I Campionati del Mondo di Ciclismo su strada 2025 si svolgeranno dal 21 al 28 settembre in Ruanda, nei dintorni della città di Kigali. Sarà la prima edizione di un campionato del mondo a tenersi nel continente africano.

La città di Kigali è situata a circa 1.500 metri di quota sul livello del mare attorniata da zone collinari e montuose. Per quanto riguarda la regina delle prove, ovvero la gara in linea maschile élite, si tratterà di un mondiale molto impegnativo, con percorso molto esigente, più duro di una Liegi e di un Lombardia, con un dislivello complessivo pari a quello di un tappone alpino del Tour de France. L’evento presenta quindi tutte le premesse per essere una delle edizioni più impegnative e spettacolari mai viste.

“Riding New Heights”, lo slogan di Kigali 2025 (UCI Kigali 2025), racchiude lo spirito dell’evento, simboleggiando non solo la sfida fisica di conquistare “le mille colline del Ruanda”, ma anche metaforicamente il desiderio e la necessità di progresso e successo del paese africano.

La scelta del Ruanda come sede della manifestazione mondiale è un riconoscimento del crescente sviluppo del ciclismo in Africa e un’opportunità per mettere in mostra la bellezza e la cultura del continente. Questo evento segna una pietra miliare per il ciclismo, non solo in termini di competizione sportiva, ma anche in aspetti come l’inclusione e l’espansione geografica di questo sport.
In terra d’Africa, al gran safari di Kigali, c’è grande attesa per la caccia alla maglia iridata di Tadej Pogačar.

La prima volta in Africa: luci e ombre

Prima di addentrarci nell’analisi del mondiale facciamo un passo indietro per capire in quale clima si arriva alla corsa di un giorno più attesa dell’anno (solo Fiandre e Roubaix reggono il confronto con un mondiale).

Questa rassegna iridata è stata caratterizzata fin dal giorno della designazione della sede di Kigali da due diverse prospettive, una sorta di mix di luci e ombre.

Il ciclismo come vetrina internazionale

La prima prospettiva è quella di crescita di un Paese che attraverso il ciclismo e la vetrina dei campionati mondiali, vuole farsi conoscere in tutto il mondo e dare un segnale importante per l’intera Africa. Il Ruanda mira a diventare un polo continentale per lo sport e ospitare i Campionati del Mondo di ciclismo su strada UCI del 2025 può dare un forte impulso alle attività di sviluppo ciclistico nel paese. Il ciclismo è infatti uno degli sport più popolari in Ruanda.

La nazione ha assistito a un’impennata del ciclismo sia amatoriale che agonistico, con il Tour du Rwanda che è diventato uno degli eventi ciclistici più importanti in Africa, crescendo di anno in anno. Ma l’importanza di questo evento va oltre il semplice sport. I campionati non solo riuniranno ciclisti d’élite da tutto il mondo, ma saranno anche una grande occasione per promuovere il Ruanda come centro di turismo, favorendo il nascere di investimenti economici e opportunità di lavoro.

Situazione geopolitica e logistica

Dall’altro lato la designazione del Ruanda come sede della rassegna mondiale ha sollevato fin da subito diversi dubbi, polemiche e problemi che si sono trascinati fino al giorno d’oggi.
Primo e pesante elemento negativo che incombe sul clima di festa della rassegna iridato è rappresentato dalla guerra che è tutt’ora in corso nella regione del Kivu, lungo il confine con la Repubblica Democratica del Congo. Il Ruanda sta dando infatti appoggio alle milizie M23 che hanno attaccato l’area al fine di rovesciare l’esecutivo dell’ex colonia belga.

Seguono poi i dubbi legati alla logistica della manifestazione e all’affidabilità dell’organizzazione locale. Non ultimi l’obbligo di vaccinazione per i corridori e altro elemento importante quello legato agli alti costi della spedizione.
Volare in Ruanda non è economico, sia per i pochi voli che collegano Kigali al resto del mondo, sia per le ampie distanze che le varie delegazioni saranno costrette a coprire.

