Il tema che percorre l’intera Mostra del cinema di Venezia, i mostri, a cominciare dall’archetipo di Frankenstein, oggi ha trovato al Lido due espressioni estremamente umane ma ugualmente intrise di tragedia. Leonardo Di Costanzo (che in conferenza stampa ha fatto anche un appello per Gaza) propone in concorso Elisa (in sala dal 5 settembre), sulle mille ragioni del colpevole, del delitto viste al microscopio. E anche e soprattutto la rimozione, il non ricordo.
Video Venezia, attesa per ‘Elisa’ di Leonardo Di Costanzo
È il caso della protagonista (Barbara Ronchi), trentacinquenne in carcere perché condannata per aver ucciso, senza motivi apparenti, la sorella maggiore e poi con grande crudeltà bruciato il cadavere. Ora la donna sostiene di ricordare poco o niente del delitto, come se avesse alzato un velo di silenzio tra sé e il passato, ma quando decide di incontrare nella sua ‘casa di semilibertà’ il criminologo Alaoui (Roschdy Zem) e partecipare alle sue ricerche, qualcosa si sblocca.
“Elisa scopre che il senso di colpa da sentimento passivo può diventare attivo – spiega Barbara Ronchi -. Il suo delitto è paradossale: togliere una vita per averne una tutta per se”. Il regista spiega: “Mi occupo da un po’ di tempo di colpa, ma in questo caso in una dimensione trasformativa, considerando questo personaggio soprattutto come un essere umano da recuperare”. Questo “è un film politico in cui il colpevole non viene inchiodato alla sua colpa, non c’è la vendetta”.
Il ‘mostro’ è famigliare, ma attraverso la più frequente (purtroppo), forma della violenza domestica e delle relazioni tossiche, con l’influsso che hanno anche, in questo caso, sulle due figlie nel secondo film in concorso di oggi, ‘Girl’, debutto alla regia dell’attrice taiwanese Shu Qi, che in parte si è ispirata a vicende realmente vissute: “Mi ricordo che ogni volta che sentivo la moto di mio padre tornare a casa – ha raccontato – e il cancello di metallo aprirsi al piano di sotto, ero terrorizzata e scappavo il più lontano possibile per nascondermi, anche se eravamo nel cuore della notte. Quindi penso che crescere in quel tipo di ambiente con quelle esperienze mi abbia reso una persona estremamente sensibile e insicura”. Un maestro del crime, e non solo, come Stefano Sollima invece decide di immergersi nella serie dei delitti de Il Mostro di Firenze con una nuova serie per Netflix in quattro episodi, Il mostro (disponibile del 22 ottobre). Il racconto è incentrato sulle prime fasi delle indagini dedicate al Mostro di Firenze, e in particolare alla ‘pista sarda’ esplorata prima che entrassero nell’inchiesta Pacciani e i ‘compagni di merende’.
Video Venezia, Stefano Sollima presenta ‘Il mostro’
Nell’affrontare questa storia, “oltre alla vastità di documenti che abbiamo letto, ti colpisce un peccato originale, il fatto che ci fosse una tesi di fondo, come se la verità sia stata piegata ai fini della dimostrazione della tesi”.
Per approfondire
Agenzia ANSA Hosoda: ‘Il mio fantasy pacifista pensando a Dante’ – Notizie – Ansa.it Il maestro dell’animazione al Lido fuori concorso con Scarlet (ANSA)
Così “abbiamo capito che l’unico modo fare chiarezza sarebbe stato ricominciare dall’inizio”, spiega il regista. I mostri della guerra, della violenza, la vendetta e l’aldilà sono invece sia i compagni di strada che gli avversari dei due protagonisti, una principessa medievale e un giovane e generoso infermiere di oggi in Scarlet, fantasy animato antimilitarista e pacifista, che trae ispirazione da Dante e Shakespeare realizzato da un maestro dell’animazione, Mamoru Hosoda, presentato fuori concorso
. “Viviamo in un mondo nel quale vediamo tanti bambini che stanno soffrendo per la fame e le guerre – spiega l’autore giapponese -. Io volevo raccontare una storia che desse speranza, perché anche da genitore sento che è necessario comunicare ai più piccoli che, anche nel mondo di oggi, possono continuare a sperare”
Video Venezia, le star sfilano sul red carpet per la premie’re di ‘Nuhai’
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