Un’uscita che può sembrare spiazzante, ma più nella forma che nella sostanza. Al congresso dei giovani leghisti di Busto Arsizio, ieri, il presidente lombardo Attilio Fontana ha abbandonato i toni felpati a cui ci ha abituato e si è lasciato andare a un vero e proprio show anti-sovranista: “Col cazzo che vannaccizziamo la Lega!”, e giù applausi scroscianti.

Ex salviniani e nuovi adepti del Mondo al contrario: tutti gli uomini di Vannacci alle regionali

di Matteo Pucciarelli

04 Settembre 2025

La notizia, riportata dal sito locale Malpensa24, sta girando veloce di chat in chat. Sul palco di Villa Calcaterra, durante il passaggio di consegne tra Riccardo Guzzetti e la nuova coordinatrice Carlotta Bozzolo, il presidente lombardo ha rievocato le origini del movimento: i primi passi della Lega, il mito del Nord, le battaglie per il federalismo, i pranzi e le riunioni con Umberto Bossi al ristorante Bologna di Varese. «I nostri valori sono sempre gli stessi» ha scandito davanti alla platea, «la difesa della Lombardia e la lotta al neocentralismo che avanza». Sullo stesso solco dell’intervento nostalgico del ministro Roberto Calderoli sul Monviso, qualche giorno fa.

Poi ecco la frase forte, rivolta a chi immagina un futuro diverso per il Carroccio, più posizionato verso l’estrema destra di Roberto Vannacci: «C’è qualcuno che vuole vannaccizzare la Lega. Io dico: col cazzo che ci riesce. Io sono della Lega, della Lega Lombarda». Parole che, appunto, hanno fatto scatenare l’entusiasmo.

Un messaggio chiaro ai giovani militanti ma anche a Matteo Salvini, che ha voluto candidare il generale, lo ha voluto fare vicesegretario e gli permette di muoversi al di sopra delle regole interne: il partito, almeno secondo Fontana, deve restare fedele alle sue radici, senza lasciarsi trascinare dal militare-influencer. Il quale interpellato da Adnkronos preferisce non alimentare polemiche: “Cosa rispondo? Io dico: evviva Fontana, evviva la Lega lombarda, la Liga veneta, andiamo avanti tutti insieme. Non ho mai parlato con Fontana, ci siamo dati la mano quando è venuto a Bruxelles. Per il resto, non ci siamo mai incontrati…”. Non fa lo stesso però il vicepresidente del movimento di Vannacci, parallelo alla Lega, cioè Cristiano Romani: “Chi pensa, anche in queste ore, di fermare lo tsunami con le mani, non ha capito la portata del fenomeno Vannacci. La vannaccizzazione, non solo della Lega, ma della politica italiana, è ora inarrestabile”.