Carlos Taberner è il secondo finalista dell’ATP 250 di Umago. Lo spagnolo si guadagna, a 27 anni e dopo una carriera fondamentalmente tutta a ritmo di Challenger, la prima finale sul circuito maggiore battendo con un nettissimo 6-2 6-1 il bosniaco Damir Dzumhur. Sfiderà Luciano Darderi domani, e anche dovesse perdere nell’ultimo atto ci sarà in ogni caso la posizione numero 84 nel ranking ATP, la migliore della sua carriera.

L’inizio di match ha dei connotati che vanno al limite dell’assurdo. Anzi, il vero assurdo arriva nel secondo game, un concentrato di lotta da più di 20 minuti, 34 punti, 6 palle break mancate da Taberner e, alla fine, Dzumhur che va a tenere la battuta. Si tratta però dell’unico reale momento in cui il bosniaco riesce ad avere qualcosa di positivo dalla serata: il resto va tutto dalla parte del valenciano, che comincia a togliere tutte le volte il servizio al suo avversario. Come risultato c’è un 6-2 soltanto perché anche lo stesso spagnolo in un’occasione non tiene, ma è più che altro questione di dettagli.

Il cammino di Taberner continua pressoché indisturbato nel secondo parziale, nel quale continua a strappare la battuta attimo dopo attimo a Dzumhur. Si ferma soltanto sul 5-0, anzi sul match point in proprio favore, al che il bosniaco riesce a tornare a conquistare un game quando serve prima di cedere quasi subito dopo. E adesso, per Taberner, c’è la possibilità di diventare il settimo spagnolo a vincere Umago dopo Alberto Berasategui (1994), Carlos Moya (1996, 2001, 2002, 2003, 2007), Felix Mantilla (1997), Fernando Verdasco (2008), Juan Carlos Ferrero (2010), Tommy Robredo (2013) e Carlos Alcaraz (2021). Una lista, insomma, non di poco conto.

Per Taberner troppo più consistente la prima di servizio: 21/29 contro 23/51 (e non si andrebbe lontani dal 72%-45% anche senza il game-fiume). Nell’ora e 36 minuti di gioco è 26-15 il rapporto vincenti-errori gratuiti contro l’11-37 di Dzumhur. La caccia è quella a ciò che, per il valenciano, equivarrebbe a una notevolissima impresa, ma Darderi è in grandissima fiducia. Da tenere in conto anche un fattore: di solito chi vince Umago, prima o poi, nella carriera qualcosa di davvero importante lo fa. Basta scorrere l’albo d’oro.