Il primo passo verso la guarigione è stato compiuto e comunicato attraverso le piattaforme social. Ora il cammino va continuato con fiducia ma Michele, come detto, non sembra tipo da abbattersi. Quel telefono che ha continuato a vibrare e squillare tutto il giorno lo ha preso come un segnale. Era una chiamata alle armi metaforica, lo sprone a non arrendersi, anche solo per non deludere tutti quelli che hanno creduto in lui, al punto da sceglierlo come proprio rappresentante più volte: “Ho capito quanto importante sia avere tante persone al proprio fianco, perché anche un singolo messaggio può fare la differenza e dare una forza straordinaria”, spiega. L’intervista termina a quel punto con lui, Michele Giraldo, che per un attimo smette di pensare a sé, alla sua situazione, per lanciare un messaggio di speranza più ampio, che magari verrà letto e colto pure da chi sta facendo più fatica a gestire il proprio destino: “Sì, voglio lanciare un monito a quelle persone che non riescono a vedere luce in fondo al tunnel della malattia. Bisogna crederci sempre, con consapevolezza, certo, ma anche e soprattutto con coraggio. Con una buona dose di ottimismo si possono affrontare e superare anche i momenti più difficili”. È questo il manifesto di Michele, sindaco e soprattutto essere umano, che ha solo iniziato a scrivere le prime pagine di quella che lui stesso definisce “la sua seconda vita”. Ci sembra quasi pleonastico augurargli un meritato e sentito “in bocca al lupo”.