, ma non è stata ancora trovata una spiegazione convincente. È stato notato che gli attacchi sono condotti da una quindicina di orche, sulle circa cinquanta della popolazione di questi animali che frequenta la costa atlantica della penisola iberica. Le orche sono molto sociali e curiose: una di loro potrebbe avere iniziato ad mostrare questo comportamento per gioco, influenzando poi altri suoi simili che avrebbero iniziato a fare altrettanto.

In precedenza era stato ipotizzato che il comportamento derivasse da una reazione difensiva, dovuta a un trauma. Un’orca potrebbe essere stata ferita da una barca in passato e di conseguenza il suo gruppo di appartenenza avrebbe sviluppato un comportamento difensivo (o aggressivo) nei confronti delle imbarcazioni di piccole e medie dimensioni. Le orche attaccano soprattutto le barche a vela perché a differenza di quelle a motore sono più lente, e solitamente non usano un’elica che potrebbe rappresentare un pericolo. Finora è stata comunque esclusa la possibilità che si tratti di un’aggressione diretta specificamente contro gli umani.

Dal 2020 sono state segnalate centinaia di casi e almeno 250 barche sono state danneggiate. Il Grupo de Trabajo Orca Atlántica (GTOA), un’organizzazione che si occupa della sicurezza di quei tratti di mare dove vivono le orche, ha messo a disposizione da tempo un’applicazione che permette agli equipaggi di segnalare gli avvistamenti e gli incontri con questi animali. I dati raccolti vengono usati insieme ad altre informazioni per pubblicare bollettini sulla presenza delle orche in specifici tratti di mare, riducendo il rischio di incontri ravvicinati.