Si è arrivati quindi a squadre nazionali mutilate (nell’organico e nelle varie discipline). Parteciperanno meno atleti e tanti big hanno declinato l’invito. Notizie dell’ultim’ora riguardano gli Stati Uniti che dovranno rinunciare a praticamente tutti i corridori di maggior spicco e la Danimarca (senza Vingegaard, che ha recentemente confermato la sua assenza) che non parteciperà a nessuna prova a cronometro. In controtendenza la nostra Federazione che ha annunciato, a dispetto di quanto aveva preventivato negli scorsi mesi in ragione dei costi elevatissimi della trasferta, che sarà presente con contingente pieno per le due squadre élite, maschile e femminile, nelle gare su strada.

Il programma completo

L’appuntamento con la storia (prima volta dei Mondiali di Ciclismo su strada in Africa) è dunque fissato in calendario dal 21 al 28 settembre.

Come da recente tradizione, il programma prevede un’intera settimana dedicata alle prove ciclistiche su strada. I primi tre giorni sono dedicati alle prove contro il tempo (cronometro delle varie categorie), quindi c’è un giorno intermedio riservato alla staffetta mista a squadre, per poi concludere con quattro giorni finali riservati alle prove in linea delle varie categorie.

  • Si parte domenica 21 settembre con la crono femminile élite (percorso di 31,2 km) con inizio alle 10:10. Alle 13:45, invece, sarà la volta della crono maschile élite, articolata sulla distanza di 40,6 km.
  • Il 22 settembre alle 10:35 prenderà il via la crono Under 23 femminile (percorso di 22,6 km), mentre alle 13:35 toccherà alla crono Under 23 maschile (31,2 km).
  • Il 23 settembre tocca alle cronometro della categoria juniores: alle 10:45 la femminile (18,3 km) e alle 14:00 la maschile (22,6 km).
  • Il 24 settembre alle 12:30 prende il via la staffetta mista a squadre, su un percorso di 42,4 km.
  • Le prove in linea iniziano giovedì 25 settembre alle 13:05 con la Under 23 femminile (119,3 km).
  • Il 26 settembre alle 08:00 tocca alla Juniores maschile (119,3 km) e sempre il 26 alle 12:00 si corre invece la Under 23 maschile (164,6 km).
  • Sabato 27 settembre alle 08:20 la prova juniores femminile, sui 74,6 km, seguita alle 12:05 dalla prova femminile élite, sui 164,6 km.
  • Infine, domenica 28 settembre, la gara più attesa: la prova maschile élite. Via alle 09:45 sulla distanza dei 267,5 km.

Calendario gare Mondiali Ciclismo Ruanda 2025Dove vedere e seguire i Mondiali di Ciclismo 2025

Tutte le gare previste nel programma dei Mondiali di Ciclismo 2025 sono coperte in chiaro dalla Rai, sia sui canali generalisti, sia su RaiSport (e in streaming su RaiPlay). Trasmissione integrale anche su Eurosport, canale visibile sulle piattaforme pay Discovery+ e DAZN.
Le immagini delle diverse prove della settimana possono essere infine seguite attraverso i video caricati sui canali ufficiali (sito, blog e social network) della manifestazione.

Storia, numeri e volti del Mondiale

Quella che prenderà il via domenica 28 settembre a Kigali sarà l’edizione numero 98 dei mondiali di ciclismo su strada per quel che riguarda la corsa regina, ovvero la prova élite maschile. La prima edizione si è svolta nel 1921 in Danimarca a Copenaghen, l’ultima lo scorso settembre in Svizzera a Zurigo.
È senza dubbio la corsa in linea di un giorno di maggiore importanza di tutto il calendario ciclistico, quella che assegna l’iconica maglia con l’iride da portare sulle spalle per un anno intero. Vale una carriera, una vita.

Palmarès delle vittorie

Sono 18 le nazioni che hanno visto trionfare un proprio portacolori al mondiale. C’è il Belgio in vetta al medagliere dei successi nella prova in linea maschile élite con 27 vittorie all’attivo (con 52 podi/medaglie totali) davanti alle 19 dell’Italia (con 56 podi/medaglie totali) e alle 10 della Francia (con 38 podi/medaglie totali). In testa nell’albo d’oro, a quota tre vittorie, troviamo quattro corridori: il nostro Alfredo Binda, lo spagnolo Oscar Freire, i belgi Rik Van Steenbergen ed Eddy Merckx e lo slovacco Peter Sagan (l’unico a centrare il tris per tre anni consecutivi).

