di
Giovanna maria Fagnani

La tavolata riservata su The Fork a inizio estate, ma poi non si è presentato nessuno. La scusa: «Abbiamo provato a telefonare per disdire, ma non ci avete risposto». E invece PizzAut non ha telefono: prenotazioni e disdette si fanno solo via app

Prenotare e non presentarsi, dimenticandosi, però, di avvisare il ristorante. un malcostume da «nota sul registro». Sì, perché, in questo caso, non si tratta di una scolaresca, ma addirittura di una comitiva di insegnanti, che ha tirato il «bidone» a PizzAut, il ristorante di Monza gestito da cuochi e camerieri con autismo. A raccontarlo sui social, venerdì, è stato il fondatore, Nico Acampora che contestualmente ha lanciato un appello a chi fosse libero per andare a occupare i posti rimasti vuoti. Troppo tardi, però, perché anche questa chiamata last minute avesse successo. 

«Cinquanta insegnanti che fanno il bidone. Dovremmo dargli una nota sul registro» esordisce Acampora, impegnato con parte della sua brigata a servire pinse nei paddock all’Autodromo di Monza. Gli insegnanti, spiega, erano attesi a mezzogiorno. «Avevano prenotato su The Fork e qualche minuto fa li abbiamo chiamati perché avevano scritto nelle note “siamo insegnanti e forse saremo più di 50” Bene, 5 minuti fa ci hanno detto che non verranno. Non hanno però disdetto la prenotazione su The Fork… non ci hanno pensato. Hanno detto di averci chiamato ad agosto ma noi eravamo chiusi… abbiamo riaperto il 20 agosto… ma non hanno più riprovato», racconta il fondatore di PizzAut, che sceglie di non scrivere il nome della scuola «perché sono più corretto di loro». E conclude: «Aspettiamo altri insegnanti, a pranzo, migliori dei loro colleghi». 



















































«Ero ai paddock con una parte della nostra brigata, ma ho deciso di passare anche al nostro ristorante di Monza, proprio per dare una mano all’allestimento della tavolata da cinquanta persone, che era stata prenotata all’inizio dell’estate» racconta Acampora in un attimo di pausa fra un servizio e l’altro all’Autodromo. «La nostra educatrice, Kerol, che fa l’assistente in sala, li aveva già chiamati, per sapere se in effetti sarebbero venuti in 50, oppure in numero superiore, come avevano lasciato indicato nella prenotazione». Le telefonate, però, cadono a vuoto. 

«Siamo riusciti a trovarli che era ormai quasi mezzogiorno, troppo tardi anche per trovare altri clienti che riempissero i tavoli. Ci hanno detto che non sarebbero venuti e che avevano provato a telefonare per disdire e che non avevano potuto perché in agosto eravamo chiusi. Tuttavia, PizzAut non ha numeri di telefono, le prenotazioni e le disdette si fanno tramite l’app». E così venerdì a pranzo PizzAut ha avuto tanti tavoli liberi. Gli appelli all’ultimo funzionano solitamente di sabato o di domenica, in settimana è più difficile. Chi viene a pranzare a PizzAut lo fa per «mangiare la pizza più buona della galassia conosciuta» (come dice sempre Nico) e perché condivide un progetto. In questo caso, a quel progetto è stato creato un danno per mancato incasso. Da qui l’amarezza del fondatore, dei dipendenti e dei volontari. Centinaia i commenti, anche di insegnanti che si dissociano dal comportamento dei colleghi: «Che messaggio danno ai loro alunni?».


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5 settembre 2025 ( modifica il 5 settembre 2025 | 15:24)