di
Valerio Cappelli
L’attrice farà se stessa in “Call my Agent” su Sky. «Il senso delle radici? Dormo nel letto della nonna di mia nonna. Germi mi incantava ma lo facevo impazzire»
DAL NOSTRO INVIATO
VENEZIA –
Guardi Stefania Sandrelli e vedi la sua dolcezza materna e generosa, il suo istinto infallibile. Al Lido prende il premio Nuovo Imaie, organizzato da Tiziana Rocca, l’ente che tutela i diritti dei giovani attori.
Il Leone non potevano darglielo.
«…Perché alla carriera lo vinsi già nel 2005. II senso di questo mestiere è fare bene questo mestiere, non dire quanto sono brava».
Quale film avrebbe voluto vedere alla Mostra?
«Quello di Gianfranco Rosi. E amo Valeria Bruni Tedeschi, matta come un cavallo come me, e faccio il tifo per la sua Eleonora Duse. Ma troppi film sono nostalgici, D’Annunzio, gli eroi nazionali…Ci sono scelte mirate che non mi piacciono».
«Portavo le murrine, i vasi in vetro mosaico. Ho due figli e cinque nipoti e ognuno si aspetta qualcosa da me. Ora però vorrei pensare un po’ di più a me stessa, fisicamente intendo. Sagitta, che è stata la splendida compagna di Gigi Proietti e che abita vicino a casa mia, mi sta dando buoni indirizzi e consigli».
Chi sono i nuovi Germi, Monicelli, Scola, Bertolucci?
«Era una staffetta, nessuno mi ha fatto rimpiangere l’altro. Il problema è che mancano le fondamenta, gli sceneggiatori, gli Age e Scarpelli. Io sono nata con titoli altisonanti, Divorzio all’italiana vinse un Oscar, però mi accontento, eh. Germi mi incantava, piangeva, rideva, cantava. Ma lo facevo impazzire, tra un ciak e l’altro me ne andavo a comprare un gelato o le catenine di corallo. Avevo 15 anni, gli davo del lei: Senta, fino a due giorni fa ero nella mia Viareggio, non può pretendere troppo.
Ma oggi ?
«Il problema è che mancano le fondamenta, gli sceneggiatori, gli Age e Scarpelli. Oggi ci sono bei film e bravi registi e attori, ma il cinema è decaduto, i film, quando escono in sala (che sono sempre meno) dopo pochi giorni spariscono. Francamente sono un po’ stanca di questo andazzo, lavori e poi chissà cosa succede. Ora ci sono le piattaforme, per Sky ho fatto un episodio di Call my agent».
«Me stessa. Chiedo di conoscere una giovane regista, che pensa che io abbia parlato male di lei e non è vero».
L’attore che le somiglia?
«Mastroianni, che un po’ c’era e un po’ ci faceva. Non ci prendevamo sul serio. Mi piaceva la sua indolenza, quando si addormentava nelle pause. Io però ero più esuberante di lui, pattinavo, ballavo, brigavo. Marcello era di una bellezza che faceva paura ma io ero una ragazzina e lui era un po’ anziano per me».
E al cinema, quanti no ha detto?
«Il padrino di Coppola. Lui è il cinema, ma la parte era identica a Sedotta e abbandonata. Gli dissi: sono la vergine nazionale non posso diventare la vergine internazionale. Poi c’è il no subìto, Il Giardino dei Finzi Contini davo già le battute a De Sica quando subentrò Dominique Sanda, per colpa di un produttore che un paio di volte mi ha messo i bastoni tra le ruote e non so cosa gli ho fatto. Dominique venne da me: ti devo dire una cosa, hanno preso me. Ma sono stata felice per Dominique, lo dico sinceramente».
«Tinto Brass dopo La chiave voleva fare il bis e mi propose Miranda, ma quando è troppo è troppo. Poi mi proposero le copertine di Playboy e Playmen con riunioni dove mi parlavano di pezzetti di glutei e di qualche pelino, non avrebbero mostrato altro di me, ho risposto che non ero un pollo arrosto».
«Blas Roca Rey lasciò mia figlia Amanda e non si comportò bene, la fece soffrire, un po’ gratuitamente. Amanda mi rimproverò, ricordati che è il padre dei tuoi nipoti, e con noi figli sei stata libertaria».
E’ vero che il nome Amanda non le piaceva troppo?
«Io avrei preferito Angelica, Amanda si chiamava la mia compagna di classe che mi prendeva a cartellate e mi picchiava. Ma il gerundio dà speranza: doveva essere amata>.
La sua casa era sempre aperta agli amici.
«Con noi fino alla fine ha vissuto Gari, come Garibaldi, che aveva conosciuto mio nonno a Figline Valdarno mentre faceva la spesa. Mio fratello Sergio suonava il piano da me. In famiglia avevamo una pensione e un esercizio commerciale e noi due eravamo visti come nullafacenti per la scelta artistica».
Come si fa a non parlare di Gino Paoli.
«Era un adorabile bugiardo, che avesse una moglie, e stavamo insieme, lo seppi da mia zia, a cui risposi: ma io mica me lo devo sposare».
Il suo senso delle radici.
«Sai che nell’armadio della terrazza della mia casa di Viareggio ho ritrovato il letto della nonna di mia nonna? Ora ci dormo io».
Depardieu è di nuovo a processo.
«Sono trascesa, Gérard è un bestione con un lato gentile. Veniva a casa mia e cucinava la carne rossa. In passato abbiamo avuto un flirt e ci siano lasciati al momento opportuno».
Stefania, come vive il tempo che passa?
«La mia vita è volata. Vorrei campare altri cent’anni per vedere cosa succede. Sono molto curiosa».
5 settembre 2025 ( modifica il 5 settembre 2025 | 23:34)
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