Seguono a ruota con due vittorie altri mostri sacri del ciclismo di tutti i tempi quali Greg LeMond, Rik Van Looy, Paolo Bettini, Freddy Maertens, Gianni Bugno, Georges Ronsse, Alberic Schotte e, più recentemente, Julian Alaphilippe. Lo scorso anno a Zurigo, in Svizzera, ha trionfato Tadej Pogačar, a coronamento di un’annata straordinaria che l’ha visto aggiudicarsi la doppietta Giro-Tour, la Liegi-Bastogne-Liegi e il Giro di Lombardia.

Il passato recente

Nelle ultime dieci edizioni del Mondiale non c’è stato spazio per sorprese o “Carneadi” capitati nella classica giornata di gloria, ma hanno visto la maglia iridata finire sempre sulle spalle di veri e propri campioni e fuoriclasse. I nomi? Sagan (2015, 2016 e 2017), Valverde (2018), Pedersen (2019), Alaphilippe (2020 e 2021), Evenepoel (2022), Van der Poel (2023) e Pogačar (2024).

L’ultimo italiano a vincere

L’ultima vittoria degli azzurri risale a Varese 2008 grazie ad Alessandro Ballan, seguito sul secondo gradino del podio da Damiano Cunego. Da quel giorno (17 anni) solo un podio nel 2019 ad Harrogate, quello di Matteo Trentin beffato in volata sulla linea d’arrivo da Pedersen. Un bottino molto magro.

Come detto, il percorso di Kigali 2025 sarà molto esigente, uno dei più duri della storia, con 5.475 metri di dislivello, il secondo più impegnativo dopo il Nurburgring del 1966 (con ben 5.844 metri), vinto dal padrone di casa Rudi Altig, davanti ai due eterni rivali francesi Jacques Anquetil e Raymond Poulidor.

Scorrendo a memoria in tempi recenti Mondiali con caratteristiche e durezza di percorso simili, ricordiamo le seguenti tre edizioni. Il Mondiale di Innsbruck 2018 con percorso duro, pendenze importanti a doppia cifra e dislivello complessivo di 4670 metri, che ha visto il trionfo di Alejandro Valverde.

Il Mondiale colombiano a Duitama nel 1995 dove lo spagnolo Olano riuscì a battere due fuoriclasse come Indurain e Pantani grazie anche alla strategia di squadra e al supporto del campione Navarro.

Infine, il campionato del mondo di ciclismo del 1980 a Sallanches, in Francia, da molti considerato il più duro della storia. Il percorso, caratterizzato dalla Côte de Domancy (salita con pendenza media dell’8% e massima del 14%) mise a dura prova i corridori. Dei 107 partenti, solo 15 riuscirono a tagliare il traguardo, e il francese Bernard Hinault vinse in solitaria, aggiungendo un’altra vittoria al suo strabiliante palmares. I mondiali del 2027 torneranno a Sallanches, sul medesimo circuito dell’ottanta.

Per concludere la panoramica sulla settimana iridata, facciamo un breve approfondimento sulle GARE ÉLITE (Women e Men) analizzando le caratteristiche del percorso e i/le principali pretendenti alla vittoria finale.

Gara Élite Femminile – Percorso e favorite

La gara WOMEN ÉLITE si disputerà sabato 27 settembre con partenza a mezzogiorno. Si svolgerà su di un circuito della lunghezza di poco inferiore ai 15 chilometri, da ripetere per 11 volte, per una lunghezza complessiva di 164,6 e 3.350 metri di dislivello. Percorso interamente cittadino con arrivo e partenza nello stesso punto, il Convention Centre di Kigali.

Per quanto riguarda il lotto delle possibili favorite partiamo dall’assente illustre della gara ovvero Lotte Kopecky. La campionessa belga vincitrice delle ultime due edizioni (2023 e 2024) non difenderà infatti il suo titolo sul circuito iridato di Kigali.

Atlete come Demi Vollering, Katarzyna Niewiadoma ed Elisa Longo Borghini sono le principali indiziate per la vittoria finale su un circuito duro e selettivo come quello in programma.

