Sono 3561 gli iscritti al semestre filtro di Medicina sommando i dati delle Università di Bari e di UniSalento. Numeri importanti quelli messi insieme dai due Atenei pugliesi, le iscrizioni su base nazionale si sono chiuse ieri alle 17, nello specifico 3mila per la “Aldo Moro” e i restanti 561 per l’Università del Salento, i quali hanno completato l’iscrizione al corso di Medicina Sperimentale e hanno scelto il capoluogo salentino come sede preferenziale, che rappresentano il giusto premio all’impegno nei riguardi di una riforma che non cancella il numero chiuso ma muta le modalità di accesso alle Facoltà di Medicina e Chirurgia (LM-41), in Medicina e Chirurgia (Tecnologica), Odontoiatria e Protesi dentaria (LM-46) e in Medicina Veterinaria (LM-42).

La riforma

La riforma delle modalità di ammissione a questi corsi ha infatti istituto un semestre “propedeutico”, senza test d’ingresso, durante il quale studentesse e studenti dovranno partecipare a lezioni a frequenza obbligatoria di Chimica e Propedeutica biochimica, Fisica e Biologia, per un totale di 18 crediti (6 per insegnamento), in una sede inserita come prima scelta. Al termine del semestre filtro sono previsti esami su base nazionale con gli appelli che si potranno svolgere il 20 novembre e il 10 dicembre. Dagli esiti degli appelli scaturirà una graduatoria nazionale che determinerà l’accesso ai corsi e sarà resa pubblica il 12 gennaio 2026. Ciascuna Università avrà poi assegnati i posti per singola Facoltà: a tale riguardo, quelle pugliesi soggetti alla riforma dovrebbero vedere incrementata la quota rispetto all’anno scorso. Chi sarà in posizione utile potrà andare avanti, gli altri potranno rinunciare agli studi e riprovarci l’anno seguente e fino a un massimo di tre anni, o proseguire in un diverso corso di studio affine, con i risultati degli esami che verranno convalidati. La frequenza ai corsi del semestre filtro è obbligatoria e per venire incontro alle esigenze degli studenti sia l’Università “Aldo Moro” che l’Università del Salento hanno programmato una partecipazione alle lezioni in presenza fisica nelle aule o da remoto, in una forma sostanzialmente mista. Una soluzione voluta dai due atenei per evitare l’afflusso incontrollato di ragazzi nelle aule e per dare la possibilità di frequentare senza doversi necessariamente spostare. L’organizzazione della macchina amministrativa e didattica non è stata per nulla semplice, anche rispetto al tempo ristretto a disposizione, e le due Università pugliesi hanno lavorato in maniera continua per garantire la migliore offerta possibile. L’Università di Bari ha già previsto, tra l’altro, i corsi “affini” che potrà frequentare chi non avrà superato il primo semestre filtro. Tra questi, quelli di laurea triennali in Biotecnologie industriali per lo sviluppo sostenibile (L-2), Biotecnologie mediche e farmaceutiche (L-2), Scienze biologiche (L-13), Scienze animali (L-38), Scienze delle Produzioni e delle Risorse del Mare (L-38). Ancora, i corsi di laurea magistrale a ciclo unico Farmacia sedi di Bari e Taranto (LM-13), Farmacia – Interateneo con l’Università Cattolica Nostra Signor del Buon Consiglio di Tirana (LM-13), Chimica e tecnologia farmaceutiche (LM-13). E per finire quelli relativi alle Professioni sanitarie, ossia Assistenza sanitaria (L/SNT4), Educazione professionale (L/SNT2), Infermieristica (L/SNT1), Ortottica ed assistenza oftalmologica (L/SNT2), Tecniche audiometriche (L/SNT3), Tecniche audioprotesiche (L/SNT3), Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro (L/SNT4), Tecniche di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare (L/SNT3), Tecniche di neurofisiopatologia (L/SNT3) e Tecniche ortopediche (L/SNT3). Come spiegato dal Ministero dell’Università, I partecipanti al semestre aperto potranno accedere all’alloggio in residenza universitaria nelle le strutture disponibili, a tariffa agevolata Dsu, e alla ristorazione presso mense universitarie e punti ristoro convenzionati a prezzi calmierati, nei giorni scorsi il ministro Anna Maria Bernini, tra le più accese sostenitrici della riforma voluta dal governo Meloni, ha dichiarato: «È questo un passo importante verso un sistema di accesso più equo e sostenibile per i futuri medici del nostro Paese. Garantiamo supporto concreto agli studenti meritevoli, indipendentemente dalle loro condizioni economiche, contribuendo a formare le professionalità sanitarie di cui l’Italia ha bisogno».

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