Un viaggio tra i Padiglioni Nazionali per scoprire sostenibilità, innovazione e visioni architettoniche che guardano al futuro.

In questi giorni, mentre la città ospita la Mostra del Cinema di Venezia, la laguna diventa anche il palcoscenico della Biennale di Architettura 2025, trasformandosi in un crocevia di culture, idee e sperimentazioni.

I nuovi Paesi partecipanti

L’edizione 2025 vede la partecipazione di ben quattro nuovi Paesi: la Repubblica dell’Azerbaijan, il Sultanato dell’Oman, il Qatar e il Togo. Il Qatar, in particolare, ha annunciato un nuovo padiglione permanente che sarà progettato da Lina Ghotmeh e inaugurato nel 2026, mentre per questa edizione presenta una mostra collettiva e un’installazione site-specific.

Il Padiglione Italia

Il Padiglione Italia, curato da Guendalina Salimei, presenta “Terræ Aquæ. L’Italia e l’intelligenza del mare”. L’intento è di rovesciare la prospettiva tradizionale: non guardare il mare dalla terra, ma viceversa, raccogliendo contributi per ripensare il rapporto tra terra e mare nelle aree costiere e portuali. Ci sono vari casi studio e anche tanto spazio dedicato agli studenti e alle studentesse delle università e accademie italiane e ai loro progetti.

Sostenibilità e innovazione

Molti padiglioni nazionali affrontano direttamente il tema della sostenibilità e dell’innovazione in modi differenti: c’è chi si sofferma più sul climate change e chi sulla questione abitativa. I nuovi pensieri architettonici vedono il loro meglio alla Biennale, quindi proporremo un’overview degli argomenti raccolti in questa 19ª edizione.

I padiglioni Paese per Paese

  • Germania – “StressTest”: permetterà ai visitatori di sperimentare il caldo estremo per sottolineare la necessità di soluzioni per una pianificazione urbana resiliente, prevedendo soluzioni di natura naturale (piante e spazi verdi) e non.
  • Islanda – “Lavaforming”: propone un approccio innovativo alla creazione di materiali da costruzione sostenibili da flussi di lava controllati, sfruttando l’attività vulcanica unica del Paese.
  • Portogallo – “Paraíso, hoje”: esplora il contrasto tra la costa urbanizzata e l’entroterra spopolato, cercando di valorizzare gli aspetti positivi del presente per costruire un futuro migliore.
  • Danimarca – “‘Build of Site’: Building Upon the World Without Building Anew”: trasforma il padiglione in un caso studio di riutilizzo delle risorse già presenti nell’edificio.
  • Argentina – “Siestario”: un gonfiabile gigante che riproduce un silo bag, metafora del bisogno di fermarsi e riflettere sul rapporto tra tempo e architettura.
  • Stati Uniti – “PORCH: An Architecture of Generosity”: esplorano il significato del portico come spazio di connessione e relazioni, con una riflessione culturale sull’importanza della conoscenza e dell’apprendimento.
  • Brasile: propone una visione interdisciplinare che intreccia architettura, natura e infrastrutture sociali, indagando il ruolo dell’intelligenza collettiva per affrontare le crisi socio-ambientali, in un’esposizione fortemente contraddistinta da uno stile molto d’impatto.
  • Belgio – “Building Biospheres”: si concentra sul ruolo della vegetazione nelle costruzioni, integrando l’intelligenza delle piante nella progettazione.
  • Australia – “Home”: un progetto immersivo sulle conoscenze delle Prime Nazioni e la gestione ambientale, l’esposizione si concentra molto sulla tattilità, infatti i visitatori possono toccare tutti gli oggetti esposti.
  • Giappone – “In-Between” (Ma): indaga una futura intelligenza artificiale più relazionale, allontanandosi dalla visione umano-centrica.
  • Francia – “Vivre avec / Living with”: propone una struttura leggera e temporanea in materiali di riuso, come spazio inclusivo di dialogo.
  • Spagna: propone un’interessante ricerca che connette materiali edili di recupero ad artigianato locale, una vera e propria proposta di innovazione che mette le basi nella tradizione e nel passato.
  • Austria – “Agency for Better Living”: esplora la dimensione politica del diritto alla casa, confrontando i modelli abitativi di Vienna e Roma, cercando un confronto con lo spettatore tramite varie board dove è possibile lasciare la propria opinione.
  • Egitto – “Let’s Grasp the Mirage.” (Afferriamo il miraggio): si propone di interagire con lo spettatore per far comprendere al meglio il peso di determinati gesti che compiamo ogni giorno. Infatti, esplora l’equilibrio fragile tra le risorse idriche e la crescita umana.

Una piattaforma globale di confronto

In conclusione, anche in questa edizione della Biennale di Architettura si conferma una piattaforma globale di confronto e sperimentazione. Con il suo approccio diffuso, corale e interdisciplinare, invita tutti a riflettere sul ruolo dell’architettura nell’affrontare le grandi domande del nostro tempo, dalla crisi climatica ai bisogni abitativi, fino al ripensamento della convivenza tra l’uomo, la natura e la tecnologia.