La squadra da battere sarà probabilmente l’Olanda (squadra élite femminile composta da sette atlete) che schiera a fianco di Demi Vollering altri due nomi di spicco del ciclismo femminile: Anna van der Breggen (campionessa iridata nel 2018 e 2020), tornata quest’anno alle corse dopo aver chiuso la carriera al mondiale di Lovanio (2021) e Marianne Vos (campionessa iridata nel 2006, 2012 e 2013), anche se il percorso da quasi 3400 metri di dislivello dovrebbe essere eccessivamente duro per le sue caratteristiche.

Infine, ad aumentare il numero di nome illustri in gruppo, ci sarà anche la francese Pauline Ferrand-Prévot, vincitrice dell’ultima edizione del Tour de France Femmes. Contrariamente a quanto inizialmente annunciato, la portacolori della Visma Lease a Bike è tra le convocate dalla nazionale transalpina e si inserisce così tra le grandi favorite per inseguire il suo secondo titolo iridato su strada dopo quello ottenuto nel 2014.

Gara Élite Maschile – Percorso e favoriti

La gara MEN ÉLITE si disputerà domenica 28 settembre con partenza alle 9.45. Percorso durissimo sulle alture cittadine con arrivo e partenza nello stesso punto, il Convention Centre di Kigali.

Una corsa dai tratti estremamente selettivi, lunga 267,5 km e con 5475 metri di dislivello complessivo, adatta a scalatori veri. I corridori sono chiamati a percorrere per 15 volte un circuito ricco di saliscendi lungo 15,1 km, comprendente le salite della Cote de Kigali Golf (800 metri di ascesa all’8,1%) e della Cote de Kimihurura (1,3 km al 6,3%), quest’ultima posta a pochi chilometri dal traguardo.

In mezzo, dopo nove giri del circuito, l’ascesa alla Cote de Peage (1,8 km al 5,9%), al Mont Kigali (5,9 km al 6,9%) e al Mur de Kigali (solo 400 metri, ma all’11%). Passate queste salite, il finale è quello canonico, con altri sei giri del circuito “normale”.

Chi si laureerà campione del mondo a Kigali? Ci sarà il Pogačar-bis o qualcuno riuscirà a sfilare la maglia iridata al campione sloveno? In questo secondo caso chi potrebbe centrare l’impresa? Diteci come la pensate e su quale nome puntereste la vostra ipotetica fiche.

Difficile da dire con certezza, sia perché non sono ancora uscite le liste ufficiali definitive delle squadre nazionali, sia perché quello che andrà in scena a fine settembre si preannuncia come il mondiale degli assenti illustri. Innanzitutto, data la durezza del percorso non ci sarà l’ombra di nessuno dei più forti velocisti del gruppo (Philipsen, Milan, Merlier).

Non ci saranno due pezzi da novanta per le corse di un giorno come Van der Poel e Van Aert che avevano già da tempo annunciato il loro forfait alla manifestazione iridata. Assenti pure Pidcock e Pedersen, così come il danese Vingegaard, che dopo diversi dubbi ha optato per non andare in Ruanda (mentre sarà al via la settimana successiva al campionato europeo).

L’unico vero rivale che potrebbe provare a rovinare i piani per il bis iridato a Pogačar è il belga Remco Evenepoel, reduce da un 2025 deludente, ma in grado in giornata per classe e caratteristiche di tirar fuori dal cilindro un’impresa che possa valere la maglia iridata. Oppure qualche volto che uscirà dalla Vuelta in grandi condizioni di forma. Quel che è certo è che a giocarsi il mondiale sarà un corridore dotato di fondo e resistenza con un ottimo passo in salita.

E gli azzurri? Le possibilità di tornare sul podio sono affidate a Giulio Ciccone che dopo il successo a San Sebastian sta vivendo un momento di grande forma anche alla Vuelta. Lo scalatore abruzzese è perfetto per il tracciato in Ruanda, ne è consapevole il ct Villa che ha di fatto designato il corridore della Lidl-Trek quale capitano. In suo appoggio ci saranno Damiano Caruso e in salita il giovane scalatore Giulio Pellizzari. Filippo Ganna e Jonathan Milan non saranno della gara visto la durezza estrema del percorso.

Sognare non costa nulla, quindi forza ragazzi portate la maglia azzurra più in alto che potete.

Per maggiori informazioni e aggiornamenti visitare il sito ufficiale dell’evento: ucikigali2025.rw